SIRACUSA – Mikveh e giudecca, le radici ebraiche restituite alla collettività

Siracusa fu una delle prime città della Sicilia orientale ad accogliere gli ebrei, che si installarono sull’isola di Ortigia nei primi secoli dell’era volgare e convissero in relativa serenità con la maggioranza cristiana fino ai decreti di espulsione del 1492. Dopo la loro promulgazione, l’ebraismo “vivo” fu sradicato da Siracusa come dal resto dei possedimenti spagnoli e con il tempo scomparve anche la percezione della loro florida presenza.
Riscoprirla e valorizzarla è da quasi 40 anni la missione di Amalia Daniele di Bagni, una nobildonna locale alla quale si deve il ritrovamento nel 1986 di un antico mikveh (bagno rituale) scoperto durante i lavori di ristrutturazione di un palazzo e che ha poi “ridisegnato” l’intera giudecca dimenticata, facendo riaffiorare numerose altre testimonianze. Dalle case degli ebrei sottratte dai gesuiti ai resti delle sinagoghe, passando dal macello. Ne scrive nel suo libro La Giudecca del ‘400, presentato a Palazzo Vermexio su iniziativa tra gli altri dell’Ucei e della Sezione di Catania della Comunità ebraica di Napoli. «La scoperta del bagno rituale è stata una rivelazione e un’emozione, specialmente quando a dodici metri sotto il livello del suolo sono emerse dalla melma le antiche volte bizantine. Il mio corpo ha risposto con tre giorni di febbre», racconta la donna. Da allora, mossa da passione civile e desiderio di colmare dei vuoti, «ho iniziato a informarmi e attivarmi per rimettere ogni elemento al suo posto, arrivando dove non sono arrivati archeologi e studiosi».

La presentazione del libro è stata l’occasione per fare il punto su alcune di queste scoperte. «Ci sono momenti in cui ritrovarsi, riscoprirsi è un percorso armonioso», ha dichiarato la presidente Ucei Noemi Di Segni, esprimendo apprezzamento per il sostegno all’iniziativa del sindaco Francesco Italia e del Comune. Per Di Segni, «la scoperta di un sito sotterraneo di culto e resti archeologici che testimoniano la presenza ebraica a Siracusa devono essere un orgoglio da presidiare e da cui trarre ispirazione». D’accordo il vicepresidente Ucei, Giulio Disegni, che ha lodato l’encomiabile impegno della signora Daniele di Bagni, soprattutto perché autodidatta, nel “restituire” il frutto del suo impegno alla collettività. E pure Moshe Ben Simon, delegato della Sezione catanese, che ha organizzato un incontro tra alcuni iscritti e la presidente e il vicepresidente dell’Ucei, ribadendo l’importanza di mantenere «una fiamma viva di vita ebraica» e al tempo stesso di «promuovere la cultura ebraica in una prospettiva sia storica sia contemporanea».

a.s.