AUSTRALIA – Dopo strage antisemita, governo annuncia restrizioni su armi
Il Consiglio dei ministri australiano ha concordato di rafforzare le leggi sulla circolazione delle armi. L’annuncio, dato lunedì dal primo ministro Anthony Albanese, è una delle “risposte” dell’esecutivo alla strage antisemita avvenuta domenica nella spiaggia di Bondi a Sidney, nel primo giorno di Chanukkah. Le vittime annunciate sono al momento quindici e a nove è stato dato un nome e cognome. Due di loro sono rabbini, Eli Schlanger e Yaakov Levitan. Tra gli assassinati ci sono anche una bambina di dieci anni e un sopravvissuto alla Shoah 87enne originario dell’Ucraina. «La resilienza, la lotta per la libertà religiosa e la preservazione dell’identità ebraica, i temi al centro della storia di Chanukkah, risuonano ancora più fortemente tra gli ebrei di tutto il mondo», sottolinea in una nota il World Jewish Congress, esprimendo la propria vicinanza agli ebrei australiani. Un dolore che, come affermava ieri in una nota la presidente Ucei Noemi Di Segni, diventa rabbia «al pensiero di tanti appelli fatti per arginare odio e violenza, per avvertire che il pericolo è dentro le nostre città». Per l’Assemblea Rabbinica Italiana, «sono ormai due anni che esprimere questa identità è estremamente difficile anche nel nostro paese». Tutto ciò è inaccettabile e per l’Ari è ora che «lo si dica ad alta voce e in maniera inequivocabile».
La solidarietà ha fatto il giro del mondo. Sul lungomare di Tel Aviv è stata posizionata una chanukkiah con ai lati del tavolo una bandiera israeliana e una australiana e un cartello “From Tel Aviv Beach to Bondi Beach”. L’atto terroristico si inserisce in una lunga scia di episodi di antisemitismo nel paese, tra stragi mancate e roghi di sinagoghe. «Sono molto arrabbiata per il fatto che il mio paese abbia permesso che succedesse ciò, perché questo è quello che accade quando lasci che si gridi “Gassate gli ebrei” fuori dalla Opera House o quando permetti che per le strade si gridi alla “globalizzazione” dell’Intifada», denunciano in un video Raizel and Daniel Namdar, una coppia del movimento Chabad originaria dell’Australia. Albanese, il premier di Camberra, duramente contestato dall’omologo israeliano Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che «sono state 24 ore straordinariamente traumatiche». Per poi aggiungere: «Il mio compito è fornire supporto alla comunità ebraica, far capire chiaramente che gli australiani sono in massa al suo fianco».