storia…

In questo giorno della memoria vorrei parlare di storia contemporanea, degli ebrei vivi, degli ebrei di oggi. Con onestà storica e morale sui fatti di oggi. In questo giorno della memoria vorrei smascherare l’antisemitismo di oggi: siamo franchi, troppo spesso il giorno della memoria è l’omaggio che l’antisionismo di oggi concede agli ebrei morti del passato. Lo vogliamo un simile omaggio?
Guardo con orrore alla sostituzione della solidarietà morale agli ebrei di oggi con l’estetica delle cerimonie commemorative; dell’empatia con il discorrere solenne. Condanno con veemenza il concetto per cui il giorno della memoria viene presentato solo come un insieme nomi da ricordare, di cerimonie: la riduzione della memoria ad una mera adesione celebrativa in ossequio alle leggi dello Stato e dell’Europa. Un Europa, d’altra parte, che sempre più isola gli ebrei di Israele, piangendo gli ebrei del passato senza guardare gli ebrei del presente. Lacrime mischiate con la disonestà, mera forma di opportunismo politico ipocrita.
Sono questi gli esiti morali dell’era del dopo Auschwitz? Dobbiamo ricordare, si. Ma bisogna tenere presente che prima di ogni altra cosa la memoria non si eleva al di là dell’aspetto etico del qui ed ora e che le due dimensioni sono inseparabili. E tuttavia alcuni getteranno finalmente la maschera: le presunzioni e ipocrisie, le nozioni storiche (anche del presente) distorte e corrotte; e forse allora la memoria sarà una memoria viva, una memoria di vita.

Paolo Sciunnach, insegnante

(26 gennaio 2015)