VIAREGGIO – Riaperta la sinagoga: «Un luogo che parla alla città»

Per Paolo Molco la piccola sinagoga di Vicolo degli Oleandri, a Viareggio, è parte della biografia familiare: «Io e mia sorella siamo cresciuti qui. In questa sinagoga ho celebrato il mio Bar Mitzvah. Qui mia sorella si è sposata e mia nipote ha fatto il Bat Mitzvah. Per questo posso dire che è davvero un tempio di famiglia: ci siamo passati tutti, uno dopo l’altro». Per questo la reinaugurazione, dopo nove anni di chiusura, della sinagoga è per lui «un momento molto commovente». Alla cerimonia, con l’ingresso dei Sefer Torah (i Rotoli della Bibbia) e poi all’accensione dei lumi per l’ultimo giorno di Chanukkah, erano presenti tutti i membri della piccola Comunità ebraica viareggina, assieme ai rappresentanti delle istituzioni e religiose della città.
La riapertura segna il ritorno a nuova vita della sinagoga, restaurata dopo circa due mesi e mezzo di lavori che hanno interessato il tetto, la facciata, gli interni, le porte e le finestre. Un intervento possibile grazie al sostegno del Comune di Viareggio, della Fondazione Banca del Monte di Lucca e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
«È stata una cerimonia molto partecipata ed emozionante», sottolinea Milo Hasbani, vicepresidente dell’Ucei, ricordando l’accensione pubblica e il successivo momento più raccolto all’interno della sinagoga: «Dopo tanti anni questo luogo è tornato a essere vivo».
La riapertura del tempio «ha riattivato la vita della comunità ebraica viareggina e ha riacceso un fermento culturale che in città era rimasto sopito, ma con una importante tradizione. L’obiettivo è farne un luogo aperto, di incontro e di dialogo», aggiunge Andrea Gottfried, presidente della Comunità ebraica di Pisa, competente per territorio. «Spetta a noi promuovere iniziative», conclude.
Un punto condiviso da Molco, che guarda al futuro ma richiama anche la memoria storica del tempio: «Riaprire questa sinagoga significa restituire qualcosa non solo alla nostra comunità, ma a tutta la città. È un luogo che ha una storia forte». Il delegato viareggino ricorda in particolare il salvataggio dei Sefer Torah e degli arredi sacri durante l’occupazione nazista, «quando i fratelli Augusto Cassuto ed Elbano Cassuto li misero in salvo. Nonostante il pericolo, riuscirono a sotterrare i rotoli e a nascondere gli arredi in una casa. Nella stessa abitazione i tedeschi, durante l’occupazione, stanziarono il proprio comando e i due fratelli riuscirono di nuovo a salvare gli arredi».
Tra gli obiettivi di Molco c’è il dialogo con il territorio: «Vorrei portare qui le scuole e ricominciare un percorso di conoscenza: far entrare i ragazzi, raccontare loro la nostra cultura, la nostra identità e le nostre tradizioni. Anche così la nostra sinagoga può tornare a vivere».

d.r.