L’indagine del Pew Research Center
Molti musulmani si svegliano, l’estremismo ora fa paura

FT_Extremism.Mideast2015Dopo le stragi di Parigi, molte voci hanno chiesto all’Islam moderato di esprimersi in modo chiaro contro il terrorismo e il fondamentalismo. Senza il mondo musulmano, infatti, la guerra contro i fanatici integralisti non potrà essere vinta. E l’opinione pubblica di diversi Stati islamici sembra rendersene conto: secondo i sondaggi condotti dall’istituto di ricerca americano Pew Research Center negli ultimi dieci anni si è registrato in questi paesi un significativo aumento della preoccupazione nei confronti dell’estremismo religioso. “Nell’ultimo decennio abbiamo riscontrato che nell’opinione pubblica musulmana il supporto dell’estremismo è a un livello basso mentre alto è il livello della preoccupazione”, scrive Richard Wike, direttore del settore del Pew Research Center dedicato alle ricerche sulle attitudini comportamentali a livello globale. Secondo Wike, la shoccante esecuzione del pilota giordano da parte dei miliziani dell’Isis non farà che rafforzare questo trend. “Questo atto brutale – scrive l’analista – non farà che rafforzare l’opposizione all’Isis e alle forme di estremismo violento in generale in Giordania come in altri paesi a maggioranza musulmana”. E in queste ore, la Giordania ha già dichiarato avviato la sua controffensiva contro i jihadisti dello Stato Islamico e, per bocca del suo ministro degli Esteri, ha fatto sapere che colpirà “l’Isis ovunque”.
Ma già prima del grande e tragico clamore portato dalle esecuzioni compiute dai miliziani del Califfato, i sondaggi del team di Wike avevano registrato in diversi paesi musulmani un aumento dell’allarme per il rafforzarsi dell’estremismo in Medio Oriente. “Per esempio, nella primavera del 2014 il 62 per cento dei giordani si diceva preoccupato per l’estremismo islamico, dato in crescita rispetto al 54 per cento dell’anno precedente.Un aumento registrato anche in Libano, Turchia, Egitto e Tunisia (come indica il grafico relativo alla preoccupazione dei cittadini dei cinque paesi citati rispetto alla presenza in patria dell’estremismo islamico)”. Nei paesi citati, l’indagine aveva rilevato anche una posizione contraria a movimenti come quello di Al Qaeda o di altri gruppi estremisti. Ancora alto però il dato tra i palestinesi, spiega Wike: “La valutazione più positiva per al Qaeda si è registrata nei territori palestinesi, dove il 25% ha dato un parere favorevole nei confronti dell’organizzazione terroristica”. Uno su cinque, la strada è ancora lunga.
Diverso il caso della Giordania, colpita duramente da Al Qaeda nel 2005. Fino a quella data nel paese si respirava un certo sostegno al movimento terroristico allora guidato da Osama Bin Laden e per gli attentati suicidi, sottolinea Wike. Poi nel novembre 2005 l’attacco a tre hotel di Amman hanno cambiato drasticamente le carte in tavola. Dai dati del Pew Research, raccolti pochi mesi dopo l’attentato suicida, era emerso che i musulmani di Giordania che pensavano che gli attacchi suicidi potessero spesso o in parte ritenersi giustificabili erano passati dal 57 al 29 per cento e oggi sono il 15 per cento. Qualcosa di molto simile è accaduto in Pakistan: qui nel 2004 il 41 per cento dei musulmani riteneva gli attentati più o meno giustificabili. Nell’ultimo rilevamento, che risale al 2014, questa cifra è crollata e ora si attestano al 3%. “In Pakistan come negli altri posti, una volta che la violenza terroristica e le regole degli estremisti sono diventate realtà, le persone le hanno rifiutate”, afferma Wike.

d.r.

(6 febbraio 2015)