SCAFFALE – Edgardo Mortara e la vendetta di Pio XII

Il film di Marco Bellocchio Rapito (2023) ha messo il grande pubblico italiano di fronte a una vicenda particolarmente odiosa di prevaricazione antiebraica (ma, più in generale, contro gli universali diritti dell’infanzia, della famiglia e dell’umanità), quale la tragica storia di Edgardo Mortara.
Si tratta, com’è noto, del bambino ebreo di sei anni che, nella Bologna del 1858, fu strappato ai genitori in base alla dichiarazione di una domestica che sosteneva, vedendolo malato, di averlo battezzato, per permettergli, nel caso morisse, di accedere al paradiso. Il bambino guarì, ma la Chiesa lo sottrasse ai genitori, dicendo che ormai era diventato cattolico, e rifiutò sempre di riconsegnarlo, nonostante le forti pressioni internazionali che furono sollevate in tal senso. I Mortara erano una famiglia influente e, in quegli anni risorgimentali, in tutta Europa spiava un forte vento di laicità, volto a respingere o limitare le prevaricazioni del potere ecclesiastico. Ma proprio questo nuovo clima politico spinse il Vaticano (che era consapevole, come infatti poco dopo avvenne, di stare per perdere il potere secolare del papa-re) alla più assoluta sordità. Il bambino fu sottoposto a una forzata conversione al cattolicesimo, tanto che diventò un sacerdote cattolico, e solo in questa condizione, nel 1878, ormai, ovviamente, ampiamente adulto (essendo il padre già morto) poté rincontrare la madre. Che, ormai, a tutti gli effetti, era diventata ex.
Papa Pio IX ottenne, di fronte al mondo, la sua “vendetta” per l’onta di Porta Pia. “Mi avete strappato il regno, ma, all’interno delle mie mura, comando ancora io, secondo la legge della Chiesa, che è diversa e superiore alla vostra, essendo la legge di Dio”.

La vicenda, già prima del film di Bellocchio (il cui nome, tra parentesi, abbiamo letto con grande dolore tra i firmatari della petizione a favore del boicottaggio degli artisti israeliani: evidentemente non ha visto il suo film, e non sa cosa sia l’antisemitismo), era molto conosciuta, essendo stata oggetto di diverse narrazioni (ricordiamo, in particolare, gli importanti libri di Daniele Scalise e David Kertzer), perché la storia, per la sua drammaticità, attira, evidentemente, attenzione ed empatia. Proviamo a chiedere a una qualsiasi madre e a un qualsiasi padre cosa proverebbe se il loro bambino di sei anni gli fosse strappato. E proviamo anche a immaginare cosa proverebbe un qualsiasi bambino di sei anni a essere allontanato forzatamente dai suoi genitori, per essere affidato ad estranei, che si impegnerebbero poi a cancellare tutto quanto essi gli avevano insegnato. Una cosa atroce, inimmaginabile.
Alla vicenda (e ad altre analoghe) fu dedicato, il 20 novembre 2024, un convegno di studi intitolato Bambini rubati, Bambini contesi. Battesimi forzati in età moderna e contemporanea, organizzato dall’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme e tenutosi al Memoriale della Shoah – Binario 21. Da questo congresso è poi nato un volume di grande importanza, intitolato Bambini rapiti, bambini contesi. Battesimi forzati e fratellanza umana. Con un appello al Pontefice, a cura di Elisa Bianchi ed Elèna Mortara (quest’ultima diretta discendente di una sorella di Edgardo, oltre che apprezzata studiosa di queste vicende in contesti transnazionali) (Guerini e Associati Editore, Milano 2025, pp. 169, euro 21).
Il libro non tratta solo di un episodio passato, ma rappresenta la vibrante denuncia di una violenza che è ancora attuale, dal momento che a tutt’oggi il Codice di diritto canonico della Chiesa di Roma, nella versione rivista del 1983, permette esplicitamente, al canone 868, comma 2, il battesimo forzato di bambini, anche contro il parere dei genitori (etiam invitis parentibus), anche se cresciuti in famiglie di altre religioni. La Chiesa, quindi, non lo fa più perché non ha il potere di farlo, ma, se potesse, lo farebbe ancora.
Si può parlare, su queste basi, di amicizia ebraico-cristiana? Che valore hanno le reiterate denunce dell’antisemitismo pronunciate dalla Santa Sede?
Ma il libro non rappresenta solo una denuncia, dal momento che si chiude con un accorato appello rivolto da Elèna Mortaa direttamente a papa Leone, affinché voglia finalmente provvedere a correggere questa norma odiosa. “Caro Papa Leone XIV – vi si legge -, mi rivolgo a Lei, che succede a Papa Francesco, il quale il 3 ottobre 2020 ha promulgato l’Enciclica Fratelli tutti, nella quale ha dichiarato, in maniera ufficiale e solenne: C’è un diritto umano fondamentale che non va dimenticato nel cammino della fraternità e della pace: è la libertà religiosa per i credenti di tutte le religioni… Rendere lecito il battesimo forzato dei bambini contro il volere dei genitori, per timore dell’eterna dannazione della loro anima, è una pratica ormai inaccettabile. In questo la Chiesa Cattolica, come istituzione, deve ancora dimostrare di aver percorso fino in fondo il cammino in direzione di una vera fratellanza. L’abolizione della norma contenuta nel Canone 868 § 2 del Codice di diritto canonico è urgente, se vogliamo contribuire a un mondo di pace e reciproco rispetto tra i popoli e gli individui… Che si avveri l’auspicio contenuto nella Sua prima benedizione Urbi et Orbi dell’8 maggio 2025, l’auspicio per una Chiesa capace di costruire i ponti con il dialogo, con l’incontro… Allora veramente il saluto di pace universale con cui Lei ha aperto la Sua prima benedizione, La pace sia con tutti voi, corrispondente all’ebraico Shalòm Aleikhém, potrà ricevere dal mondo ebraico e, ci auguriamo, dal mondo intero la convinta, promettente risposta: Con tutti voi sia la pace”.
Ci permettiamo di aggiungere la nostra piccola voce a quella dell’autrice. La voce di un non credente che nutre una sincera stima e fiducia nel nuovo Vescovo di Roma. La prego anche io, Santo Padre, faccia questo piccolo, grande passo. Non sono un teologo, ma Le assicuro che la Chiesa di Roma non ne riceverebbe alcun vulnus dottrinale, mentre ne guadagnerebbe molto in termini di credibilità, coerenza, umanità, onore e, soprattutto, coerenza. Dimostri con i fatti il rispetto per il diritto umano fondamentale della libertà religiosa. Dimostri che il tempo della vendetta è finito.

Francesco Lucrezi, storico