USA – Il nuovo “zar” contro l’antisemitismo è un rabbino Chabad

«Ho sempre preferito lavorare dietro le quinte, ma date le sfide che la comunità ebraica deve affrontare oggi, ho capito che era ora di intervenire pubblicamente». La nuova missione pubblica di Yehuda Kaploun si prospetta delicata: rabbino del movimento Chabad-Lubavitch ed imprenditore, si appresta a diventare il nuovo inviato speciale dell’amministrazione Donald Trump per il monitoraggio e la lotta all’antisemitismo. La sua nomina è stata confermata dal Senato Usa con un sostegno compatto dei repubblicani e il voto contrario dei democratici.
Kaploun arriva all’incarico senza un passato da diplomatico o da accademico. Il suo profilo si è formato altrove, nel lavoro comunitario e nelle relazioni politiche coltivate lontano dai riflettori. Nel mondo ebraico ortodosso è definito un askan, un mediatore informale che facilita contatti e risolve problemi senza esporsi, spiega l’agenzia ebraica Jta. «Kaploun è una persona di buon carattere», ha raccontato a Jta Yitzchok Spalter, commerciante che lo conosce da oltre quarant’anni. «Fa cose buone di cui la gente non sa nulla». Spalter ricorda come il futuro inviato contro l’antisemitismo entri nei negozi casher del quartiere e dica: «So che ci sono famiglie che non riescono a pagare i conti. Ecco un assegno. Toglietelo dal loro conto».
Il suo nome compare per la prima volta negli atti del Congresso nel 1993, quando l’allora senatore Joe Biden, lo citò in un intervento sull’antisemitismo, riportando le preoccupazioni espressa dalla comunità ebraica per alcuni atti d’odio subiti. Da allora Kaploun ha costruito una rete sempre più solida di rapporti politici, culminata nel sostegno alla campagna di Trump del 2024. La sua nomina a un incarico di livello ambasciatoriale – rimasto vacante per mesi e sopravvissuto alla ristrutturazione del Dipartimento di Stato – è stata confermata dal Senato.
Alla vigilia della nomina Kaploun è stato coinvolto in una causa civile privata, poi chiusa con un accordo extragiudiziale, legata a una presunta relazione impropria con una donna. La vicenda ha comportato ordini restrittivi temporanei e l’allontanamento di Kaploun dalla sua sinagoga. Lui ha sempre respinto le accuse e il caso si è chiuso poco prima dell’annuncio della nomina da parte di Trump.
All’interno della comunità ebraica, le reazioni per la scelta della Casa Bianca sono contrastanti, riferisce Jta. Alcuni evitano di esporsi, temendo ripercussioni o ulteriori divisioni. Altri difendono apertamente la nomina. «È un soldato in prima linea per il popolo ebraico», ha dichiarato a Jta un membro della sua congregazione. «Aiuta i poveri, le vedove, le persone in difficoltà. Si batte davvero per i più deboli». Le accuse, aggiunge, «non dovrebbero squalificarlo: nessuno è perfetto».
Durante le audizioni al Senato, Kaploun ha insistito sull’importanza dell’istruzione e del coordinamento internazionale, sostenendo che la lotta all’antisemitismo richiede «impegno bipartisan» e continuità diplomatica. I democratici hanno votato compatti contro di lui, sostenendo che le sue prese di posizione politiche e il suo attivismo pro-Trump lo rendono inadatto a un ruolo fondato sulla fiducia bipartisan.
Le principali organizzazioni ebraiche hanno accolto positivamente la conferma di Kaploun. Il World Jewish Congress ha parlato di una scelta «necessaria per garantire leadership in un momento di crescenti minacce», mentre la Conference of Presidents of Major American Jewish Organizations e l’Anti-Defamation League hanno definito la nomina tempestiva alla luce dell’aumento della retorica e della violenza antisemita nel paese.