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 11 Settembre 2017 - 20 Elul 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Nella Parashà della settimana leggiamo: "Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore tuo Dio e se camminerai per le sue vie" (Devarim 28, 9).
Come può l’uomo seguire il Signore? Seguendo l’esempio del Signore: come egli veste gli ignudi, anche tu vesti gli ignudi; come egli visita gli ammalati, anche tu visita gli ammalati; come egli consola chi è in lutto, anche tu consola chi è in lutto - Sotah 14 a.
 
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Anna
Foa,
storica
Sono stati fatti lunghi elenchi di ebrei odiatori di sé, di ebrei antisemiti. Molti di loro non lo erano affatto, a partire dal più illustre di loro, Spinoza. Ma questo figlio di Netanyahu, applaudito dal KKK, ce lo vogliamo inserire o è rendergli troppo onore 
 
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Catania ebraica,
l’annuncio del sindaco
Sicilia grande protagonista della Giornata Europea della Cultura Ebraica svoltasi ieri in tutta Italia. Dopo l’avvio dei lavori a Palermo in mattinata, nel pomeriggio l’attenzione si è spostata anche su Catania. Significativi gli impegni annunciati nell’occasione dal sindaco Enzo Bianco, che ha detto che si farà presto promotore, nell’ambito della rete dei sindaci siciliani, della realizzazione di percorsi relativi alla presenza ebraica in tutto in territorio e in particolare nell’ambito del Distretto del Sud-Est di cui fanno parte i siti Unesco e i centri del Barocco che, con Catania, si candidano ad essere capitale della cultura italiana per il 2020 (La Sicilia, tra gli altri).
Accogliendo una proposta dello storico Nicolò Bucaria, il primo cittadino ha anche annunciato la prossima intitolazione di due strade a figure ebraiche che hanno segnato la storia recente di Catania come Azeglio Bemporad (direttore dell’osservatorio astronomico) e Mario Ovazza (promotore di una illuminata politica agricola e più volte deputato regionale).
Tra gli eventi che hanno maggiormente caratterizzato la Giornata fuori dalla Sicilia spicca l’intervento, nella sinagoga di Milano, del ministro dell’Interno Marco Minniti.
“La minaccia terroristica – il messaggio del ministro, riportato tra gli altri dal Corriere Milano – è una sfida che dobbiamo combattere insieme. È importante che ci sia dialogo, soprattutto interreligioso. Ma questo deve avere due capisaldi: non si perseguita nessuno nel nome di Dio e non si uccide nessuno nel nome di Dio. Sembrano cose scontate ma non lo sono”. Nella sfida contro il terrorismo internazionale e il radicalismo jihadista che pensa di poter uccidere nel nome di Dio, ha concluso “è fondamentale che ci sia un dialogo che dica che questo è inaccettabile”.

Prosegue intanto il Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica a Roma. Questa sera alle 19.30 rav Pierpaolo Pinhas Punturello e Francesca Nocerino racconteranno le vicende degli ebrei nel Meridione d’Italia “come terra di esilio, di partenze e di abbandoni, ma soprattutto come terra d’identità” (Il Messaggero).

Fa discutere in Israele la vignetta antisemita contro George Soros postata su Facebook dal figlio del premier, Yair Netanyahu. Nella vignetta Soros, spesso su posizioni antitetiche rispetto a quelle di Bibi, è raffigurato ghignante mentre muove marionette. Il classico delle stereotipie antiebraiche. “Le sortite di Yair preoccupano perché, scrivono i giornali israeliani, il giovane sta prendendo sempre più peso tra i consiglieri politici (all’inizio l’incarico era costruire e controllare l’immagine del padre sui social media). Un mese fa – ricorda il Corriere – era già stato criticato per un altro comunicato personale via Facebook che aveva firmato con due emoji-insulto”.

Visita segreta in Israele dell’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman. “Si tratta – scrive La Stampa – della prima visita nello Stato ebraico di un esponente di così alto livello dell’Arabia Saudita, pur in incognito. I due Paesi non hanno relazioni diplomatiche e Riad non ha ancora riconosciuto Israele, a differenza di Egitto e Giordania”.
Le relazioni sono però costantemente migliorate a partire dalla Prima guerra del Golfo e il riavvicinamento, viene sottolineato, ha avuto una forte accelerazione negli ultimi due anni. Il futuro del dialogo con i palestinesi e la minaccia nucleare iraniana al centro del confronto con alcuni esponenti di governo.
 
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  davar
giornata della cultura ebraica
Catania, un futuro di progetti
nel segno della radice ebraica

Guarda lontano Catania, a progetti di altissimo livello. Un futuro nel segno della riscoperta della sua radice ebraica che ha una prima fondamentale scadenza: il 2020. Per quell’anno infatti la città siciliana, insieme ad altri comuni dell’isola inseriti tra i tesori Unesco, si candida a capitale italiana della cultura. E lo farà anche con un solido itinerario che guarda alla sua storia ebraica, alla traccia profonda lasciata da questa minoranza in ogni ambito della società catanese.
Ad annunciarlo il sindaco Enzo Bianco, in occasione dell’inaugurazione delle attività pomeridiane della Giornata Europea della Cultura Ebraica. La Sicilia grande protagonista dell’iniziativa, Catania insieme a Palermo e agli altri centri che hanno aderito alla manifestazione.
Insieme alla Presidente UCEI Noemi Di Segni e al ministro consigliere dell’ambasciata israeliana Rafael Erdreich, il sindaco ha voluto affermare chiaramente questo concetto: la storia ebraica di Sicilia è parte imprescindibile di questa città. Del suo vissuto, ma anche del suo futuro. Come dimostrano anche le riproduzioni della suggestiva mostra “Gli ebrei in Sicilia” inaugurata al mattino e visitabile fino al 23 settembre. E come hanno confermato gli interventi della qualificata tavola rotonda che è seguita ai discorsi delle autorità. A prendere la parola, moderati dal segretario generale UCEI Gloria Arbib, sono stati Nicolò Bucaria (“La presenza degli ebrei mitteleuropei a Catania negli anni ‘20 e ‘30 e il loro contributo alla vita economica e culturale della città”), Nadia Zeldes (“Il mondo culturale degli ebrei Siciliani: fra identità ebraica e identità locale”) e Myriam Silvera (“Le espulsioni del 1492 dalla Spagna a Catania”).
Accogliendo una proposta di Bucaria, che è anche curatore della mostra, il primo cittadino ha annunciato la prossima intitolazione di due strade a figure ebraiche che hanno segnato la storia recente di Catania come Azeglio Bemporad (direttore dell’osservatorio astronomico) e Mario Ovazza (promotore di una illuminata politica agricola e più volte deputato regionale).
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giornata della cultura ebraica 
Palermo, esilio e resilienza
L'esilio come elemento costante del popolo ebraico, non solo nella forma della diaspora ma anche come condizione esistenziale di chi è costretto a scoprirsi ogni giorno esule fra i suoi simili. A ricordarlo il direttore dell'area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca e l'assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi nei loro applauditi interventi a Palazzo Steri a Palermo in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Protagonisti del convegno pomeridiano dedicato al tema della Giornata - Diaspora: identità e dialogo -, rav Della Rocca e Meghnagi hanno infatti sviluppato il significato dell'esilio all'interno della tradizione ebraica, parlandone sia come condizione di sofferenza e privazione sia come processo di costruzione identitaria attraverso la resilienza – espressa anche sotto forma di umorismo - e la ricerca della libertà.
Ad aprire il convegno - moderato da Luciana Pepi e in cui sono intervenuti anche Rita Calabrese, dell'Università di Palermo, e il ricercatore Marco Bonomi – il saluto del vicepresidente UCEI Giulio Disegni, che, a proposito di riscoperta nell'esilio, ha ricordato la grande rinascita che sta vivendo la Palermo ebraica. “Proprio venerdì abbiamo siglato con l'arcivescovo di Palermo Corrado Orefice un documento di grande valore – ha spiegato Disegni, riferendosi alla firma della concessione da parte dell'arcivescovado dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, dove sorgerà la sinagoga della neonata sezione ebraica del capoluogo siciliano – Quel documento ha un significato profondo per l'ebraismo, in una terra da cui gli ebrei furono cacciati cinquecento anni fa”, e dove ora ricostruiscono nuovamente le proprie vite – come ricordato anche da rav Pierpaolo Pinhas Punturello nel messaggio di saluto letto da Pepi -. Una capacità, quella di costruire e ricostruire, propria dell'ebreo diasporico, ha spiegato Della Rocca.
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giornata della cultura ebraica - firenze
Diaspora, esodo e ritorno
“La Diaspora tra esodo e ritorno”. Questo il titolo dell’incontro con cui si è aperta la Giornata fiorentina, moderata dall’assessore comunitario alla Cultura Laura Forti. Ad esporre alcune riflessioni il docente di pensiero ebraico Massimo Giuliani, che ha parlato di “I dilemmi della diaspora fra memoria e tiqqun ‘olam” e lo storico e docente Alberto Cavaglion, che ha raccontato le vicende di scrittori italiani recatisi in passato a Gerusalemme (da Matilde Serao a Pier Paolo Pasolini) e oggetto di un suo recente lavoro.
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giornata della cultura ebraica - casale
Arte e storia in una app
La Giornata Europea della Cultura Ebraica è iniziata presto a Casale Monferrato: il giorno prima, il 9 settembre. In città c'è la Notte Rosa, piove, ma i musei sono aperti e ben 80 visitatori scelgono quello di via Salomone Olper, dove per la prima volta si può compiere la visita con una guida virtuale scaricabile gratuitamente dall'applicazione di Casalebraica. Un software che identifica “al centimetro” la posizione del visitatore e gli spiega in dettaglio ogni oggetto del museo che sta osservando.
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giornata della cultura ebraica - verona
Sei giorni per sopravvivere
Gli eventi organizzati per la Giornata a Verona sono iniziati giovedì scorso con l’inaugurazione della mostra fotografica “6 giorni per sopravvivere” sulla Guerra dei Sei giorni allestita a cura della sezione veronese dell’associazione Italia-Israele in collaborazione con la locale Comunità ebraica. Elena Lucchi ha curato la ricerca storico-fotografica e Lucia Forneron ha ricostruito il clima di quelle giornate riproducendo gli articoli delle edizioni locali dell’Arena e del Corriere della Sera. L’incontro con lo storico Marco Paganoni è stato seguito da un pubblico numeroso e attento e si è chiuso affermando che le guerre non si celebrano ma si può sostenere che oggi ricordando quegli eventi celebriamo per fortuna il fallimento di quella che poteva essere una nuova Shoah.
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Al Festivaletteratura con Pagine Ebraiche
La Mantova dei libri in festa
Decine di migliaia di biglietti staccati, circa altrettante presenze agli incontri ad accesso libero, per più di centoventi mila presenze, che si sommano a tutti coloro che anche quest’anno hanno permesso al Festivaletteratura di essere una grande festa, non solo il festival culturale capostipite e che apre la stagione autunnale degli appuntamenti che ormai praticamente tutta Italia dedica alla cultura, in un calendario sempre più affollato, che costringe tutti a girandole infermali da un luogo all’altro, da una data all’altra. Giorni pienissimi, iniziati già il fine settimana prima dell’apertura ufficiale, una folla gioiosa e partecipe, come sempre, scrittori, lettori, critici, editori, giornalisti e professionisti dell’editoria che si mescolano alle centinaia di giovani volontari, ai mantovani che affollano gli incontri e che cercano anche di portare avanti la propria vita intanto che collaborano alla buona riuscita del festival allestendo vetrine a tema, dando informazioni e genericamente mostrandosi sempre calorosi e ospitali.
Nonostante la scelta annunciata di ridurre il numero di incontri, la ventunesima edizione del Festivaletteratura di Mantova non è meno ricca, meno affollata, meno di successo. Code, folla, applausi. Come sempre. Un calendario ricco e articolato, capace di presentare l’autore esordiente con la stessa cura di un grande nome, una città dalla bellezza che commuove. Sono ingredienti ormai consolidati, che hanno permesso al festival più noto di rinnovare il proprio successo, e dare appuntamento per il prossimo anno – dal 5 al 9 settembre – con la sicurezza di chi sa di aver fatto un buon lavoro.
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al festivaletteratura con paginebraiche
I leoni di Gundar-Goshen
“La nostra vita è una combinazione di destino e scelta: entrambi si rinnovano in ogni istante”. Esordisce così Ayelet Gundar-Goshen, ospite a Mantova per Festivaletteratura con il suo secondo romanzo Svegliare i leoni (Giuntina), già tradotto in più di trenta lingue, come il primo Una notte soltanto, Markovitch. Intervistata dallo scrittore Andrea Vitali alla presenza di alcune centinaia di lettori, la psicologa e autrice israeliana accompagna il pubblico attraverso alcuni temi del libro: “Nella notte nessuno ci vede e ci concediamo di fare cose che alla luce del giorno ci farebbero orrore”.
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la terza giornata del festival a roma
Letteratura ebraica e Meridione
Inizierà nel segno dell'ebraismo meridionale la terza giornata del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica in svolgimento a Roma.
"Le identità disperse. Gli ebrei nel Meridione d'Italia". Questo il titolo dell'incontro in programma alle 19.30 al Palazzo della Cultura, con interventi di Simonetta Agnello Hornby, rav Pierpaolo Pinhas Punturello e Francesca Nocerino. Alle 21 invece Riccardo Luna e Dani Schaumann parleranno invece della terra come risorsa, ma anche di start up e futuro.
Ieri il tema della "contaminazione" al centro di un incontro sull'influenza mariana nella cucina del Lazio, con ospiti Giulia Gallichi Punturello e Serena Di Nepi.
Ad aprire il festival, all'uscita dello Shabbat, il consueto appuntamento con la Notte della Cabbalà con incontri letterari, performance artistiche e molto altro ancora.
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la riunione nella capitale inglese
World Jewish Congress a Londra
Il punto sul futuro ebraico

Lotta all'antisemitismo e Bds, difesa della libertà religiosa, tutela delle diverse espressioni dell'ebraismo. Sono alcuni dei temi sul tavolo della riunione di questa mattina a Londra dell'esecutivo del World Jewish Congress, l'assise che riunisce le organizzazioni che rappresentano la realtà ebraica internazionale. La riunione del board, guidata dal presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, a cui ha partecipato la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, è stata l'occasione per analizzare e approvare alcune risoluzioni su temi sensibili per il mondo ebraico e Israele: ad esempio, l'importanza della tutela di pratiche religiose, come la circoncisione (milah) e la macellazione rituale (schechitah), nuovamente minacciate da tentativi di vietarle in alcuni Paesi europei.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Una Giornata da tradurre 
Raccontare l’Italia, nel segno della Giornata europea della Cultura ebraica. Così, la nuova uscita di Pagine Ebraiche International Edition torna a essere in buona parte dedicata all’appuntamento che ogni settembre coinvolge decine di località in tutta la Penisola, che si aggiungono alle centinaia in Europa nel celebrare cosa l’ebraismo rappresenta per la società. Fondamentale nella realizzazione della newsletter settimanale dedicata al pubblico internazionale è ancora una volta il progetto avviato con la Scuola traduttori e interpreti di Trieste, di cui numerosi studenti stanno svolgendo il proprio tirocinio presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche. Così Rachele Ferin firma la traduzione del testo che racconta la giornata a Palermo e in Sicilia – regione capofila dell’edizione 2017 – Clara Erhet quella del resoconto da Roma, Sara Volpe da Milano (tutte proposte in lingua inglese).
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pilpul
Oltremare - Pianoforti
Quando si viaggia in treno e in metropolitana in tutto il mondo ormai capita di trovare in un sottopasso, in un passaggio largo, in un punto esposto ma non di troppo fitto passaggio un pianoforte. Spesso colorato, o se non è colorato lui lo è un cerchio a terra nel quale il pianoforte è poggiato. Spesso è suonato da passanti, studenti di musica, qualche volte veri e propri virtuosi che vanno apposta a suonare in luoghi così poco atti alla concentrazione e alla calma che ci vorrebbe per godersi davvero un'opera d'arte. In Israele, il più delle volte o perfino quasi sempre, chi suona quei pianoforti pubblici sono soldati. Vestiti da soldati, abbronzati come soldati e giovani come soldati di leva, quindi fra i 18 e i 21 anni. Il fatto è che i soldati qui si spostano in continuazione via treno o autobus fra base e casa, e chi si avventura nel trasporto pubblico a cavallo del weekend può pensare che il paese sia in allerta militare, a giudicare dal numero delle divise verdi in circolazione. E il fatto è anche che la tradizione delle bande militari composte da giovani di leva che servono per i loro tre anni suonando e cantando per i commilitoni è radicata e forte, e ha prodotto la grande maggioranza dei successi della musica israeliana soprattutto negli anni '60 e '70.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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