7 OTTOBRE – Gli abusi di Hamas e il coraggio di Romi
«Sono entrata nella doccia e lui si è permesso di entrare con me». Così Romi Gonen, israeliana di 26 anni, riassume l’inizio dei 471 giorni di prigionia a Gaza, dopo il sequestro da parte dei terroristi palestinesi il 7 ottobre 2023. Nella prima intervista pubblica dalla liberazione, ha raccontato di aver subito quattro episodi di violenza sessuale da parte di quattro uomini, con «diversi livelli di gravità». Il primo abuso avviene subito: un infermiere entra con lei nella doccia con la scusa di aiutarla a lavarsi. «Ero ferita e non avevo alcun potere su di loro. Non potevo fare nulla. Mi hanno preso tutto».
Dopo i primi giorni viene trasferita in un appartamento nel campo profughi di Shati, dove si trova sotto il controllo di due uomini: Muhammad e Ibrahim. Da quel momento inizia una lunga fase di sorveglianza, isolamento e molestie costanti. «La paura ti paralizza», racconta.
Il secondo episodio avviene mentre Muhammad la sorveglia. «All’improvviso ha iniziato a massaggiarmi e a scendere verso la mia vita. Gli ho detto: Smettila di toccarmi!». Lei lo respinge, ma la reazione arriva il giorno dopo, con un sistema di regole imposto per controllarla: «D’ora in poi dormiremo con i materassi uno accanto all’altro… Quando vai in bagno, io vengo con te. Ogni notte verrò e ti ammanetterò». È l’inizio di una quotidianità fatta di violazioni, intimidazioni e minacce.
Il terzo abuso, definito da Gonen «il peggiore», dura «quasi mezz’ora». Le viene ordinato di lavarsi nel lavandino. «Piangevo senza controllo», ricorda. «Finché non ti trovi in quella situazione, non capisci cosa succede al corpo». «La paura», ripete, «ti paralizza». Nel mezzo dell’aggressione, nota fuori da una piccola finestra una scena che le rimane impressa: «Il cielo era blu, gli uccelli cinguettavano…» Un’immagine di normalità che contrasta con la stanza «sporca, brutale, disgustosa». L’abuso si conclude con la minaccia: «Se lo dici a qualcuno, ti uccido». Secondo Gonen, era l’ultimo giorno di quell’uomo con lei: «Ha fatto quello che voleva».
Il quarto episodio coinvolge Ibrahim. «Si siede accanto a me sul letto e mi molesta». Lei piange, lui risponde: «Se non ti calmi mi arrabbio». Succede più volte nell’arco di sedici giorni, durante i quali Mohammed la segue perfino in bagno, la osserva, la interroga sulla vita sessuale. «Sembrerebbe poco, ma sono stati i giorni peggiori della mia prigionia».
La testimonianza ha suscitato reazioni immediate. Il presidente Isaac Herzog ha definito il racconto «straziante» e «un atto di straordinario coraggio». «Romi, sei una vera eroina. Rendiamo omaggio alla tua forza», ha scritto.
La storia di Gonen riporta l’attenzione sull’uso della violenza sessuale come arma da parte dei terroristi palestinesi il 7 ottobre e nei successivi due anni di conflitto. «Ero terrorizzata e disgustata, e mi chiedevo solamente perché», conclude la ex ostaggio.