ROMA – Biblioteche e archivi, due testimonianze ebraiche

Gli archivi e le biblioteche hanno la potenzialità di essere «luoghi vivi» e al tempo stesso dei «custodi della memoria storico-culturale». Vale per l’Italia in generale e vale per l’Italia ebraica nel particolare, un particolare indissolubilmente in dialogo con il generale. Se ne parlerà nel corso dell’evento “Nel cuore della memoria: archivi, biblioteche e il desiderio di preservare” in programma domenica 7 dicembre alle 14.30 nello stand della Regione Lazio della fiera romana Più libri più liberi, organizzato dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia (Fbcei). Animeranno lo spazio due giovani studiosi: Baruch Lampronti, direttore dell’Archivio Ebraico Terracini di Torino e ricercatore della Fbcei; Keren Perugia, archivista e bibliotecaria della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi” di Roma, introdotti dalla responsabile della biblioteca Diletta Cesana. Sarà con loro Giorgio Segrè, componente di Giunta della Fbcei con delega alla biblioteca stessa.
Sia Lampronti sia Perugia racconteranno qualcosa del loro lavoro. «Nel tempo l’archivio si è arricchito tanto con documenti istituzionali quanto con fondi e carte provenienti da famiglie private, custodendo così contemporaneamente memorie collettive e intime», spiega il primo a proposito del centro istituito dalla Comunità ebraica torinese nel 1968. «Questa combinazione riflette il tema dell’edizione 2025 di Più libri più liberi: se la documentazione istituzionale può evocare le ragioni, le carte familiari e personali offrono spesso uno sguardo diretto sulla dimensione dei sentimenti e sugli stati d’animo di momenti specifici».
«La Biblioteca “Tullia Zevi” è uno scrigno in cui la memoria si intreccia», sottolinea Perugia. «Quella collettiva, che racconta la storia di una comunità, e quella privata, fatta di voci, gesti e tracce personali. In questo luogo la memoria non è mai astratta: è concreta, vicina, custodita nelle lettere inviate ai propri cari, nei libri toccati da mani che non ci sono più, negli appunti lasciati ai margini di una pagina». È un luogo, prosegue Perugia, «in cui la storia e le vicende personali convivono».

(Nell’immagine: il soffitto della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi”, con i segni zodiacali firmati da Emanuele Luzzati)