Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

5 Maggio 2016 - 27 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Dopo la morte dei due figli di Aharòn, D.o rassicura Aharòn dicendogli che questa sciagura non gli impedirà di svolgere la sua alta missione, e per questo gli dà indicazioni su come fare. In quest’ottica compare un’espressione: “Be-zòth yavò Aharòn el ha-qòdesh”, “Con questo Aharòn verrà nel luogo sacro”.
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Nel giorno della commemorazione della Shoah in Israele, che è anche l’annniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia, e dopo il voto del Senato, sorge naturale una riflessione su memoria e negazionismo. Sulla necessità di uno strumento giuridico inteso a imporre determinate regole di comportamento e di espressione esiste da tempo un vivace dibattito. L’idea prevalente in molti circoli accademici e intellettuali, e anche in larghe fasce dell’opinione pubblica ebraica in Italia è stata per lo più contraria. Uno dei Maestri di questa generazione, Rav Elio Toaff, non era favorevole a una legge che non riteneva necessaria alla luce del sistema legale già vigente in Italia. Ma nel corso del tempo siamo assistendo a un progressivo deterioramento e talvolta a una vera e propria degenerazione del discorso pubblico su ebrei, ebraismo, antisemitismo, Shoah, e Stato d’Israele come espressione dei sentimenti collettivi del popolo ebraico. È particolarmente amaro constatare che le persone coinvolte nella diffamazione, nella provocazione e nell’insulto non sono solo ignoranti picchiatori in camicia nera ma anche persone dotate di istruzione, non esclusi docenti universitari, influenti intellettuali, personaggi dello spettacolo, rappresentanti politici. Assieme agli avversari violenti e maneschi si mescolano insidiosi opportunisti, ineffabili fomentatori di odio e finti ingenui. Politici di primo piano proclamano che le ideologie totalitarie, fra cui il fascismo, appartengono al passato e non credono costituiscano una minaccia nel presente. Politici di secondo piano affermano il loro diritto a riaffermare la propria identità fascista. Assistiamo sbalorditi al dibattito se si debba o meno aprire un museo del fascismo a Predappio, che istantaneamente diventerebbe un santuario dell’apologia di fascismo. Nel caso della legge contro il negazionismo – manifestazione odiosa nella sostanza è simile a una forma di vilipendio – non tutti quelli che si oppongono alla legge sono negazionisti o antisemiti, ma certamente l’assenza di una legge e di una sanzione fa molto comodo ai negazionisti e agli antisemiti. La sanzione legale se non crea una difesa del tutto impermeabile, per lo meno crea un freno, un ostacolo in più all’avanzata di una diffamazione negazionista e antisemita in continua espansione. In una società veramente civile, dovrebbero essere sufficienti i meccanismi di autoregolamentazione, senza la necessità di norme giuridiche. Ma la società contemporanea ha da tempo perso il suo profilo autenticamente civile, e pertanto la norma giuridica diventa una triste necessità. Ed è bene che il Parlamento della Repubblica, sia pure in ritardo su molti altri paesi, lo abbia capito.
 
Leggi

"Turchia, il governo
sempre più repressivo"
Non ho paura per me. Ho paura per il mio Paese. Ho paura per i miei amici, per i turchi laici, colti, filo europei” dice lo scrittore Orhan Pamuk in una intervista a Repubblica in cui esprime preoccupazione anche per la limitazione della libertà di stampa voluta da Erdogan. “La paura tocca i giornalisti che criticano il governo e vengono minacciati, licenziati, i loro quotidiani chiusi. Negli ultimi anni il nostro governo pro-Islam sta perdendo la sua faccia liberale. Sta diventando sempre più autoritario e repressivo” afferma Pamuk.

Anche Rachele Mussolini, sorella di Alessandra, in corsa alle prossime elezioni amministrative romane. Ma se Alessandra guiderà la compagine di Forza Italia, Rachel andrà invece con Giorgia Meloni. “Che la battaglia potesse schierare su fronti opposti, oltre ai vecchi camerati, addirittura due consanguinee dall’emblematico cognome – scrive Repubblica Roma – è una novità delle ultime ore che regala al conflitto esploso fra gli eredi del Movimento sociale il sapore del colpo di scena con venature nostalgiche. Perché nella corsa a dimostrare chi è più autenticamente di destra, entrambi i contendenti al soglio capitolino hanno deciso di esibire come trofeo un discendente diretto del Duce. Di più. Due sorelle, sebbene solo per parte di padre”.

“All’interno delle mie liste non voglio persone che abbiano in alcun modo rapporti con movimenti fascisti e antisemiti”. Così il candidato sindaco del centrodestra milanese Stefano Parisi ieri a margine di una visita al Pio Albergo Trivulzio (Il Giornale Milano).
 
Leggi

  davar

PARLA IL RABBINO DELLA CITTà INGLESE
"
Leicester, un miracolo sportivo con una grande lezione ebraica"
“Quello che si è realizzato è un autentico miracolo sportivo. Una sorpresa per molti, ma forse i meno sorpresi dovremmo essere noi, ebrei, che da sempre viviamo nell’utopia, con grandi attese nel nostro cammino. Questa è la dimostrazione che talvolta quelle aspettative, se manterremo alta la fede, possono realizzarsi”.
Sono quindici anni che vive a Leicester Shmuli Pink, il rabbino chabad che è guida spirituale della piccola comunità ebraica cittadina. Cinquecento anime, un tifo sfrenato per le Foxes allenate da Claudio Ranieri cui lo stesso rav (che è nato a Manchester) non si sottrae.
“Abbiamo assistito a una favola, che porta con sé alcuni insegnamenti” spiega a Pagine Ebraiche. In primis, sottolinea, “questa è la vittoria dell’unità: un valore sacro, ancora di più in questi tempi difficili segnati da molte divisioni e contrasti”. Ed è inoltre un grande messaggio di speranza senza confini identitari, ideologici e religiosi. “Parliamo di calcio, che è un gioco. Ma la vittoria del Leicester – afferma Pink – ci insegna a credere nei sogni, a inseguirli con tutta la nostra passione e intensità.”.
E pazienza se cadremo, dice Pink. Pazienza se ci vorrà del tempo. “L’importante è credere, credere, credere. D’altronde noi ebrei, che da millenni aspettiamo il Messia, ne sappiamo senz’altro qualcosa”.
Sarà quindi uno Shabbat particolare quello che riunirà le famiglie ebraiche di Leicester a tavola e in sinagoga. “Parleremo di Torah, parleremo degli insegnamenti dei Maestri, ricorderemo il significato di questo momento nella settimana ebraica. Ma senz’altro parleremo anche di calcio e dell’impresa che abbiamo appena visto compiersi sotto i nostri occhi. Queste, per Leicester, sono giornate irripetibili. E la nostra comunità vuole godersele fino in fondo” dice Pink.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

qui milano - elezioni amministrative
Parisi, Sala e Corrado: candidati a confronto sui temi caldi

A giugno si chiude il capitolo di Giuliano Pisapia alla guida di Milano, la città “locomotiva d’Italia”. Due i candidati che si contendono l’elezione a sindaco della città, Stefano Parisi per il centrodestra e Giuseppe Sala per il centrosinistra, con l’outsider Gianluca Corrado del Movimento Cinquestelle a cercare di sparigliare le carte. Contattati dal giornale dell’ebraismo italiano tutti e tre i candidati hanno dimostrato subito la propria disponibilità a rispondere ad alcune domande su temi su cui il mondo ebraico, in particolare milanese, si è dimostrato sempre sensibile. A partire da qual è il loro rapporto con una Comunità che quest’anno festeggia 150 anni di vita ed è uno dei simboli di integrazione di Milano. E ancora qual è la loro posizione su una questione che intreccia libertà di culto e sicurezza: la costruzione della moschea. Come pensano poi Corrado, Parisi e Sala di rispondere a un’emergenza, quella dei profughi, in cui il mondo ebraico cittadino nel recente passato si è impegnato a dare il proprio un contribuito? Milano‐Tel Aviv, città gemellate: cosa pensano i candidati di questo binomio e dei rapporti con Israele?
Leggi

new york - omaggio a primo levi 
"La sua testimonianza centrale per l'Italia e per il Meis"
“Non so, e non mi interessa sapere, se nel mio profondo si annidi un assassino, ma so che vittima incolpevole sono stato ed assassino no; so che gli assassini sono esistiti, non solo in Germania, e ancora esistono, e che confonderli con le loro vittime è una malattia morale o un vezzo estetistico o un sinistro segnale di complicità; soprattutto, è un prezioso servigio reso (volutamente o no) ai negatori della verità”. A scrivere queste parole, Primo Levi nel suo I sommersi e i salvati: testo duro quando fondamentale per comprendere la Shoah e di cui proprio nelle scorse ore l'attore John Turturro ha letto alcuni brani in una cornice prestigiosa come quella delle Nazioni Unite. A New York infatti, nella sale dell'Onu, si è tenuto in occasione delle commemorazioni di Yom HaShoah il convegno “Dopo la Shoah – Primo Levi e le connessioni tra scienza, responsabilità e umanesimo”, incentrato sui lavori dello scrittore torinese – in particolare è stato presentato "Opere Complete”, il lavoro di traduzione in inglese di Levi curato da Ann Goldstein
e organizzata dal Holocaust and United Nations Outreach Programme assieme al Centro Primo Levi di New York. Tra gli ospiti chiamati a parlare nel panel di esperti e rappresentanti delle istituzioni che lavorano sulla Memoria, Dario Disegni, presente nella doppia veste di presidente del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara e vicepresidente del Centro Primo Levi di Torino. Quest'ultimo, ha ricordato Disegni, lavora da dieci anni per portare alla luce la complessità degli scritti e del messaggio di Levi. E lo scrittore, ha proseguito il presidente del Meis, sarà anche una delle figure centrali del Novecento a cui il Museo di Ferrara, in via di realizzazione, farà riferimento. Istituzione i cui obiettivi, assieme a quelli della Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia, Disegni presenterà sempre a New York, questa volta al consolato italiano, domani.

Leggi


VENEZIA 500 - IL CONVEGNO
"Li giudei debbano abitar unidi"
È in corso oggi a Venezia, nella splendida Sala del Piovego a palazzo Ducale il convegno internazionale “…li giudei debbano abitar unidi…”  The Birth and Evolution of the Venetian Ghetto (1516­-1797) organizzato da the Medici Archive Project, Beit Venezia e dal Comitato “I 500 anni dell Ghetto di Venezia. Ennesimo appuntamento di studio e approfondimento di un programma che per tutto il 2016 porta nella città lagunare il meglio degli studiosi di molti campi, il convegno sì è aperto con i saluti dell’ufficio del sindaco, di Emanuela Carpani della Soprintendenza per le belle arti e per il paesaggio per Venezia e laguna e con i discorsi del presidente della comunità ebraica cittadina Paolo Gnignati e di Giuseppe Veltri del Maimonides Centre for Advanced Studies di Amburgo.
Leggi

qui bologna
Museo ebraico, i laureati

tornano protagonisti
Si è da poco conclusa, al Museo Ebraico di Bologna, la prima serie di tre appuntamenti del progetto “Oggi mi laureo al MEB”. Nato in collaborazione con la Scuola di Lettere e Beni culturali dell’Università di Bologna, il progetto ha lo scopo di offrire ai giovani laureati in materie inerenti all’ebraismo l’opportunità di tenere una conferenza pubblica esponendo i contenuti delle loro tesi insieme al relatore. Da questa prima serie, sono uscite tre interessantissime conferenze che i giovani relatori hanno saputo condurre con competenza e disinvoltura e che il pubblico ha dimostrato di apprezzare molto intervenendo, in tutte e tre le occasioni, con osservazioni e domande.
Leggi


TRENTO ECONOMIA
Le città e i luoghi della crescita
Si parlerà di città e territori come luoghi di crescita, di migranti e integrazione in chiave economica, di geografia dei conflitti nella prossima edizione del Festival Economia di Trento (2-5 giugno), presentato nelle scorse ore a Roma nella sede della casa editrice Laterza. Tra i protagonisti di quest’anno Kaushik Basu, senior vice-president della Banca Mondiale, che analizzerà le radici della crisi e le prospettive future, Alan Krueger, ex consulente economico del presidente Usa Barack Obama e già protagonista di un’intervista su Pagine Ebraiche, tornerà a Trento per parlare di sharing economy, Raffaele Cantone invece spiegherà la “geografia della corruzione”; sul tema dei “luoghi della crisi”, parlerà il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e ci sarà una lezione di Raj Chetty sul rapporto fra geografia e longevità.
Leggi

yom hashoah - qui roma
"Ricordare, per costruire"
"Oggi ricordiamo che essere ebrei significa anche compiere quotidianamente un atto di eroismo”. Non solo prendendo le armi come fecero nel Ghetto di Varsavia, “ma anche rimanendo fedeli alla propria identità anche nei momenti più difficili”. Questo il significato della scelta del governo israeliano di abbinare nella data simbolica in cui ebbe inizio la rivolta guidata da Mordechai Anielewicz il ricordo delle vittime a quello degli eroi nel giorno di Yom Hasikaron laShoah ve-laGvurah (il Giorno del ricordo della Shoah e dell’eroismo). Lo ha sottolineato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni nelle celebrazioni svoltesi ieri al Tempio Maggiore della Capitale. Una riflessione poi collegata anche alla vicenda di Arminio Wachsberger, sopravvissuto alla Shoah arrestato dai nazisti a Roma nel rastrellamento del 16 ottobre 1943 e deportato ad Auschwitz dove svolse il ruolo dell’interprete tra i deportati e le autorità naziste, la cui testimonianza è raccontata nel libro L’interprete di Auschwitz di Gabriele Rigano (Guerini e Associati), presentato dal rav Di Segni insieme al presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi e la storica della letteratura Marina Beer.
La riflessione sui temi della Shoah è proseguita poi questa mattina al Centro ebraico il Pitigliani con il seminario intitolato “Scuola. L’allontanamento e il ritorno”, promosso da Uil Scuola in collaborazione con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e lo Yad Vashem.
Leggi

jciak
Lui è tornato L
Un anno dopo l’uscita nelle sale tedesche, Er Ist Wieder Da di David Wnendt è da poco sbarcato nelle sale italiane con il titolo, fin troppo evocativo di Lui è tornato. Basato sull’omonimo romanzo satirico di Timur Vernes pubblicato nel 2012, che ha venduto quasi due milioni e mezzo di copie ed è stato tradotto in 41 lingue, il film, di cui già ci eravamo occupati al momento dell’uscita, racconta l’improbabile ritorno di Hitler nei panni di attore televisivo. E, a differenza del libro, intreccia satira e realtà. Obiettivo, sondare il polso dei tedeschi sull’argomento.
Leggi

  pilpul
Memoria a Predappio
Quale memoria a Predappio? Io osservo la questione del proposto Museo del fascismo a Predappio da un’ottica particolare: ho partecipato alla realizzazione di mostre documentarie sulla Shoah in Italia, partecipo alla realizzazione del Meis di Ferrara, partecipo alla commissione del governo per la nuova esposizione italiana nel Museo dell’ex-campo di Auschwitz, vado regolarmente a studiare i musei o sezioni museali su fascismo e Resistenza (da ultimo: Sant’Anna di Stazzema, Salò e Dongo). I Musei si fanno in luoghi scelti per l’importanza, in luoghi ove è depositata una specifica memoria, in luoghi che attraggono visitatori interessati al tema (anche in modo inverso), in luoghi casuali. Io ritengo che Predappio (così come Salò) appartenga alla terza categoria, quella del flusso di persone interessate. Negli ultimi 71 anni l’Italia della democrazia e della consapevolezza storica ha lasciato che piccoli fiumi di reduci, di nostalgici e di nuovi adepti si recassero a Predappio (e altrove) in cerca di un passato da ritrasformare in futuro. Ed è grazie a quei fiumi che anni fa, in un bell’albergo di Salò che ospitava noi partecipanti a un convegno di studi, mi sono trovato a cena il menu con stampato in grande il faccione del duce. Io ho detto ad alta voce: ‘con quello lì non ci mangio’, e mi sono rifugiato in una pizzeria. Sì, senza voler far paragoni fuori luogo, mi sono rifugiato altrove perché il ‘campo’ era loro. Ma poi riflettei che anche l’abbandono del campo non era cosa giusta. Per questo mi piace l’idea che noi persone civili sosteniamo il sindaco di Predappio e quindi i suoi cittadini civili nel progettare la riaffermazione democratica di quel luogo, tramite il museo proposto. Ciò non è affatto alternativo alla necessità che questo nostro dormiente Paese allestisca grandi esposizioni didattiche sul fascismo anche a Milano o Roma.

Michele Sarfatti
Leggi

Setirot - L'Europa distratta
Dice la pittrice Barbara Nahmad: “In questa Europa barcollante tra muri e indecisione, bloccata nei dubbi a vantaggio di pochi, penso che ancora si possa fare qualcosa. Bisogna avere la forza di una visione sul futuro e battersi, come nuovi pionieri!”. Lei, a modo suo, ci prova. Ed ecco scorrere le trentacinque opere che saranno esposte al Museo ebraico di Bologna in occasione della Notte Europea dei Musei, il 21 maggio. La mostra, curata da Vittoria Coen, s’intitola Eden (chiuderà il 31 luglio) e in realtà arriva sotto i portici di Via Valdonica dopo un buon successo riscosso a Tel Aviv.
Ma perché Nahmad tira in ballo l’Europa disastrata di oggi se i suoi dipinti ocra e grigi che sembrano di sabbia narrano ed evocano invece i primi anni Cinquanta in Israele? Non sono certo un esperto d’arte, tuttavia confesso che da quelle immagini – di sicuro ci sarà chi le troverà un po’ tanto “idealizzate” – l’idea che ci si debba «battere come nuovi pionieri» arriva al cuore oltre che al cervello. Perché i suoi sono sguardi e luoghi in cui iniziò una nuova storia che può aiutare a comprendere anche l’impasse e l’esigenza di rinnovamento dell’Europa di oggi.


Stefano Jesurum, giornalista


In ascolto - Salomone Rossi
Per qualcuno la musica è una professione, per altri una ragione di vita, per altri ancora una colonna sonora o una scatola di ricordi. Negli ultimi anni abbiamo letto pubblicazioni scientifiche (e non) in cui si dice che la musica influisce sul benessere della persona e sullo sviluppo neurologico e psicofisico. Non entrerò nel merito della questione, non è il mio mestiere, ma posso dire per lunga esperienza personale che di certo una delle attività musicali più belle e sane che si possano fare nella vita è il canto in coro. Il coro permette di acquisire competenze musicali e di stringere legami personali, è uno spazio in cui si può essere se stessi ed esprimersi senza competitività. E quando le voci si uniscono e creano l’armonia nasce qualcosa di davvero speciale, che va al di là della performance.

Maria Teresa Milano
Leggi

Time out - Domande e risposte
Mi sembra illogica e pretestuosa la polemica nei confronti dei candidati sindaco a Roma che non hanno risposto alle domande dei giornalisti di Pagine Ebraiche. In primis perché può capitare che un candidato sindaco insieme al suo staff decidano tempi e modi per parlare con la stampa, poi perché, ancor più grave è la pretesa da parte di Pagine Ebraiche di interpretare un diniego o un silenzio come un atto che merita riflessione da parte dell’elettorato ebraico. Come prassi i candidati sindaci richiedono incontri alla Comunità ebraiche che, ascoltano e nel caso fanno le loro dovute osservazioni sui temi che ritengono meritevoli di attenzione. Spetta al Presidente e al Rabbino di una Comunità questo compito, non ad altri e stupisce che l’editore, sempre attento ai perimetri di competenze in questo caso se ne sia dimenticato. Anzi, dato che a non rispondere sono dei candidati che ancora devono incontrare la Comunità, è stato un atto di rispetto quello di aspettare a parlare prima con la Comunità dei diversi temi che con i giornali. A quanto pare c’è maggiore rispetto dall’esterno che dall’interno.

Daniel Funaro, Consigliere della Comunità ebraica di Roma

Evitiamo le confusioni e stiamo ai fatti. Le istituzioni bene fanno ad agire in totale autonomia e quando lo ritenessero opportuno informeranno il pubblico delle loro attività istituzionali. Ma in un regime democratico non dovrebbe né sorprendere né preoccupare che i giornali, facendo il minimo del proprio dovere, chiedano a chi si candida di spiegare il proprio programma. Ovviamente gli intervistati non hanno alcun obbligo di rispondere, ma il lettore ha il diritto di sapere come sono andate le cose e i giornali hanno l’obbligo di avvertirlo. A tutti, a Roma e a Milano, sono state poste le stesse domande. A Roma alcuni candidati non hanno ancora risposto. Il loro silenzio non può certo essere interpretato come una disattenzione della redazione, che invece ha agito con imparzialità, li ha più volte rispettosamente invitati e continuerà a farlo, consapevole di quanto sia importante offrire a tutti le stesse possibilità di esprimersi.

Leggi

Vince il lettore
Siete mai stati all’ippodromo, o allo stadio, o anche davanti alla televisione a seguire una gara che vedeva in campo la vostra squadra del cuore, o un vostro caro che gioca, che monta quel cavallo? Facevate il tifo, no? Immaginatevi che sia un ciclista: è in fuga a un centinaio di metri dal traguardo e dietro a lui un gruppo di inseguitori sta per raggiungerlo. Cosa pensate, dite o gridate – a seconda del vostro temperamento ? “Forza! – Dai! Alè!” Bene, così ero io mentre scorrevano le pagine de La Lettrice Scomparsa e il suo fantino Fabio Stassi lo stava portando al trionfo per i colori della Sellerio. Leggevo e gli dicevo Forza e Alè, perché avevo paura che la sua gara, magnifica fin a quel momento, potesse finire con un risultato minore del primo posto, che ‘rompesse in dirittura d’arrivo’, insomma. Bene: ha vinto. La puntata da euro 11.90 è ben pagata dalle 280 pagine che dura.

Valerio Fiandra
Leggi


Basta tornare
E così anche questa Hag HaMatzot è passata, di matzot ne sono avanzate anche più del previsto, e persino i biscotti all’arancia non sono venuti a mancare. Ma il sapore del pane dell’afflizione che nel dipanarsi del Seder assumeva il profumo della libertà aveva un gusto particolare, quest’anno. Sarà che mentalmente abbiamo salutato la nostra keillà, dopo quasi vent’anni in questa città, proprio mentre amici prossimi a festeggiare il primo figlio, che sarà Bar Mitzvà tra una settimana, ci chiedevano se anche questi tre ragazzetti in procinto di partire torneranno per salire sulla Tevà.

Sara Valentina Di Palma
Leggi

5 maggio, un doppio significato
Gli anniversari istituzionali e le ricorrenze possono ammantarsi di quel velo di retorica che per alcuni li rende inutili. A mio avviso sono momenti per celebrare e ricordare: donne, uomini e avvenimenti che hanno fatto parte di una storia personale-collettiva di uno stato, di una popolazione, dell’intera umanità. Per molti, almeno in Italia, il 5 Maggio è nelle parole di Alessandro Manzoni. Per alcuni nelle parole del Giuramento di Mauthausen

Grazia Di Veroli
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.