MILANO – In sinagoga per riscoprire le poesie di Amichai
Le poesie di Yehuda Amichai sono senza tempo: aprono a un dialogo costante con il lettore, spiegano Sara Ferrari e Raffaella Scardi, protagoniste dell’incontro Il cuore si fa audace, dedicato al celebre poeta israeliano e in programma oggi alle 18.30 alla sinagoga di via Guastalla a Milano.
L’appuntamento, spiega Ferrari, docente di ebraico all’Università degli Studi di Milano, nasce per ricordare una serie di ricorrenze legate ad Amichai. «Tra l’anno scorso e quest’anno si sono concentrati diversi anniversari: i cento anni dalla nascita del poeta, i venticinque dalla morte e i settant’anni dalla sua prima raccolta, quella che ha cambiato il volto della poesia israeliana. Ci è sembrato naturale fermarci su Amichai, per l’importanza che ha avuto e continua ad avere nella letteratura israeliana».
Ferrari, che ha dedicato alla poesia di Amichai sia la tesi di laurea sia quella di dottorato, racconta come la rilettura a distanza di tempo abbia aperto nuove prospettive. «Riprenderlo in mano mi ha fatto riscoprire la potenza della sua lingua: semplice, lineare, ma capace di attivare significati complessi, anche grazie al dialogo continuo con le Scritture e con i testi della tradizione».
Per Scardi, traduttrice e insegnante di lingua ebraica, la forza di Amichai sta anche nella sua capacità di accompagnare il lettore nelle diverse fasi della vita. «È un poeta che cresce con te. Può parlare ai lettori più giovani, soprattutto attraverso le poesie d’amore, ma col tempo emergono altre tematiche che diventano centrali». In questo momento, per Scardi, è soprattutto il dialogo con Dio a essere molto importante: «Un dialogo che apre domande, più che offrire risposte, e che oggi sento molto vicino».
La serata è pensata come un incontro aperto e non accademico, spiegano le due organizzatrici. Accanto al dialogo tra Ferrari e Scardi, sono previste le letture poetiche di Sarai Shavit, scrittrice e poetessa israeliana, che darà voce ai testi in ebraico. Le poesie saranno precedute dalla traduzione italiana, per permettere al pubblico di orientarsi all’interno dei testi.
Un gruppo musicale israeliano composto da Ella Azoulay (voce), Nathan Blankett (batteria e composizione) e Tal Gur (composizione e polistrumentismo) trasformerà in musica alcuni versi di Amichai. Del resto, sottolinea Scardi, «parliamo di uno dei poeti israeliani più musicati, e le sue poesie hanno dato origine a una vasta tradizione di adattamenti musicali».
Alla domanda su quale poesia di Amichai sia loro particolarmente cara, le due traduttrici indicano testi diversi, legati anche a momenti differenti. Scardi cita i versi di una poesia da lei tradotta per l’occasione: La pioggia cade sul viso dei miei compagni, / sul viso dei miei compagni vivi che / si coprono la testa con una coperta, / e sul viso dei miei compagni morti che / non si coprono più. «È una delle tante poesie dedicate da Amichai a Diki, amico con cui aveva combattuto durante la guerra d’indipendenza. Per me è bellissima. Tradurre questi versi e altre poesie di Amichai restituisce il senso del mio lavoro», spiega Scardi.
Ferrari fa invece riferimento a Un tempo un grande amore, testo scelto per chiudere la serata. «È una poesia che mostra molto bene la sua scrittura: una lingua semplicissima, quasi quotidiana, che però riesce ad attivare significati profondi. In pochi versi Amichai racconta l’inizio e soprattutto la fine di un amore, ed è questa capacità di dire molto con pochissimo che continua a colpirmi ogni volta che lo rileggo».
d.r.