MUSICA – Eurovision, Israele resta in gara: «Dialogo e libertà contro i boicottaggi»
La notizia della conferma di Israele all’Eurovision è arrivata mentre Netta Barzilai era già sul palco a Be’er Sheva. Barzilai, vincitrice delle rassegna canora europea nel 2018 con Toy, che riportò il concorso a Tel Aviv nel 2019, ha comunicato l’esito della votazione al pubblico. «Abbiamo saputo ora che Israele parteciperà definitivamente all’Eurovision», ha annunciato Barzilai. «Scegliere dialogo e libertà invece dei boicottaggi è una decisione coraggiosa da parte dell’Eurovision».
A Ginevra, la proposta di mantenere Israele in gara ha ottenuto 738 voti favorevoli, 265 contrari e 120 astensioni tra i delegati dell’Ebu, cui è affidata l’organizzazione dell’Eurovision. La decisione ha provocato l’immediato ritiro di Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia dall’edizione 2026 a Altri paesi – tra cui Islanda, Finlandia e Svezia – valutano di seguirne le orme.
Accanto a Barzilai, sul palco, c’era Yuval Raphael. La cantante, sopravvissuta alle stragi di Hamas del 7 ottobre 2023, è stata protagonista dell’edizione dell’Eurovision di quest’anno, a Basilea, dove è arrivata seconda con New Day Will Rise. Nonostante un clima di contestazione fin dal suo arrivo in città e durante le esibizioni, Raphael ha ottenuto il miglior risultato nel televoto. Assieme a Barzilai, dopo la notizia della conferma della presenza israeliana alla competizione, ha intonato la sua New Day Will Rise.
Alla decisione dell’Ebu dell’Ebu ha reagito Dana International, vincitrice dell’Eurovision 1998 con Diva e prima concorrente transgender a trionfare nella storia del concorso. Figura di riferimento della scena pop israeliana e icona del movimento LGBTQ+, Dana ha pubblicato un messaggio subito dopo l’annuncio dei boicottaggi. «Non si punisce uno stato perché non si è d’accordo politicamente con il suo governo», ha scritto, rivolgendosi direttamente ai paesi che hanno deciso di ritirarsi. Nel testo ha ricordato le numerose esibizioni tenute proprio in Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia nel corso degli anni, sottolineando come Israele «faccia parte della competizione da decenni» e ribadendo che, a suo avviso, l’Eurovision deve continuare a essere «uno spazio culturale», non un «terreno di scontro politico».
In un secondo messaggio rivolto al pubblico israeliano, Dana International ha affrontato il tema della percezione del paese all’estero, scrivendo che «qualcosa si è guastato nel modo in cui il mondo ci vede» e che questo richiede «una presa di coscienza». Ha invitato a considerare l’Eurovision come un’opportunità per raccontarsi con «un brano pop allegro, colorato e ottimista» e «tornare a essere Israele, quella amata nel mondo».
Nelle stesse ore, anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha commentato la decisione dell’Ebu, definendola «un riconoscimento del diritto di Israele a essere rappresentato su ogni palcoscenico del mondo». «Sono lieto che Israele partecipi ancora una volta all’Eurovision Song Contest», ha scritto, auspicando che la competizione continui a «promuovere cultura, amicizia tra le nazioni e comprensione reciproca».
Le semifinali dell’Eurovision 2026, alle quali Israele prenderà parte, si terranno a Vienna dal 12 al 14 maggio, mentre la finale è prevista per il 16 maggio. I cantanti che supereranno le selezioni accederanno alla serata conclusiva, in cui verrà decretato il vincitore della nuova edizione del concorso. (modificato)