SYDNEY – Herzog parla con Albanese e annuncia visita
La testimonianza di due ebrei australiani: «È stato un episodio completamente folle»
L’Australia deve adottare «tutte le misure necessarie» per contrastare «un aumento pericoloso e senza precedenti di antisemitismo, estremismo e terrorismo jihadista». Dopo la strage di Chanukkah a Bondi Beach, celebre spiaggia di Sydney, non si possono più fare errori: è il messaggio recapitato dal presidente d’Israele Isaac Herzog al primo ministro australiano Anthony Albanese nel corso di un confronto telefonico tra i due. Un’occasione per Herzog per ribadire il proprio «shock e sgomento per il catastrofico attacco terroristico contro la comunità ebraica australiana».
Albanese ha risposto esprimendo cordoglio e vicinanza, assicurando che il paese «è al fianco della sua comunità ebraica» e che verranno rafforzate le misure di contrasto all’odio e alla violenza. Durante la telefonata, ha invitato Herzog per una visita di stato in Australia, prevista per l’inizio del nuovo anno. Un segnale politico arrivato mentre Canberra si prepara a varare norme più severe in tema di armi, esposizione di simboli terroristici e gestione di manifestazioni considerate a rischio.
Al di là delle dichiarazioni istituzionali, nella comunità ebraica australiana prevalgono ancora incredulità e smarrimento. La strage di Bondi Beach, dove 15 persone sono state uccise, ha incrinato una percezione di sicurezza già messa a dura prova dopo due anni di episodi antisemiti. I fratelli Maximilian e Isabella Bass, 24 e 21 anni, sono tra coloro che faticano a capacitarsene. Isabella racconta di un’amica rimasta ferita mentre prestava servizio come volontaria per la sicurezza dell’evento. «È stata colpita di striscio e da alcune schegge», spiega. «L’hanno portata subito in ospedale, l’hanno medicata e dimessa. Ora è a casa, sta fisicamente bene, ma è sotto shock. Continua a chiedersi cosa sia successo. È stato un episodio completamente folle: in Australia è davvero l’ultimo posto dove ti aspetti qualcosa di simile».
Una valutazione condivisa da Maximilian. «È il tipo di gesto che ti aspetteresti dagli Stati Uniti, o forse in Francia, in Germania, ma non da qui. Soprattutto non a Sydney. Certo il clima è peggiorato tanto dopo il 7 ottobre con un’ondata di antisemitismo mai vista qui. Ma nemmeno nel peggior incubo potevo immaginare un attentato simile». E aggiunge: «Spero davvero sia un punto di svolta. Molte persone fuori dalla comunità ebraica non avevano capito quanto la situazione fosse seria, la strage di Chanukkah ha aperto loro gli occhi. Ora speriamo in un intervento deciso delle autorità». I due fratelli sono andati insieme, all’indomani dell’attacco, a portare i fiori al memoriale spontaneo realizzato a Bondi Beach. «Forse l’unica nota di ottimismo è la solidarietà di quel momento: persone di ogni età, unite per esprimere il proprio cordoglio e rispondere all’odio con l’empatia».
d.r.
(Nell’immagine, il memoriale a Bondi Beach per la strage di Chanukkah)