EUROVISION – Cambiano le regole del concorso: più giuria, meno televoto
La European Broadcasting Union ha annunciato una revisione delle regole di voto dell’Eurovision Song Contest, un intervento che fa seguito all’edizione 2025, segnata anche dal forte scarto tra televoto e giurie, cosa che aveva portato al risultato positivo dell’artista israeliana, Eden Golan, che si è piazzata quinta con la sua canzone, Hurricane, grazie alla fortissima spinta del televoto. Un risultato legittimo, ma accompagnato da accuse di pressioni esterne e campagne coordinate che avevano finito per oscurare ciò che dovrebbe restare al centro: una gara musicale, non un test di forza politica. Le nuove norme intervengono su tre fronti: il limite al televoto viene ridotto da venti a dieci preferenze, per contenere le mobilitazioni di massa capaci di alterare l’equilibrio tra apprezzamento reale e voto organizzato. Tornano poi le giurie professionali anche nelle semifinali, con sette membri invece di cinque, profili più vari e l’obbligo di mantenere il silenzio pubblico fino alla chiusura del voto. L’obiettivo è ristabilire un equilibrio tra gusto popolare e valutazione tecnica, evitando distorsioni che negli ultimi anni si sono fatte evidenti. Il terzo pilastro riguarda la regolamentazione delle attività promozionali. Le campagne sostenute da governi o gruppi di pressione saranno soggette a controlli più severi e il sistema di voto verrà protetto da verifiche aggiuntive pensate per individuare comportamenti coordinati anomali. È un tentativo di evitare che il contest venga trascinato dentro conflitti che gli sono esterni, pur sapendo che nessuna regola può isolare del tutto l’Eurovision dalle tensioni del momento. Queste misure non sono un semplice ritocco procedurale: rispondono a una preoccupazione sulla credibilità del concorso. Restituire spazio alla qualità artistica e limitare il peso di dinamiche extra-musicali è essenziale per mantenere la natura del progetto, che vive nell’equilibrio tra spettacolo, partecipazione popolare e rappresentazione dei Paesi in gara. In ultima analisi, le nuove regole cercano di riportare l’Eurovision alla sua dimensione originaria: un terreno comune, leggero ma non superficiale, capace di tenere insieme pubblici diversi senza trasformarsi nel riflesso di scontri politici. La prova sarà nella loro applicazione. E nella capacità degli organizzatori nel corso della prossima edizione di tenere la politica lontana non solo dal televoto ma anche dal palco dove si esibiscono i cantanti. Israeliani compresi.