TORINO – Scambio Malaguti (La Stampa) – Di Segni (Ucei) dopo violenze propal

L’attacco alla redazione de La Stampa a Torino durante lo sciopero generale del 28 novembre, compiuto da un gruppo di manifestanti pro-palestinesi fuoriusciti dal corteo ufficiale, ha causato diversi danni ai locali del giornale e provocato un’ondata di reazioni istituzionali. Secondo il racconto del direttore del quotidiano, Andrea Malaguti, circa un centinaio di antagonisti ha fatto irruzione nei corridoi e negli uffici quasi vuoti, scandendo minacce e imbrattando muri e arredi.
«Chiedete la libertà di parola per un imam che rivendica la legittimità dell’orrore inumano del 7 ottobre. Vale la sua libertà di pensiero e la nostra no?», scrive nel suo editoriale Malaguti, rivolgendosi ai violenti. L’imam in questione è Mohamed Shahin, religioso di via Saluzzo, cui è stato revocato il permesso di soggiorno. Per Shahin è stato disposto il rimpatrio dopo avere definito il 7 ottobre «un atto di resistenza».
Tra i messaggi di solidarietà arrivati al quotidiano, Malaguti segnala in particolare quello di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: «Sono sicura che non sono quelle le persone che intendono tutelare diritti e percorsi sui quali ci impegniamo e ci confrontiamo quotidianamente. La preoccupazione per queste forme sempre più violente che sfruttano le vere situazioni di criticità è tantissima, spero si possa recuperare serenità», ha osservato la presidente Ucei. «Lo spero anch’io», replica Malaguti.
Solidarietà a La Stampa è arrivata anche da Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, che ha denunciato il «vile ignobile assalto al giornale, nel tentativo di intimidire la libertà di espressione degli organi di informazione, fondamentale presidio della nostra democrazia».