Archivio

LIBRI – I sapori di Gerusalemme,
un viaggio in 120 ricette

Yotam Ottolenghi è forse lo chef israeliano più famoso al mondo. Con il suo amico e socio d’affari, il palestinese Sami Tamimi, ha firmato nel 2012 un libro che è diventato in pochi mesi un best seller internazionale: “Jerusalem”. Centoventi …

FEMMINICIDIO – Mirella Serri: Fare rumore su violenza del 7 ottobre

Oltre 17mila persone hanno aderito finora all'appello “Non si può restare in silenzio” dell'associazione Setteottobre in cui si chiede alle organizzazioni internazionali di riconoscere quanto avvenuto il 7 ottobre come “femminicidio, stupro di massa e crimine contro l'umanità”. In continuità con questa istanza l'associazione ha convocato per il tardo pomeriggio di giovedì 7 marzo a Roma una maratona oratoria di donne del mondo della cultura, della politica, delle istituzioni e del femminismo, che interverranno in piazza Santi Apostoli a partire dalle 18, condividendo l'idea per cui il 7 ottobre costituisca “una ferita che chiunque abbia a cuore i diritti elementari dovrebbe sentire come propria”.

LA SPIGOLATURA – Roberto Jona: anno sabbatico precetto sempreverde

Nella parashà di Behar Sinai (sul Monte Sinai) il primo comandamento che viene impartito è quello di lasciare la terra incolta ogni sette anni. Il Signore rassicura Mosè che ci sarà comunque prodotto sufficiente per sopravvivere. È un comandamento strano, …

DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 4 marzo 2024

“L’Italia promuoverà una nuova iniziativa umanitaria per aiutare la popolazione civile palestinese”, afferma il ministero degli Esteri Antonio Tajani in una intervista con La Stampa, annunciando l’intenzione di convocare un vertice sul tema alla Farnesina. L’idea “è quella di …

DafDaf – Mascherarsi, giocare, fare “sul serio”

Giocare, mettersi in gioco. Sono i cardini intorno a cui ruota il numero 146 di DafDaf, in distribuzione in questi giorni. Si apre con una immagine del dolce più tipico di Purim, quelle orecchie di Amman sul cui nome tanto si potrebbe dire: già Amman, Aman, Haman? E poi... orecchie? Non dovrebbero avere la stessa forma del cappello, del cattivo per antonomasia? E perché "immortalarlo", il cattivo il cui nome vorremmo cancellare? È vero che in origine si chiamavano semplicemente ‘involtini di semi di papavero’, ossia ‘mohntashen’ in yiddish e da lì è nato il fraintendimento che ha portato al nome con cui li conosciamo? Mohn sono i semi di papavero, il passaggio a 'hamantashen' sarebbe uno slittamento, un errore... un mascheramento, molto adatto alla festa cui sono legati.