MUSICA – Ornella Vanoni e Idan Raichel: un ponte musicale tra Italia e Israele

La scomparsa di Ornella Vanoni lascia un vuoto incolmabile nella musica italiana. Ma tra i tanti tesori della sua sterminata carriera, una collaborazione resta testimonianza di dialogo tra culture e merita di essere ricordata: quella con il musicista israeliano Idan Raichel, uno dei più importanti ambasciatori della world music nel mondo.

Il 19 settembre 2015, al Teatro Elfo Puccini di Milano, nell’ambito del festival MITO, Ornella Vanoni salì sul palco insieme a Idan Raichel e al suo progetto multietnico Songkick. Raichel, parlando di quell’incontro, disse: «Siamo entusiasti di collaborare con Ornella Vanoni, un’artista leggendaria, con cui è subito nato un feeling assoluto. Lei è carisma, stile, delicatezza: è pazzesco, quando cammina nella stanza, tutto ruota intorno a lei».

Da quell’incontro nacque qualcosa di speciale. “Che sia buona vita”, il primo duetto di Raichel con un’artista italiano, è una canzone firmata dalla Vanoni stessa, da Idan Raichel e da Alberto Zeppieri, con la partecipazione del trombettista Paolo Fresu. Un piccolo capolavoro nato a Udine e registrato tra Milano e Tel Aviv.

Il brano è una rivisitazione – metà in italiano, metà in ebraico – di “Buona vita” (qua il link su Facebook), che uscì come singolo nell’ottobre 2017. La Vanoni incise anche “Gira in cerchio la vita”, cover di un brano originale di Idan Raichel, dimostrando quanto fosse profondo il rispetto reciproco tra i due artisti.

Il 27 ottobre 2015, all’Auditorium di Milano, durante la serata dell’Adeissima organizzata dall’Adei Wizo, un improvvisato duetto sorprese il pubblico: Ornella Vanoni fu invitata sul palco e, seduta fianco a fianco con Idan davanti al pianoforte, intonò “Sabe Deus”  .

Questa collaborazione rappresenta l’essenza di ciò che la musica può essere: un ponte che supera confini, lingue e generazioni. Ornella Vanoni fu la prima a far conoscere al pubblico italiano questo “portavoce mondiale della cultura ebraica”, dimostrando ancora una volta la sua capacità di intuire talenti e di abbracciare culture diverse, con quella curiosità intellettuale che l’ha sempre caratterizzata.

In un’epoca in cui il dialogo sembra sempre più difficile, quel connubio tra la voce di Ornella Vanoni e le sonorità multietniche di Idan Raichel resta un esempio luminoso di come la musica possa unire ciò che la politica divide.