SCIENZA – Da Israele una luce sulla SLA

Israele torna a farsi notare nei laboratori e nei reparti di neurologia: un gruppo della Tel Aviv University, insieme al Weizmann Institute e ad altri centri, ha studiato il ruolo di una molecola, il microRNA-126, nella salute dei motoneuroni colpiti da sclerosi laterale amiotrofica. Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience e raccontato anche dal Jewish Chronicle, mostra che nei tessuti sani il muscolo produce questo microRNA e lo invia ai terminali nervosi per evitare quegli accumuli tossici di una proteina che nella malattia hanno un ruolo determinante: il meccanismo si indebolisce, la proteina si aggrega, i mitocondri si alterano e la comunicazione tra muscolo e nervo si rompe. Reintrodurre il microRNA nei modelli cellulari derivati da pazienti e nei topi ha ridotto gli aggregati e favorito una ripresa dell’attività nervosa, hanno spiegato gli autori della ricerca. Perlson, che da anni lavora sulla giunzione neuromuscolare, sottolinea che capire la vulnerabilità di questa interfaccia apre un nuovo bersaglio terapeutico. È parte di una linea di ricerca che sposta l’attenzione dal solo sistema nervoso centrale al muscolo, considerato come partner attivo. Non è un cambio marginale: la storia dell’ALS è piena di tentativi falliti, tentativi di agire solo sul cervello. Guardare al muscolo permette di leggere la malattia come un dialogo interrotto tra due tessuti che normalmente si scambiano segnali e controllo reciproco. In questo quadro molecole minime come il microRNA-126 diventano chiavi interpretative importanti, il lavoro israeliano mostra che correggere un singolo difetto può influenzare diversi passaggi della cascata patologica. Gli stessi ricercatori e altri studiosi invitano però alla prudenza: ciò che funziona nei topi non garantisce un risultato clinico. Il nodo resta come portare in modo preciso e stabile queste molecole nei tessuti giusti, e l’eterogeneità dell’ALS potrebbe limitarne l’impatto.