Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

26 gennaio 2015 - 6 Shevat 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
In questo giorno della memoria vorrei parlare di storia contemporanea, degli ebrei vivi, degli ebrei di oggi. Con onestà storica e morale sui fatti di oggi. In questo giorno della memoria vorrei smascherare l'antisemitismo di oggi: siamo franchi, troppo spesso il giorno della memoria è l'omaggio che l'antisionismo di oggi concede agli ebrei morti del passato. Lo vogliamo un simile omaggio?
 
Leggi

Anna
Foa,
storica
Tra le moltissime iniziative per la giornata della Memoria vorrei segnalare il concerto  che si terrà stasera all'Auditorium di Roma. La musica sarà quella concentrazionaria recuperata e raccolta da Francesco Lotoro nella sua lunga indagine sulla musica prodotta nei campi durante la Seconda Guerra Mondiale. Suonare questa musica, segnalarne il valore in questo giorno, ha due importanti valenze.
 
Leggi

Memoria, valore a rischio
Sul Corriere della Sera ampia anticipazione dell’indagine sulla percezione della Memoria da parte degli italiani condotta dall’istituto di ricerca SWG in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche. Giunto alla seconda edizione, il rapporto “Scenari di un’Italia che cambia – Speciale per il Giorno della Memoria” parla di un valore sempre più “fragile” e “minacciato” e rilancia la sfida a tutti i livelli – istituzioni, scuola, educatori – affinché questo incommensurabile patrimonio non venga disperso.
“L’analisi che appare nel prossimo numero di Pagine ebraiche, il periodico dell’ebraismo italiano, parla chiaro. L’attenzione è inevitabilmente rivolta al peso della Giornata della Memoria del 27 gennaio nella coscienza collettiva italiana: ‘Abbassare la guardia e considerarla un dato acquisito potrebbe costituire un grave pericolo. Resta necessario al contrario intensificare il lavoro di informazione e cultura, gli investimenti sull’educazione, lo sforzo di sottrarre la Memoria della Shoah al quadro retorico e celebrativo dove vengono spesso relegate le attività istituzionali presenti sul calendario ma – scrive oggi Paolo Conti – poco avvertite nella coscienza della popolazione’”.
 
Leggi

  davar
L'INDAGINE DEMOSCOPICA SWG-PAGINE EBRAICHE
Memoria, un valore da difendere


Il Corriere della Sera pubblica oggi un’ampia anticipazione dell’indagine sulla percezione della Memoria da parte degli italiani condotta dall’istituto di ricerca SWG in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche. Giunto alla seconda edizione, il rapporto “Scenari di un’Italia che cambia - Speciale per il Giorno della Memoria” parla di un valore sempre più “fragile” e “minacciato” e rilancia la sfida a tutti i livelli – istituzioni, scuola, educatori – affinché questo incommensurabile patrimonio non venga disperso. “L’analisi che appare nel prossimo numero di Pagine ebraiche, il periodico dell’ebraismo italiano, parla chiaro. L’attenzione è inevitabilmente rivolta al peso della Giornata della Memoria del 27 gennaio nella coscienza collettiva italiana: ‘Abbassare la guardia e considerarla un dato acquisito potrebbe costituire un grave pericolo. Resta necessario al contrario intensificare il lavoro di informazione e cultura, gli investimenti sull’educazione, lo sforzo di sottrarre la Memoria della Shoah al quadro retorico e celebrativo dove vengono spesso relegate le attività istituzionali presenti sul calendario ma – scrive oggi Paolo Conti – poco avvertite nella coscienza della popolazione’”

La conquista raggiunta al costo di un duro impegno per fare stabilmente della Memoria un patrimonio di civiltà e di consapevolezza per tutti gli italiani segna la nostra epoca, ma abbassare la guardia e considerarla un dato acquisito potrebbe costituire un grave pericolo. Resta necessario al contrario intensificare il lavoro di informazione e di cultura, gli investimenti sull’educazione, lo sforzo di sottrarre la Memoria della Shoah al quadro retorico e celebrativo dove vengono spesso relegate le attività istituzionali presenti sul calendario ma poco avvertite nella coscienza della popolazione. Sono queste le prime considerazioni che emergono dai dati 2015 della ricerca sulla percezione della Memoria da parte degli italiani. Il rapporto Scenari di un’Italia che cambia – Speciale per il Giorno della Memoria, realizzato dall’istituto di ricerche SWG Lab con la collaborazione della redazione di Pagine Ebraiche giunge ora alla seconda edizione con i dati raccolti nel gennaio 2015, proprio alla vigilia di questo Giorno della Memoria.
“Si tratta di un passaggio importante - commenta Riccardo Grassi, direttore di ricerca nell’istituto – perché per la prima volta abbiamo uno strumento che è in grado di misurare cosa pensano e quanto capiscono gli italiani della Memoria, ma non solo. Confrontando gli ultimi dati con gli indicatori della prima ricerca, realizzata nel gennaio 2014, possiamo anche trovare una conferma sulla solidità delle considerazioni emerse un anno fa e soprattutto misurare come evolve nel tempo la percezione della pubblica opinione”.
Il raffronto con i dati più recenti conferma molti degli elementi già emersi un anno fa, a cominciare da una solida base di consapevolezza che costituisce un elemento importante di equilibrio e di cultura per la nostra società. Ma fa suonare anche alcuni campanelli d’allarme.
Il primo riguarda il grado di percezione, che mantiene una forte consistenza, ma risulta in netto calo. Mano a mano che passano gli anni e che ci allontaniamo dal tragico periodo delle persecuzioni e della Shoah, mano a mano che alla coscienza storica e alla testimonianza diretta di chi quegli anni li ha vissuti si sovrappongono gli stimoli e le preoccupazioni determinate dalla vita in una società sempre più problematica, dalla crisi economica, da un senso di insicurezza e di generalizzata caduta degli ideali, la Memoria si trova esposta a sempre maggiori rischi.

Secondo l’indagine anticipata da Pagine Ebraiche la percezione di un forte coinvolgimento rispetto al Giorno della Memoria cala così dal 42 per cento registrato nel 2014 al 39 per cento di quest’anno. Una variazione percentualmente non enorme, ma comunque significativa, e soprattutto allarmante se letta in una prospettiva temporale, che presenta il rischio di una Memoria sempre più sbiadita. A fronte di questo c’è l’impressionante radicalizzazione di una minoranza consistente che di Memoria non vuole sentir parlare.
La somma di chi ritene che si tratti di una questione di esclusivo interesse ebraico e di chi pensa che “non serva più a nulla” è in forte ascesa. Ma la ricerca presenta molti altri punti di interesse, elementi su cui è urgente avviare una riflessione seria e fattiva da parte delle istituzioni e di tutti coloro che considerano la Memoria irrinunciabile.
Gli sforzi sul fronte dell’educazione, che trovano conferma nella ricerca quando si vanno a scomporre i fattori sociali dei rispondenti e si prendono in esame le risposte dei giovani, stanno producendo effetti tangibili. Ma il risultato per certi aspetti confortante, se mette fortemente in rilievo il carattere formativo della Memoria corre il rischio di comportare una riduzione della percezione della rilevanza dei valori in gioco. “In altre parole – conferma Grassi – là dove non si riesce a bilanciare l’azione dell’istituzione scolastica con attività culturali e sociali gestite anche a livello non formale si rafforzano dei valori che certo sono dovutamente diffusi, ma rischiano di rimanere inamidati nella loro dimensione istituzionale”.
Sempre su questa linea i dati dimostrano anche una crescita, moderata, ma allarmante, di reazione alle attività dedicate alla Memoria. Gli italiani che fanno riferimento a giudizi come “retorico” o “inutile” quando si parla di Memoria stanno crescendo, e dietro la loro insofferenza rischiano di celarsi sentimenti oscuri e preoccupanti, rischia di mettere radici la tentazione dell’intolleranza, della negazione della Storia e dell’odio.

La ricerca è stata condotta su un campione di mille rispondenti maggiorenni, lo stesso utilizzato per analizzare l’orientamento politico degli italiani da SWG, l’istituto fondato a Trieste che da più di vent’anni progetta e realizza ricerche istituzionali, politiche, valoriali e di mercato e sondaggi d'opinione. Si tratta di un campione che è considerato dagli esperti molto affidabile e dotato di una sua stabilità metodologica, e le risposte sono arrivate attraverso un sondaggio CAWI, acronimo di Computer Assisted Web Interviewing, ossia tramite un software per sondaggi online. I risultati riguardano quattro domande, due dirette - per cui erano possibili più risposte - e due proiettive (ossia che consentono di delineare indirettamente cosa pensa il rispondente, senza farlo sentire direttamente coinvolto), ma nell’edizione di quest’anno consentono anche una complessa e delicatissima lettura delle differenze che caratterizzano le diverse sensibilità politiche e le diverse componenti anagrafiche in cui si articola la società italiana.
Il quadro delineato dalla ricerca per fortuna non è così drammatico, e “La strada verso una interiorizzazione dei valori della Memoria – scriveva Pagine Ebraiche un anno fa – è ancora lunga, e richiede forse una riflessione approfondita”. Quest’anno possiamo confermare questa analisi e aggiungere un elemento di attenzione, di moderato allarme in più. Rispetto al monito lanciato nel 2014 ora solo quel “forse” risulta un’eccessiva prudenza, anzi sembra decisamente di troppo. Si lavora molto e si raccolgono risultati concreti, ma gli elementi che prendono forma all’orizzonte non appaiono confortanti e consigliano di tenere molto desta l’attenzione e l’impegno da parte degli ebrei italiani e di tutti coloro che vogliono garantire ai propri figli la possibilità di vivere in un mondo migliore.

Ada Treves
Pagine Ebraiche, febbraio 2015


Il 44 per cento vede l'antisemitismo
qui roma
Shoah, casa nuova per il Museo
“Senza la Memoria saremmo un'umanità meno completa”. Così il sindaco di Roma Ignazio Marino nel consegnare fa le chiavi della Casina dei Vallati al presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman. Un nuovo simbolico tassello nella marcia di avvicinamento al Museo di Villa Torlonia e che porterà, nel più breve tempo possibile, al trasferimento degli uffici e dell'archivio della Fondazione nel palazzo di Largo 16 ottobre, sede oggi della sovrintendenza capitolina.

Alla presenza dei Testimoni della Shoah Sami Modiano, Piero Terracina, Andra e Tatiana Bucci e dalla moglie dell'indimenticabile Shlomo Venezia, Marika, il presidente Paserman si è detto “felice” ed “emozionato” e ha rinnovato la speranza che possa essere presto decretata l'aggiudicazione definitiva per l'avvio del cantiere del Museo. Una speranza condivisa dal sindaco, che ha parlato di “percorso da accelerare”.
Al loro fianco, tra gli altri, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, il rabbino Riccardo Di Segni, l'architetto e consigliere UCEI Luca Zevi, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, gli assessori di Roma Capitale Giovanna Marinelli e Paolo Masini.
Nella piccola folla ritrovatasi a Largo 16 ottobre, molti esponenti del Consiglio comunitario romano e il presidente della Fondazione Cdec di Milano Giorgio Sacerdoti.
 
qui bologna
Costruire per la Memoria

Presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa presso la Cappella Farnese del palazzo del Comune, il bando di concorso per la progettazione di un nuovo Memoriale della Shoah nel capoluogo emiliano, promosso dalla Comunità ebraica di Bologna e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con il Comune e il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna.
Leggi
qui roma
Ricordare insieme al rav Lau
A Roma per presentare la sua biografia “Dalle ceneri alla storia” (ed. Gangemi), l’ex rabbino capo di Israele rav Yisrael Meir Lau, oggi rabbino capo di Tel Aviv, ha incontrato in mattinata a Palazzo Giustiniani il Capo dello Stato reggente Pietro Grasso. L’incontro, cui ha preso parte il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e una folta delegazione della Comunità ebraica romana guidata dal presidente Riccardo Pacifici e dal rabbino capo Riccardo Di Segni, ha toccato i temi più densi della testimonianza del rav e trovato concordi i protagonisti sull’importanza di tenere viva la Memoria della Shoah e la sua terribile lezione.
Leggi
qui milano - l'intervento di liliana picciotto
Il valore della testimonianza
La tesi di Mario Lattes
Varsavia e l'orrore del Ghetto
lugano, l'omaggio a un grande ebreo italiano
Dan Segre, memoria viva
informazione - international edition
Shoah, un pugno nello stomaco
qui venezia
Ritorno a scuola
 

qui torino
Il flebile filo della Memoria

qui casale
La testimonianza di Karski

pilpul
 Oltremare - Senza 27 gennaio
Io che sono cresciuta senza 27 gennaio, la memoria non l'ho mai persa lo stesso. L'ho cercata e la cerco continuamente, in generazioni, lingue e nazionalità diverse. Sarà stata una buona educazione, forse. La fortuna di nascere a Torino con Primo Levi ancora vivo a pochi isolati. E oltre a lui, altre facce e voci di racconti di quegli anni. I partigiani, i nascosti, le staffette, i sopravvissuti. Non che tutti parlassero, anzi; ma c’erano, e quell’esserci era il racconto.

Daniela Fubini
Leggi
Passato, presente e futuro
Mi capita spesso di pensare in maniera critica al Giorno della Memoria. Critica non in senso negativo, più che altro cerco di capire la sua reale utilità. I numeri ci dicono che l’interesse che hanno i cittadini per questa ricorrenza sia progressivamente in calo, quasi tutti la considerano “la giornata degli ebrei”, dimenticando i rom, gli omosessuali, gli oppositori politici e tanti altri innocenti uccisi nei campi di sterminio nazisti.

Daniele Regard
Leggi
Soggetti e non oggetti
Sento la necessità, l’urgenza interiore, di testimoniare quello che è successo, in un modo emotivo, non retorico, di ridare vita a quelle persone, ai nostri morti, non solo in quanto vittime di qualcosa di inevitabile, ma come  individui unici, creativi, farli uscire dall’anonimato, dall’essere un numero, non quello tatuato sul loro polso, ma anche quello sotto il quale sono ricordati storicamente: tanti morti, tanti bambini, tanti polacchi, tanti italiani.

Viviana Kasam
Leggi
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.