ADEI – Sciaky rieletta: 30 anni di impegno verso il centenario dell’associazione
Susanna Sciaky, appena riconfermata per il suo terzo mandato alla guida nazionale dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, l’Adei Wizo, risponde al telefono mentre sta preparandosi a mettere a tavola i nipotini. Le loro voci, in sottofondo, accompagnano le valutazioni di una presidente che davvero non si ferma mai: con questo mandato arriverà a dieci anni di presidenza dell’associazione nazionale, che seguono dieci anni alla guida della sezione di Milano, arrivati dopo dieci anni di militanza: saranno trent’anni, e la sua esperienza è certamente un segnale di continuità in un tempo che di continuo sembra averne poco. Eletta per la terza volta, dopo i mandati del 2018 e del 2022, Sciaky riprende il timone con la responsabilità di un percorso già tracciato e la consapevolezza che le sfide, oggi, hanno assunto un’urgenza nuova. L’assemblea nazionale, riunitasi in modalità telematica il 27 novembre, le ha rinnovato la fiducia insieme a quella al nuovo Consiglio direttivo, in carica fino al 2028. «Sono davvero molto contenta, ed emozionata, riprendo in mano la presidenza con tanta speranza per il futuro. Il nuovo consiglio vede rappresentate molte comunità piccole e meno piccole ed è un vantaggio, un traguardo e una novità. Ci metteremo in gioco insieme, cercando di creare momenti di lavoro condiviso in cui risaltino anche le realtà più piccole, ne sono molto contenta. Genova, per esempio, torna in consiglio dopo molto tempo, con la presidente della Comunità. Mi pare davvero una buona notizia, e anche il segno di un consiglio maturo, pacato, ben composto».
Una frattura
Nel ripercorrere l’anno trascorso e nel proiettarsi sui prossimi, Sciaky sottolinea subito la frattura ancora aperta nel rapporto con le istituzioni e con la società civile. Una frattura che, paradossalmente, risale proprio ai mesi successivi all’attacco più grave subito dal mondo ebraico dal dopoguerra. L’appena rieletta presidente osserva che il percorso degli ultimi tempi è stato travagliato, con ferite ancora aperte: «C’è bisogno di serenità, e di forza. Anche noi dobbiamo ricompattarci e ripartire, con molta speranza e fiducia che le cose vadano per il meglio». Ritrovare un dialogo è un obiettivo essenziale, quasi un prerequisito per tutto il resto, per lei solo tornando a parlare e farsi ascoltare sarà possibile contrastare un antisemitismo che nelle città continua a manifestarsi con forme e toni sempre più visibili. E spiega: «Le sfide non mancano di certo: il periodo non è favorevole, ma l’impegno non verrà meno, questo lo garantisco io in prima persona. Il premio letterario, per esempio , presenta diverse incognite, abbiamo un calo di studenti e molte complessità da affrontare, ma si va avanti lo stesso, e conto che riusciremo a organizzare un’altra bella premiazione, in presenza. Probabilmente il prossimo maggio, ma la data non è ancora definita, e neppure ancora il luogo, anche se ci stiamo ovviamente già lavorando».
In parallelo resta ovviamente centrale l’impegno che caratterizza storicamente l’Adei Wizo: il sostegno alle donne, ai ragazzi, alle famiglie, un lavoro capillare che tiene insieme animazione comunitaria, attenzione sociale e cura dei legami. Sciaky insiste sul valore dell’informazione e dell’educazione come strumenti per arginare la disinformazione e, allo stesso tempo, come chiave per restituire fiducia in un contesto spesso segnato da polarizzazioni e semplificazioni.
Cento anni
Sul futuro prossimo si affaccia poi una ricorrenza che l’Adei attende da tempo: nel 2027 l’associazione celebrerà il suo centenario. Un traguardo che per la presidente non è solo memoria, ma occasione per rilanciare un’identità costruita su partecipazione, apertura e resilienza. «È un’altra sfida importante, il centenario dell’Adei arriva in un’epoca in cui molte federazioni celebrano i propri cent’anni. Abbiamo festeggiato recentemente i cento anni svedesi, e i cento finlandesi lo scorso anno, e nel 2027 i 100 anni italiani andranno preparati con cura e con tutti gli onori dovuti alle donne che ci hanno preceduto e alle quali dobbiamo moltissimo». La metafora della “luce” che tiene insieme speranza, impegno e vita è per Sciaky una sorta di filo conduttore, un invito a mantenere uno sguardo ottimista senza perdere realismo. «Se saremo unite potremo superare ogni difficoltà, anche con un sorriso» osserva, quasi a restituire un principio fondativo: la forza collettiva è il suo strumento per attraversare i tempi più complessi. E tiene a sottolineare che una squadra vincente non si cambia: «Devo molto del successo a un ottimo gruppo di collaboratori: l’ufficio comunicazione ha lavorato senza sosta e ha prodotto un risultato di cui possiamo davvero essere grate. Sono bravissimi e mi continueranno ad affiancare nei prossimi anni. E anche l’ufficio di segreteria è stato prezioso. Senza di loro non si sarebbe arrivati fin qui, sono persone dedite e dedicate, leali e molto apprezzate». Il nuovo Consiglio direttivo include Manuela Stock, Miriam Rebhun, Esterina Dana, Emanuela Servi, Carla Guastalla, Roberta Grassini, Raffaella Petraroli Luzzati, Evelina Mosseri, Vanessa Tedeschi, Ines Marach, Silvia Pesaro e Barbara Giannozzi Servi. Le cariche interne saranno definite nelle prossime settimane.
a.t.