ISRAELE – Attesa per la salma di un ostaggio

Sono tre le salme di ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza: Dror Or, il sergente maggiore Ran Gvili e Sudthisak Rinthalak. I primi due sono israeliani, il terzo è un cittadino thailandese. Le loro famiglie attendono da oltre due anni di poter riavere i corpi e celebrare finalmente un funerale.
Per una di loro, quel momento potrebbe essere vicino: secondo i media arabi, il corpo di un ostaggio in mano alla Jihad Islamica sarebbe stato recuperato in un’area a nord di Nuseirat, nel centro di Gaza. Non ci sono però ancora conferme ufficiali né dalla Jihad Islamica né da Hamas sul previsto trasferimento della salma in Israele. Anche a Gerusalemme si procede con grande prudenza: ogni comunicazione viene rinviata fino alla ricezione del corpo e alla sua identificazione presso l’istituto Abu Kabir di Tel Aviv. Da Gaza, in passato, non sono mancati errori nelle restituzioni, e le autorità non vogliono alimentare false speranze.
Nel frattempo, le famiglie restano sospese tra dolore e attesa. «Siamo pronti per il suo ritorno a casa; non vogliamo più vivere in questo modo», ha dichiarato al Times of Israel Shira Gvili, sorella di Ran. Quest’ultimo è ricordato in Israele per il suo eroismo: pur essendo in congedo medico per una frattura alla spalla, il 7 ottobre 2023 aveva indossato comunque l’uniforme, correndo verso il sud per unirsi ai combattimenti contro i terroristi e aiutando a mettere in salvo civili in fuga. Ferito a una gamba, aveva continuato a battersi fino a essere ucciso, e il suo corpo era stato poi sequestrato a Gaza.
«È molto, molto difficile. C’è questa sensazione di essere soli in questa fase, a parte le altre due famiglie», ha aggiunto Shira. E ora, mentre attende notizie definitive, il pensiero del momento in cui la salma potrebbe tornare a casa la turba profondamente: «Come ci verrà restituito? Ricevere all’improvviso una bara distruggerà la calma che ho cercato di mantenere in questi due anni?».