L’APPELLO – I cortei propal e la perdita di se stessi
Una sorta di patologia sociale si propaga nelle nostre città generando manifestazioni e cortei a ripetizione, accendendo gli animi e oscurando la ragione. Al centro di questa eruzione di protesta sovraccarica di aggressività è la cosiddetta “causa palestinese”, che ormai a torto o a ragione ha conquistato il mondo della politica, dell’informazione, della contestazione giovanile e non solo. In altri termini, il diritto di un popolo a rivendicare uno Stato – di per sé naturale e anche giusto trasformato impropriamente in meccanismo di propaganda falsificante, di odio, di violenza. Partiti sedicenti di sinistra, organizzazioni sindacali grandi e piccole, collettivi studenteschi universitari (ma anche interi senati accademici), gruppi numerosi di studenti liceali talvolta accompagnati da docenti, centri sociali radicalizzati: la partecipazione entusiasta all’epidemia di massa è vasta e variegata, includendo anche settori “benpensanti” spesso ospitati dai salotti buoni della politica e della televisione. Un intero mondo sta perdendo se stesso, il senso del limite, la visione razionale delle cose, senza cogliere le gravi conseguenze della sua follia estremista a senso unico: perdita di una prospettiva democratica di fondo a vantaggio di una immagine puramente di parte, ricostruzione di una realtà falsificata e manichea in cui il mondo dei buoni (i palestinesi) è oppresso dai malvagi dominatori (Israele e gli israeliani, i “sionisti”, gli ebrei in genere e comunque l’Occidente), alimentazione accelerata di un antisemitismo sempre più diffuso e palpabile di cui ormai non ci si vergogna più, smarrimento progressivo di un’identità occidentale fatta di razionalità ed equilibrio e di ogni capacità di resilienza di un mondo di valori acquisiti dall’età dei lumi in avanti.
I recenti fatti di Torino sono una evidente espressione di questo degrado. Quando ambienti vasti, capillari, influenti come quello cattolico e quello valdese socialmente impegnati, o come quello della sinistra radicata nelle realtà di quartiere, proteggono l’Imam Mohamed Shahin che si è schierato dalla parte dei massacratori del 7 ottobre, quando fanno fronte comune con le comunità islamiche locali nel celarne le complicità con settori del jihadismo italiano, allora la salute della nostra identità occidentale e della nostra civiltà appare fortemente compromessa. Quando poi, per difendere ulteriormente un tale personaggio, frange numerose di giovani si staccano esaltate dal corteo propal per penetrare senza incontrare ostacoli nella redazione de “La Stampa” compiendo atti di vandalismo al grido di “Giornalista fascista” e “Giornalista ti uccido”, allora è la base stessa della nostra democrazia a essere a rischio.
È una deriva vorticosa in progressiva accentuazione. Il guaio è che non ce ne rendiamo quasi conto. Ci illudiamo che di tratti di esplosioni episodiche legate ai postumi della guerra, o che poche menti illuminate sappiano imprimere direzioni diverse. Non siamo in grado di leggere la pericolosa involuzione in atto. Non riusciamo a vedere che ormai il mainstream cosiddetto progressista sposa apertamente la causa palestinese senza se e senza ma, cieco e sordo di fronte alla realtà israeliana dopo il trauma del 7 ottobre, con le sue esigenze di difesa e di sicurezza, le sue problematiche sociali ed economiche. In fondo al piano inclinato che stiamo percorrendo c’è la negazione stessa del diritto di Israele a esistere. E per questo è molto importante la presenza, nel panorama politico italiano, di una componente come Sinistra per Israele, unico settore progressista – per quanto debole, per quanto vincolato a una soluzione ancora molto lontana (quella dei due Stati), capace di prendere in considerazione le ragioni israeliane.
E intanto l’onda dei cortei, il flusso di bandiere palestinesi, i cartelli e gli slogan violentemente antisionisti e antisemiti continuano, con i loro effetti deleteri. Sta a noi non farci travolgere. È doveroso, anche se difficile, impegnarsi in una dura resistenza culturale e morale.
David Sorani