GAZA – Idf trovano nuovi pozzi di Hamas, l’Ue discute del futuro della Striscia

La scoperta di un pozzo nascosto sotto una scuola elementare di Beit Hanoun, collegato a un tunnel di Hamas, riporta il focus della campagna militare israeliana sul cuore urbano del nord di Gaza. Secondo le Idf, l’istituto era utilizzato dai miliziani come punto di accesso privilegiato alla rete sotterranea che si estende sotto le abitazioni della città. In superficie, tra le case, il gruppo jihadista aveva disseminato migliaia di depositi di armi, centri di comando e postazioni di tiro. Un’ulteriore prova, sottolineano i portavoce militari, della capacità di Hamas di integrare la propria infrastruttura operativa all’interno degli spazi civili. Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le operazioni per smantellare queste strutture sono proseguite senza sosta. «Hamas non sta disarmando, anzi si sta riarmando», ha avvertito il tenente colonnello Nadav Shoshani, intervistato dall’emittente Kan. «È un problema grave, e non lo accetteremo».
Mentre le attività contro la rete di Hamas continuano, a Bruxelles si discute del futuro istituzionale della Striscia di Gaza. Oltre sessanta delegazioni si sono riunite per definire la cornice politica, economica e di sicurezza della Gaza postbellica, in un contesto in cui Stati Uniti e Unione europea chiedono una profonda riforma dell’Autorità nazionale palestinese e una transizione graduale verso una gestione civile tecnocratica. Bruxelles ha annunciato l’intenzione di addestrare 3.000 agenti palestinesi, parte della forza destinata a subentrare progressivamente all’esercito israeliano, affiancata da un contingente internazionale di stabilizzazione.
La questione della polizia palestinese è uno dei nodi più delicati, osserva il Jerusalem Post: la creazione di una forza di sicurezza addestrata in Europa è considerata «un passaggio essenziale per stabilizzare Gaza», ma resta il dubbio che possa davvero impedire nuove infiltrazioni di Hamas. L’Unione europea ha maturato esperienza nell’addestramento delle forze palestinesi in Cisgiordania, ma Gaza, sottolinea il quotidiano israeliano, è un contesto radicalmente diverso: qui la presenza del movimento terroristico «ha permeato per anni istituzioni, servizi e amministrazione civile», rendendo complesso individuare personale completamente indipendente da Hamas. Per questo, avverte il Jerusalem Post, costruire una nuova generazione di agenti richiederebbe tempo – «mesi, se non anni» – mentre «ogni giorno senza una forza credibile è un giorno che Hamas può utilizzare per riorganizzarsi».