MANTOVA – Con Nosei Or la luce dei giovani in Comunità
Giovani da diverse comunità italiane si sono ritrovati a Mantova per la prima tappa di Nosei Or (in ebraico, “portatori di luce”), iniziativa promossa da giovani ebrei italiani e nata nell’ambito del progetto Firgun di Ucei. Tre giorni tra preghiera, studio, visite e momenti comunitari – organizzati dall’area cultura e formazione dell’Ucei – che hanno trasformato gli spazi di una Comunità piccola in un luogo vivo e affollato.
«Nosei Or significa ridare luce e vita ebraica a realtà piccole, che spesso fanno fatica a mantenere una continuità», spiega Matias Uriel Girotto, coordinatore del progetto e vicepresidente eletto dell’Unione giovani ebrei d’Italia (Ugei). «A Mantova abbiamo vissuto un evento molto sentito e profondo. Nessuno è rimasto spettatore: tutti hanno avuto un ruolo attivo, tutti hanno compiuto una mitzvah per la comunità».
Grande soddisfazione esprime Aldo Norsa, presidente della Comunità ebraica mantovana: «Sono state tre giornate bellissime in cui la comunità si è riempita di giovani. Abbiamo pochissimi ragazzi: vedere la sede piena, animata e coinvolta è stato davvero emozionante».
Lo Shabbaton è stato organizzato anche con la collaborazione del Collegio rabbinico italiano. «È stato davvero bello vedere una comunità ravvivata, con una luce nuova e soprattutto vedere i giovani costruire nuovi rapporti di amicizia che speriamo di mantenere e rinsaldare», prosegue Norsa.
Secondo Girotto, proprio questo è l’obiettivo principale: «Creare una presenza ebraica attiva nelle piccole comunità e far sentire che non sono sole. È come aver sfondato una porta che sembrava impossibile aprire. Alcuni ragazzi non volevano neanche andare via».
I giovani sono arrivati da località diverse: «Milano, Roma, Padova, Modena e altre realtà del Veneto e della Lombardia. Ciascuno ha portato qualcosa: siddurim, sefarim, competenze, entusiasmo», sottolinea il coordinatore. «Beniamino Lea e Micol Campagnano sono i motori del progetto insieme a me, ma tutti hanno contribuito alla riuscita dello Shabbaton con grande impegno».
Il risultato, osserva Norsa, è stato immediato: «È nato un clima molto bello. Abbiamo consolidato rapporti e ne abbiamo creati di nuovi. Il commento è assolutamente positivo».
Ora l’auspicio di Norsa e Girotto è di organizzare altre iniziative. «Si sta già parlando di tornare a Mantova per una o due giornate di Chanukkah e di organizzare un nuovo Shabbaton a febbraio. Questa è solo la prima tappa di una rete che sta iniziando a prendere forma», conclude Girotto.