Ucei2012/Tomas Simcha Jelinek
Sono nato nel 1956 a Ceska Lipa in Cecoslovacchia, nella zona nord della Boemia, conosciuta come Sudeten. La mia famiglia discende originariamente dal Munkatch, città che nel tempo vedeva cambiare ripetutamente la sua bandiera di appartenenza a seguito degli eventi epocali dell’ Est Europa: dal disfacimento dell’ Impero Austro-Ungarico fino alla annessione all’Unione Sovietica e poi, dopo la fine della seconda guerra mondiale, fino all’ odierna Ucraina.
Ho conseguito l’esame di maturità presso la Scuola superiore della Comunicazione e della Sicurezza sulle Ferrovie e in seguito mi sono laureato presso l’Accademia delle Arti Musicali a Praga con una tesi sulla Educazione creativa. Successivamente ho lavorato presso teatri professionali della Cecoslovacchia a Plzen e a Liberec fino al 1981, anno della mia emigrazione in Italia. Arrivato a Firenze mi sono trasferito nella campagna chiantigiana dove vivo tuttora nel comune di Greve in Chianti.
In Italia ho continuato ad esercitare la professione di teatrante, principalmente come burattinaio, ed ho presentato i miei spettacoli in Europa, Nord Africa e Israele ed ho ricevuto per la mia attività anche importanti riconoscimenti presso vari festival del settore.
Iscritto alla Comunità Ebraica di Firenze, ho cominciato a lavorare come “mashgiach kashruth” dopo i previsti corsi tenuti presso la Ortodox Union. Questa attività mi ha portato alla gestione della mensa rituale ebraica “RUTH’S” a Firenze, dove, insieme con mia moglie Rivka Satti, svolgo fino ad oggi l’ attività. Abbiamo tre figli, Jonas, Ariet Lea e Rachel Stella e tutta la nostra famiglia partecipa attivamente alla vita sociale e religiosa della Comunità Ebraica di Firenze.
Il mio programma è richiuso nel motto: “Aggiungere un colore all’ arcobaleno”. L’arcobaleno rappresenta infatti il patto stipulato tra HaShem e noi che il diluvio universale non si ripeterà mai più per “ordine” di HaShem. Ma per le nostre responsabilità è possibile che si ripeta? Has ve Shalom. Ecco allora che è necessario che da parte nostra venga aggiunto un colore all’arcobaleno, al patto.
Che vuol dire? Come si fa? Prima di tutto esercitando la memoria “creativa”, viva e partecipe. Significa più giovani al Tempio, e non necessariamente seguendo il minhag centenario della Comunità, ma forse con un rituale di mincha e arvit di shabbat e havdala fatti alla loro maniera, con la loro presenza come chasanim, e per stare insieme tra di loro, dopo la havdala. Un sogno? Sì, ma se è un sogno, realizziamolo. Ma non solo in una Comunità, ma in tutte quelle dove ancora ci sono i giovani.
Seconda cosa che a me preme, sempre valida per tutte le Comunità, è di valorizzare individualmente ogni iscritto e simpatizzante, così da scoprire le loro capacita, magari fino ad ora sconosciute, e sfruttarle al meglio in una sorta di “banca del tempo” da mettera a disposizione della Comunità. In questo modo una Comunità pietrificata da “yichus” può diventare una pietra preziosa, un diamante con mille facce e i mille riflessi dell’ arcobaleno.
La terza idea che mi ha spinto ad affrontare il confronto con il bravissimo Dario Bedarida, è il lavoro da fare sulla pesante eredità della Shoah. Io sono figlio di sopravvissuti e vorrei condividere questa mia esperienza, per la maggior parte nascosta nel mio inconscio, oltre che con i miei figli anche con i vostri figli e con i vostri nipoti. Partendo dalla esperienza nel campo teatrale e da umili tentativi nel campo della letteratura, vorrei organizzare incontri per favorire l’appropriazione di una storia non vissuta in prima persona, ma che ha influenzato profondamente la nostra infanzia, la nostra idea di “fidarsi”, di capire quando esser coraggiosi e quando nascondersi. E così via, sentimento dopo sentimento, valore dopo valore.
Vi sto offrendo troppo? Sono sicuro, che realizzando anche solo una parte di questo programma non concentrato solo sulla nostra Comunità di Firenze, ma più in generale sul mondo ebraico esistente sul territorio Italiano, composto da tante culture, tante lingue, tante usanze da scoprire e da valorizzare, sarà stato fatto tanto. E se trovo bravi alleati all’interno del nuovo consiglio dell’ UCEI e nelle Comunità Italiane, a D-o piacendo, il mio sogno diventerà di tutti e si realizzerà mano a mano. Amen