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6 febbraio 2014 - 16 Shevat 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Questa mia non vuole in nessun modo essere una indicazione di voto, ma voglio comunque parlare delle prime pubblicità elettorali che girano sul web qui in Israele.
In una troviamo Bibi Netanyahu che gioca al “Bibi-sitter” in una ironica performance elettorale che lo vede entrare in una casa israeliana dove si propone come “custode dei bambini”, affidabile e serio rispetto ad altri candidati, che vengono citati e presi in giro o per la loro incostanza politica o per i rischi di incapacità nell’assicurare stabilità alla casa, ai mobili, alla proprietà, dove la casa è il simbolo stesso del paese e dei suoi confini sicuri.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Fra i numerosi anniversari che verranno ricordati in questo 2015 assumono particolare rilevanza i 50 anni dalla pubblicazione della dichiarazione Nostra Aetate. Il 28 ottobre 1965 dai lavori del Concilio Vaticano II emerse questo documento dedicato a una inedita apertura e attenzione verso le religioni non cristiane e in particolare al quarto paragrafo verso gli ebrei. La dichiarazione è stata giudicata da più parti e con non poche ragioni piuttosto reticente, ma non è questo il nodo della questione oggi.
 
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La ferocia dell'Isis
contro i bambini
Esecuzioni di massa, crocifissioni, decapitazioni. Sono solo alcune delle atrocità commesse dai miliziani del Califfato contro i bambini delle minoranze etniche e religiose nei territori iracheni e siriani. A raccontare le sevizie e le uccisioni dei minori, un rapporto redatto dal Comitato Onu sui diritti dell'Infanzia. Il rapporto sui crimini dell'Isis, racconta il Corriere della Sera, denuncia anche la vendita dei bambini come schiavi, il loro utilizzo come scudi umani e di minori disabili usati come kamikaze. Violenze efferate contro cui la coalizione anti-califfato non riesce a porre rimedio: decisamente negativo il quadro descritto da Maurizio Molinari in merito ai successi riportati dalla coalizione. Solo l'1 per cento dei territori è stato riconquistato e il contributo dei paesi arabi alleati all'Occidente risulta di fatto simbolico, ad eccezione dell'impegno giordano. Re Abdullah II di Giordania, come racconta Lorenzo Cremonesi sul Corriere, rischia però molto: al momento i giordani sono dalla sua parte, vogliono vendicare la terribile uccisione del loro pilota, arso vivo dai jihadisti del Califfato, ma una eventuale sconfitta sul campo potrebbe ritorcersi contro il sovrano, considerato in patria troppo legato agli americani.
 
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  davar
l'indagine del pew research center
Molti musulmani si svegliano,
l'estremismo ora fa paura

Dopo le stragi di Parigi, molte voci hanno chiesto all'Islam moderato di esprimersi in modo chiaro contro il terrorismo e il fondamentalismo. Senza il mondo musulmano, infatti, la guerra contro i fanatici integralisti non potrà essere vinta. E l'opinione pubblica di diversi Stati islamici sembra rendersene conto: secondo i sondaggi condotti dall'istituto di ricerca americano Pew Research Center negli ultimi dieci anni si è registrato in questi paesi un significativo aumento della preoccupazione nei confronti dell'estremismo religioso. “Nell'ultimo decennio abbiamo riscontrato che nell'opinione pubblica musulmana il supporto dell'estremismo è a un livello basso mentre alto è il livello della preoccupazione”, scrive Richard Wike, direttore del settore del Pew Research Center dedicato alle ricerche sulle attitudini comportamentali a livello globale. Secondo Wike, la shoccante esecuzione del pilota giordano da parte dei miliziani dell'Isis non farà che rafforzare questo trend.
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moda e modi
Antisemitismo, la kippah sicura 
La Kippah magica è di fatto un semplice parrucchino. Fatta di capelli (possono essere sintetici, ma anche veri) si applica sul capo confondendosi con la chioma e risultando oggettivamente invisibile allo sguardo. È la trovata di un barbiere israeliano, Shalom Koresh, che l’ha ideata come protezione contro l’ondata di antisemitismo che in alcuni paesi d’Europa sembra mettere sempre più a rischio l’incolumità degli ebrei.
“La magic Kippah – spiega Koresh – nasce perché voglio che le persone si sentano al sicuro anche in posti nei quali hanno paura di andare o in luoghi dove non si sentirebbero tranquilli a indossarla. Si può personalizzare a seconda del colore dei capelli e delle diverse esigenze, si può lavare e si applica con mollette nascoste”.
Il barbiere racconta così la genesi della sua invenzione: “Mentre tagliavo i capelli ai clienti, mi raccontavano come molte guide sconsigliassero fortemente di indossare la kippah quando viaggiavano per l’Europa. A quel punto ho capito che dovevo fare qualcosa”.
La magic Kippah ha un prezzo che varia da 79 euro per la versione fatta di capelli umani a 49 per quella di capelli sintetici. Il primo modello è stato progettato sei mesi fa ed è stato indossato dallo stesso Koresh mentre lavorava nel suo salone: “Quando ho appurato che nessuno si accorgeva del fatto che indossassi la kippah – afferma – ho capito che poteva andare”.
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la fondazione si presenta negli usa 
New York e Washington
guardano al modello Cdec

Ha suscitato grande interesse la missione della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano negli Stati Uniti. Un duplice appuntamento, presso l’ambasciata italiana di Washington e presso il centro culturale del consolato di New York, nel corso del quale sono state illustrate sfide, attività e prospettive della Fondazione. Tra i protagonisti il presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti e la storica Liliana Picciotto, entrambi consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Ad essere presentato anche il nuovo portale web “Cdec Digital Library” in cui è possibile consultare l’intero catalogo della biblioteca e le risorse degli archivi del Cdec riguardanti la storia e la Memoria della Shoah.
(Nell’immagine un momento della missione) 

j-ciak
Le voci negate dei soldati
Ancora soldati. Mentre “American Sniper”, storia vera di un cecchino in Iraq,  si avvia a diventare il film di guerra più visto negli Stati Uniti, da Israele arrivano in presa diretta le voci di chi ha combattuto. A restituircele, per la prima volta in tutta la loro crudezza, è “Censored voices” (84’, Israele/Germania) di Mor Loushy. Il documentario propone le interviste a un gruppo di giovani kibbutznik reduci dalla Guerra dei Sei Giorni realizzate – una settimana dopo la fine del conflitto - dallo scrittore Amos Oz e Avraham Shapira. Finora nessuno aveva potuto ascoltarle per intero perché l’Esercito aveva censurato le registrazioni, consentendo la pubblicazione di soli alcuni frammenti.
Presentato in anteprima mondiale al Sundance Festival, dove ha fatto già ha fatto parlare di sé, pur senza aggiudicarsi particolari riconoscimenti, il documentario sbarca ora alla Berlinale.

Daniela Gross
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jwhite
Una start up sotto la neve
“Il primo evento ebraico internazionale invernale organizzato con la formula peer-to-peer”, così Benedetto Sacerdoti spiega la realizzazione di Jwhite, il campeggio invernale organizzato assieme a Ariel Nacamulli e Giulio Piperno e destinato a giovani ebrei di tutta Europa che nella sua prima edizione ha raccolto 40 partecipanti da otto paesi diversi.  “Il successo dell’evento, a dire dei partecipanti, era il clima rilassato – spiega Sacerdoti - Le attività venivano organizzate spontaneamente e presto si è instaurata una atmosfera da vacanza fra amici, seppur sconosciuti fino al giorno precedente”. Diverse le novità legate all'evento: in primo luogo la formula con cui è stato organizzato, quel peer-to-peer che veniva spiegato nella locandina in cui si pubblicizzava l'evento come una compartecipazione da parte di tutti alla realizzazione dell'iniziativa. “Peer-to-peer significa che questo evento è fatta da voi – si leggeva nel lancio dell'evento su Facebook, tenutosi dal 23 al 29 dicembre sulle Dolomiti - Vuoi condurre una lezione? Insegnare alcuni passi di danza? Suggerire qualche attività? Il palco è tuo!”. Una modalità apprezzata dai partecipanti e che ha portato il progetto non solo ad arrivare alla copertura dei costi ma anche a registrare un utile, di cui una parte è stato donato alla Deputazione Ebraica.
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calcio - l'allenatore israeliano del ghana
Africa, Grant torna in finale 
Chissà quante volte quell’epilogo avrà tormentato le sue notti. John Terry, il capitano di mille battaglie, che scivola sul dischetto a un passo dal trionfo. Il Chelsea che butta alle ortiche un’occasione storica. La disperazione sul volto dei giocatori. Il Manchester United che trionfa beffardo. Sono passati sette anni dalla finale di Champions League persa in modo maldestro contro i Diavoli Rossi e per Avraham Grant, il decano degli allenatori israeliani, 60 candeline proprio oggi, è tempo di una nuova finale. Le prospettive sono ridimensionate rispetto a un tempo, ma portare il Ghana alla vittoria della Coppa d’Africa sarebbe comunque una bella soddisfazione per l’allenatore di Petah Tikva, che dopo aver chiuso con i Blues si è improvvisato giramondo: dopo due parentesi inglesi al Portsmouth e al West Ham, la voglia di confrontarsi con nuove esperienze l’ha portato infatti in Serbia (Partizan Belgrado) e Thailandia (al semisconosciuto BEC Tero Sasana) fino all’ultima firma, con la selezione africana, nel novembre scorso.
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qui roma 
Il canto della legalità
Poeta e musicista che molti lavori ha dedicato all’ebraismo, all’identità ebraica e al valore della Memoria, Piero Nissim sarà in scena domani a Roma al Bibliothè di via Celsa con un recital sulla legalità dal titolo “Anch’io mi indigno” (ore 20). Affiancato da David Domilici e con regia di Andrea Mancini, Nissim toccherà alcuni momenti peculiari di storia italiana.
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qui biella
Contro l'indifferenza

qui roma
I Quaderni Neri di Heidegger
“La vera domanda, dopo la rivelazione dei suoi Quaderni Neri, è la seguente: cosa dobbiamo farne di Martin Heidegger? Come la mettiamo con lui e con il suo rivelato antisemitismo?”. A discuterne con Donatella di Cesare, autrice di “Heidegger e gli ebrei” (ed. Bollati e Boringhieri) è Antonio Gnoli, giornalista e scrittore con Franco Volpi di “L’ultimo sciamano. Conversazioni su Heidegger” (ed. Bompiani) nella cornice della libreria romana Koob.
Suscitano infatti scalpore i ritrovati quaderni del filosofo, testimonianza inequivocabile del suo antisemitismo fervente. 
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pilpul
Exodus e azione
Mi ha fatto uno strano effetto vedere il film Exodus di Ridley Scott proprio nella settimana tra Shabbat Bo, in cui si è letto dell’uscita dall’Egitto, e Shabbat Beshallach, con il miracolo del Mar Rosso. Ma forse ha fatto ancora più effetto nella settimana del Giorno della Memoria vedere ebrei costretti a lavorare in condizioni disumane, sentir parlare di bambini ebrei uccisi e di “Giusti tra le Nazioni” che li salvano e li proteggono. In alcuni momenti viene il sospetto che i riferimenti all’attualità presenti nel film siano voluti, per esempio quando ci viene mostrato un Mosè (ancora inconsapevole della propria identità) antisionista ante litteram, che irride gli ebrei per il loro rimpianto di una terra che non hanno mai conosciuto e da cui mancano da secoli; o un Mosè in crisi d’identità, che non può fare a meno di considerare l’Egitto il proprio paese; o ancora, dopo l’uscita dall’Egitto e il passaggio del Mar Rosso, un Mosè che si pone in termini decisamente attuali il problema del rapporto con le popolazioni che già risiedono in Eretz Israel.

Anna Segre, insegnante
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Lo stato d'emergenza
La tradizione degli oppressi ci insegna che lo «stato di emergenza» in cui viviamo è la regola. [...] Lo stupore perché le cose che viviamo sono "ancora" possibili nel ventesimo secolo è tutt'altro che filosofico. Non è all'inizio di nessuna conoscenza, se non di quella che l'idea di storia da cui proviene non sta più in piedi.”
Walter Benjamin scrisse questo paragrafo, tratto dalle celebri “Tesi di Filosofia della Storia”, nel 1940, poco prima della sua morte in fuga dai propri persecutori, mentre l'Europa era travolta dalla barbarie nazista
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Francesco Moises Bassano, studente
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Piccoli alberi crescono
"Noi eravamo giovani piante, strappate violentemente alla terra. Non siamo diventati alberi e non abbiamo potuto portare i frutti che avremmo dovuto portare. Ma a guardarci vivere, ad amarci,a considerarci con rispetto e a volte con ammirazione, il vecchio dottor Korczak ha fatto progredire la causa dei bambini. I Diritti dei bambini, riconosciuti in tutto il mondo, sono le promesse che noi non abbiamo potuto mantenere, i frutti che non abbiamo potuto portare."

Ilana Bahbout
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