UGEI – La nuova presidente Maia Piperno: «Investire su partecipazione e dialogo»
A partire dal 1° gennaio 2026 sarà Maia Piperno la nuova presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia: 21 anni, fiorentina, studentessa di ingegneria biomedica, è stata eletta all’ultimo Congresso UGEI con il maggior numero di preferenze. La sua nomina arriva dopo un biennio segnato dal 7 ottobre, dalla guerra a Gaza e da una forte crescita dell’ostilità antiebraica in Italia. «Speriamo che la fase più acuta sia alle spalle», osserva Piperno, pur consapevole che «l’antisemitismo generato dal conflitto è ancora presente nella società e continua a rappresentare una sfida aperta per noi».
Se il contesto esterno resta delicato, la priorità del nuovo Consiglio, in carica per il biennio 2026-2028, guarda però soprattutto all’interno: «Rinforzare il legame tra i giovani, ricostruire partecipazione e rinsaldare i rapporti comunitari». Presente ai lavori dell’ultimo Consiglio Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Piperno spiega che l’Ugei si prepara a un riassetto di obiettivi: «La rappresentanza resta fondamentale, il presidente uscente Luca Spizzichino e il suo Consiglio hanno fatto un grandissimo lavoro, ma l’intenzione ora di concentrarci maggiormente sui giovani che fanno parte dell’Ugei». Il primo passo sarà ampliare le occasioni di incontro: «Incrementare gli eventi, creare momenti di scambio, favorire la rete: è questo il cuore del nostro lavoro». Tra i temi che la nuova presidente cita con maggiore convinzione c’è anche il dialogo interreligioso. «È importantissimo», afferma. Firenze per lei rappresenta un esempio virtuoso: «Penso alla stanza per la preghiera creata all’università, aperta a tutte le confessioni: un modello di convivenza. Non ho esperienza diretta nel dialogo, ma ho l’esempio di mio padre (Gadi Piperno, rabbino capo di Firenze, ndr)».
Un altro nodo centrale del mandato sarà la dispersione dei giovani nelle realtà meno numerose. «Ci piace lavorare sulle comunità più piccole. Proprio lì spesso i ragazzi si sentono distanti, un po’ persi. E anche nelle grandi comunità, come Roma o Milano, la partecipazione reale è inferiore rispetto ai numeri che rappresentiamo». Per questo l’idea è di puntare sui legami radicati sul territorio: «Vogliamo riportare dentro chi si è allontanato e trovare referenti locali che possano fare da ponte. Chi vive in una piccola comunità sa cosa serve davvero».
La formazione universitaria scientifica di Piperno influenza anche il suo approccio. «È un mindset più ingegneristico, pratico. Diverso dagli approcci più usuali, ma utile per trovare soluzioni concrete».
Il lavoro entrerà presto nel vivo: «A breve avremo lo Shabbaton del Consiglio e inizieremo a muoverci in modo operativo, ascoltando anche le esigenze dei singoli». Con alle spalle un periodo travagliato, Piperno guarda avanti con fiducia. «Ci sono tantissime cose su cui vogliamo lavorare», conclude. «Ma il punto di partenza resta lo stesso: stare insieme, crescere insieme e riportare al centro i giovani ebrei di tutte le comunità».
d.r.