Ucei2012/DarioBedarida
Dario Bedarida Nato a Livorno nel 1962
Attivo fin da studente nelle organizzazioni ebraiche nazionali ed internazionali, sono stato Segretario Generale della Federazione Giovanile Ebraica d’Italia, Vice-Presidente dell’Unione Europea Studenti Ebrei, e Internal Auditor del Forum della Gioventù delle Comunità Europee.
Nell’ebraismo Italiano sono stato nel 1995 Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche (Ucei), delegato a 6 congressi dell’Ucei dal 1987 a oggi e nel 2006 e 2010 Vice-Presidente del Congresso dell’Ucei.
Dal 2003 al 2006 Vicepresidente e Presidente della Comunità Ebraica di Firenze
Dal 2006 al 2010 Membro del Collegio dei Probiviri del’Ucei e dal 2010 Consigliere e membro di Giunta dell’Ucei, con assessorato alle “piccole” Comunità e all’8 per mille.
Ho partecipato alla Commissione Statuto che ha predisposto il nuovo Statuto dell’Unione in vigore dal 2010 e nel 2011-2012 ho presieduto la commissione paritetica per la predisposizione delle modifiche Statutarie sull’art. 29 e 30 dello Statuto (Rabbinato).
Il motto con cui mi presento a questa elezione è “Più Comunità nell’Unione e più Unione per le Comunità”.
Il mondo sociale e civile nel quale viviamo, la (grave) situazione economica, le richieste interne ed esterne alle Comunità richiedono uno sforzo notevole per adeguare le nostre Comunità, il loro funzionamento, il loro interagire alle sfide ed alle sollecitazioni costanti.
Dobbiamo pensare all’ebraismo Italiano come un ebraismo unitario localizzato in 21 Comunità, solo geograficamente distanti.
Dobbiamo definire (o ridefinire) il ruolo e la funzione delle Comunità, in rapporto alle esigenze sociali, cultuali, culturali degli ebrei che le compongono.
L’Unione dovrà, con il supporto della Consulta Rabbinica e in modo più ampio dell’Assemblea Rabbinica mantenere la specificità dell’Ebraismo Italiano che ha garantito la nostra vita ebraica da oltre 2000 anni, nel solco della tradizione ortodossa a cui ci onoriamo di appartenere, garantendo a tutti coloro che delle Comunità fanno parte – secondo la legge e la tradizione ebraiche – il pieno diritto alla partecipazione.
Oggi Firenze è la terza Comunità in Italia, la “maggiore” delle Comunità “minori”. Abbiamo un dovere verso noi stessi e verso le altre Comunità di mantenerci vivi e attivi, di sostenere le altre Comunità vicine e cooperare con loro.
Possiamo pensare ad una Macro-Comunità formata da consorzi di Comunità vicine, in un ottica sinergica, solidaristica e di sussidiarietà, dove lavorando assieme è possibile integrare il lavoro degli altri.
L’Unione non è e non deve essere la 22esima Comunità. E’ una struttura che deve rappresentarci a livello nazionale, coordinarci a livello locale/regionale, che deve fornire supporto per le aree ove c’è maggior bisogno (es.: educazione dei ragazzi, assistenza sociale, attività cultuali).
Dobbiamo far volgere a favore dell’ebraismo Italiano questo difficile momento economico, premiando nella distribuzione dell’8 per mille le Comunità che tendono a dare più servizi e attività ai propri iscritti secondo i dettami statutari.
Dobbiamo sfruttare le nuove tecnologie, facendo giungere nelle Comunità piccole e medie e ai nuclei ebraici distanti le lezioni dei Maestri e la vita associativa Comunitaria, con tecnologie ormai alla portata di molti. La difficoltà economica viene così tramutata in un risparmio di tempo ed una maggiore e capillare distribuzione del contenuto. E parimenti l’Unione deve continuare le sue attività per le Comunità con momenti educativi, formativi e sociali a livello nazionale, nei quali ci si possa veramente sentire parte di una “Comunità Nazionale”.