VIOLENZA DI GENERE – Le donne dimenticate del 7 ottobre
Shanì Louk, 22enne con cittadinanza israeliana e tedesca, è diventata suo malgrado uno dei simboli delle violenze di Hamas sulle donne il 7 ottobre 2023. È stata assassinata al Nova Festival, dove la musica si è trasformata in terrore. La sua storia è ricordata oggi dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con una dedica particolare: la Canzone per Shanì, composta ed eseguita dal musicista Rocco Rosignoli. Un brano che, sottolinea l’Ucei, «restituisce un nome, un volto e una storia a chi è stata trasformata in numero, in simbolo, in silenzio» e racconta «l’istante in cui la musica si è interrotta e la festa si è trasformata in tragedia». L’omaggio è rivolto «a Shanì e a tutte le donne la cui vita è stata spezzata dalla violenza. Perché nessuna venga mai dimenticata».
A Milano un richiamo analogo è arrivato dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, che domenica ha portato nella centrale Piazza San Carlo la mostra temporanea Le voci silenziate – La violenza contro le donne israeliane il 7 ottobre. Tre ore per riportare l’attenzione su una delle pagine più rimosse del massacro: le violenze sessuali commesse durante l’attacco terroristico.
Attraverso pannelli e testimonianze, l’iniziativa denunciava l’uso della violenza sessuale come arma per colpire corpi e identità. Prove forensi, video diffusi dagli aggressori, testimonianze oculari: un quadro che parla di brutalità sistematica. «I crimini contro le donne e le ragazze israeliane del 7 ottobre non sono stati atti casuali, ma violenze ordinate e controllate», spiega Anna Tognotti, tra i promotori dell’iniziativa per l’Ugei. «Di fronte a prove innegabili, il silenzio delle Nazioni Unite è grave e mina la credibilità delle istituzioni». La mostra, realizzata con il Forum delle famiglie degli ostaggi, puntava a rompere quel silenzio, e le reazioni lo hanno confermato: «Molte persone si sono fermate, incuriosite e solidali», racconta Tognotti. «Un segno che questa tragedia non è scomparsa. E che esiste una maggioranza silenziosa che sostiene il popolo ebraico».
L’atteggiamento delle Nazioni Unite sulle violenze del 7 ottobre è rimasto a lungo segnato da ambiguità. Dopo mesi di silenzio, un’indagine ufficiale ha riconosciuto «motivi ragionevoli» per ritenere che siano stati compiuti stupri e altre forme di violenza sessuale, confermando quanto già documentato da giornalisti, medici legali e ong israeliane. Parallelamente, però, alcune dichiarazioni di rappresentanti dell’Onu – tra cui la relatrice speciale sulla violenza contro le donne, Reem Alsalem – hanno messo in dubbio l’esistenza di prove indipendenti, contraddicendo di fatto il rapporto prodotto dalla stessa organizzazione.
Anche sul fronte pubblico, il tema non sempre ha trovato spazio. In Italia e in altri paesi occidentali, parte dei movimenti femministi non ha preso posizione sulle violenze del 7 ottobre, scelta più volte criticata dalle associazioni ebraiche. L’ambasciata d’Israele in Italia ha risposto con la campagna “Difendi tutte, senza eccezioni”, lanciata in occasione del 25 novembre: un invito a riconoscere ogni vittima di violenza senza distinzioni. Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’appello dell’ambasciata è di dare «voce a chi è stata dimenticata o, peggio, volutamente ignorata solo perché israeliana».
d.r.