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6 Novembre 2017 - 17 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Disse Rabbi Abahu (a nome di), disse Rabbi Elazar: per quale motivo fu punito Avraham Avinu annunciandogli che i suoi figli saranno resi schiavi in Egitto? Per via del fatto che Avraham aveva forzato i suoi Talmidei Chachamim ad arruolarsi per combattere in guerra, come è scritto: "armò i suoi allievi (Chanichav), nati in casa sua" (Bereshith 14, 14), si intende allievi formati nello studio della Torah. (HaRan - Nedarim 32 a) 
 
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Anna
Foa,
storica
Una bara attracca a Salerno. Contiene i cadaveri di 26 donne, migranti. È una nave spagnola che insieme ad altri 375 migranti porta quei cadaveri a terra. Tutte donne. E non è forse legittimo il sospetto di una violenza assassina sulle donne? Ma ancora non sappiamo. Sappiamo però che è giunta a Salerno col suo carico accompagnata dall'indifferenza generale quando non dagli insulti razzisti del web. Possiamo almeno, noi che siamo stati vittime dell'indifferenza del mondo, accompagnare con il nostro rispetto e il nostro dolore quelle donne? 
 
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Ostia, exploit Casapound
Exploit di Casapound ad Ostia, con quasi il 10 per cento delle preferenze e un ruolo da ago della bilancia al prossimo ballottaggio. La Repubblica segnala la presenza di numerosi militanti ieri nei seggi di Ostia e Ostia Nuova, per un’azione di controllo capillare delle sezioni. E nel corso della giornata non è passata inosservata, si legge ancora, la presenza di componenti della famiglia Spada, il clan che controlla il racket sul litorale.

Al cimitero monumentale di Genova una delegazione di Fratelli d’Italia rende omaggio ai caduti della Rsi e nell’occasione porta anche un fiore sulla tomba di Ferruccio Parri. A guidarla (su delega del sindaco) il Consigliere Sergio Gambino. Queste le sue parole, riportate da Repubblica Genova: “È il momento di andare oltre quegli anni di guerra civile in cui morirono persone che credevano di combattere ognuno dalla parte giusta. Dopo anni di odio è ora di dare segnali di distensione”. L’iniziativa è stata duramente contestata da esponenti locali di centrosinistra, che hanno ricordato crimini e responsabilità dei repubblichini in quei mesi drammatici.
Proprio a Genova ieri si è tenuto la consueta marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei genovesi, organizzata insieme da Comunità ebraica e Comunità di Sant’Egidio. Migliaia, scrive il Secolo XIX, le persone che hanno preso parte al corteo.
E stasera invece il grande protagonista sarà lo scrittore David Grossman, cui verrà assegnato il Premio del Centro Primo Levi. Afferma Grossman, intervistato dal Secolo XIX: “La gente si vergognava dopo la Shoah, dopo la seconda guerra mondiale, a dichiararsi antisemita, razzista o xenofoba a viso aperto perché l’ombra dell’Olocausto era ancora incombente. Ora, dopo 70 anni questi sentimenti che temo siano radicati negli esseri umani, stanno riemergendo in superficie e sarà sempre così. E ogni volta che questo accade dobbiamo sforzarci di trovare argomenti validi che li contrastino, dobbiamo pazientemente affrontare queste esplosioni di inciviltà e ripartire”.

“Esistono morti di serie A e morti di serie B. Ci dimentichiamo troppo spesso delle vittime del comunismo al cui confronto Hitler era un novellino” ha dichiarato ieri Rachele Mussolini, esponente di una lista civica a sostegno di Giorgia Meloni e nipote del dittatore fascista, alla vigilia della partenza del Viaggio della Memoria organizzato da Comune di Roma e Comunità ebraica. Risponde dalla Polonia il vicepresidente della Comunità Ruben Della Rocca: “Fino a quando ci sarà chi banalizzerà l’Olocausto, chi definirà Hitler un novellino o chi metterà sulla bilancia altre tragedie non potremo fare altro che continuare a organizzare questi viaggi e fare pedagogia per non banalizzare il male” (Messaggero).
 
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  davar
qui ferrara - il convegno 
Ebraismo e bioetica, le risposte
alle domande della modernità

 "Questioni bioetiche e diritto ebraico” è il titolo del convegno promosso nell’ambito del Corso di Diritto e Religione dell’Università degli Studi di Ferrara, con la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - Meis, in programma giovedì 9 novembre presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza (Corso Ercole I d’Este, 37).
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pagine ebraiche intervista andreina contessa 
“Miramare tra arte e natura.
Un castello per l’Europa”

La stima di un milione di visitatori alle porte e un posto saldo sulla vetta dei luoghi di maggiore richiamo turistico in Italia non bastano. La concessione della piena autonomia gestionale e strategica di cui solo pochissimi musei statali possono godere non è sufficiente. L’unificazione sotto un’unica guida del museo nel mitico castello proiettato nelle acque all’apice del Mediterraneo, del prezioso parco botanico, il contorno dell’inimitabile parco marino che tutela tutte le acque circostanti, sono solo una premessa. Appena arrivata da Gerusalemme a Trieste per assumere la guida del polo di Miramare, Andreina Contessa è in corsa contro il tempo. L’esperienza del rilancio del piccolo, prezioso museo d’arte ebraica italiana Umberto Nahon, un’operazione culturale coraggiosa che ha attirato l’attenzione delle massime autorità israeliane e di tutto il mondo ebraico, ha lasciato il segno. E a Miramare sta per aprirsi un grande laboratorio su cui il ministro del Beni culturali Dario Franceschini mostra di credere fermamente.
Per salutare la nuova direttrice, festeggiare la svolta e l’inizio del rilancio del polo culturale che sta nei sogni e nei progetti di viaggio di mezza Europa, è arrivato a Trieste a bordo di un treno storico che simboleggiava il ricongiungimento delle antiche strade ferrate che hanno fatto l’Europa. La linea Meridionale (Trieste-Vienna) e la Transalpina (Trieste-Boemia), il prestigioso museo ferroviario che sorgerà nella stazione di Trieste Campo Marzio e l’incantevole stazione ferroviaria di Miramare meta prediletta di Elisabetta d’Asburgo e a lungo dimenticata ai margini del parco. Con il ministro erano a bordo, a lanciare un troncone determinante del grande cantiere per valorizzare un’Italia grande centro di richiamo culturale e turistico, il governatore del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini e il presidente della Fondazione Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.
La riapertura delle grandi vie di comunicazione ferroviaria, il patrimonio di un parco botanico unico nel suo genere, il prezioso parco marino, il mitico bianco castello che l’arciduca Massimiliano d’Asburgo volle proiettato nelle acque. Da dove parte la sfida di questo nuovo incarico?
C’è – spiega Andreina Contessa – l’ambizione di rinnovare e di ridisegnare nel rispetto rigoroso della tradizione. Ma anche vanno valorizzate enormi potenzialità ancora non espresse. Miramare è una realtà complessa, un patrimonio per l’Italia e per l’Europa di domani. È già meta di numerosissimi turisti che giungono da ogni parte del mondo, è un luogo del cuore e una componente essenziale per tutti i triestini. Si tratta ora di ridefinire un
ruolo coerente e aperto per questo patrimonio.

Quale filo conduttore?
Il legame fra arte e natura. Questa è la ricetta, la combinazione che può fare di Miramare un luogo unico, crescere ben al di là del mito già presente. Ma si tratta di un’operazione delicata, da intraprendere anche per recuperare lunghi tratti di storia in cui l’oblio e la trascuratezza hanno lasciato segni profondi. Si tratta di mettere assieme competenze molto diverse e farle funzionare in uno spazio comune. E per questo ho voluto cominciare questo lavoro con una giornata d’incontro dove assieme a molti esperti di grande fama potessero esprimersi anche dei giovani professionisti che a Miramare hanno dedicato i loro studi e le loro tesi.

Guido Vitale, Pagine Ebraiche Novembre 2017

(Nelle foto di Giovanni Montenero, Andreina Contessa nel parco di Miramare e a colloquio con il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale nello storico caffè San Marco a Trieste)
 
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pagine ebraiche novembre - speciale miramare
Rinasce il parco dell’identità
Un castello per le genti d’Europa, un parco per coltivare la diversità e la ricchezza culturale. E il sogno che siano gli investimenti sulla cultura e sulla creatività a portare benessere, sviluppo e progresso anche per le nuove generazioni. Il progetto per Miramare prende il volo e una giornata di studio e di conoscenza tutta dedicata al futuro dello straordinario comprensorio naturalistico e artistico che l’arciduca Massimiliano d’Asburgo ha lasciato alle porte di Trieste, incastonato fra Alto Adriatico e Carso, fra Oriente e Occidente, nel punto d’incontro delle tre anime latina, germanica e slava d’Europa, segna questa storica svolta. Moltissimi gli esperti internazionali che hanno risposto alla chiamata del nuovo direttore Andreina Contessa, giunta recentemente da Gerusalemme dove guidava il Museo d’arte ebraica italiana, per raccogliere la sfida di uno dei progetti strategici più cari al ministero dei Beni culturali. Condotti al mattino dalla storica Rossella Fabiani e dal botanico Mauro Tretiach alla scoperta dell’immenso patrimonio storico, artistico e naturalistico che il castello e la riserva racchiudono, i partecipanti sono poi stati accolti dal governatore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani per avviare, nel salone dello storico palazzo del Lloyd di navigazione, un serrato confronto sul lavoro da compiere.

“In questa giornata – ha detto la Serracchiani – si lancia un segnale importante. I finanziamenti immediatamente disposti dal ministro Franceschini per avviare le prime opere troveranno una corrispondenza nell’impegno del governo locale, ma anche di tutti i cittadini che vedono in Miramare la riconquista di una missione collettiva per l’Europa”.

(Nella foto di Giovanni Montenero, la direttrice Andreina Contessa assieme al ministro del Beni culturali Dario Franceschini, all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini e al presidente della Fondazione Ferrovie dello Stato Mauro Moretti a bordo del treno storico legato al progetto che porterà al rilancio del museo ferroviario europeo di Trieste Campo Marzio e alla riapertura della linea ferroviaria Transalpina con la realizzazione di un collegamento diretto a Miramare)
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pagine ebraiche novembre - speciale miramare
Fascino e destino
“Altezza Imperiale! Ho l’onore di cogliere questa occasione per riferire qualche notizia sul progresso dei lavori del parco, e per osservare contemporaneamente che si sono insediati a Miramar i tanto attesi usignoli. Sto sorvegliando con occhi d’Argo il nido di merlo che si trova su una tuia presso il muro del caffè; nel nido quattro piccoli crescono imbeccati dagli adulti; cerco di difenderli da ogni insidia e li faccio sorvegliare anche da altri…”. È l’aprile del 1861. A firmare queste parole che aprono uno dei suoi meticolosi rapporti botanici il capo giardiniere di Massimiliano d’Asburgo Anton Jelinek. L’arciduca fratello di Francesco Giuseppe e amatissimo comandante della Marina dell’Austria Ungheria teneva a bada le sue irrequietudini solcando i mari e compiendo leggendarie missioni scientifiche e naturalistiche. Proprio a bordo della fatale, elegantissima fregata Novara, che negli anni seguenti lo avrebbe condotto a varcare gli oceani, accettare la corona del Messico e bruciarsi in un tragico destino, aveva conosciuto il boemo Jelinek, da allora suo fedele assistente.
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pagine ebraiche novembre - speciale miramare
Massimiliano I d'Asburgo, imperatore irrequieto
Il famoso dipinto di Edouard Manet raffigura l’esecuzione in modo estremamente dettagliato: a sinistra i tre condannati a morte – l’imperatore Massimiliano del Messico che indossava un pastrano e un sombrero e i suoi generali Miguel Miramón e Tómas Mejía vestiti con i pantaloni dell’uniforme e camicie bianche. I soldati del plotone di esecuzione formano un gruppo disordinato. Sopra il muro sullo sfondo degli uomini assistono alla vicenda e in mezzo a loro c’è una giovane donna che si regge la testa con entrambe le mani. Manet realizzò il dipinto nel 1868, un anno dopo l’esecuzione, avvenuta il 19 giugno 1867. La vicenda era sulla bocca di tutti: un Asburgo, nemmeno trentacinquenne, morto nel lontano Messico, dove governava come imperatore con l’appoggio della Francia – questa storia bizzarra scosse tutta l’Europa. Anche 150 anni dopo non ha perso il suo fascino.
Massimiliano, che in realtà si chiamava Ferdinando Massimiliano, era il fratello più giovane dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I. Nacque nel 1832 dall’arciduca Francesco Carlo e dalla principessa Sofia di Baviera e c’era chi riteneva che lui, il secondogenito, fosse più dotato e brillante del suo fratello maggiore, che dopo la repressione dei moti rivoluzionari del 1848 divenne imperatore.

Gerd Fesser (Die Zeit)
(Traduzione di Milena Porsch e Anna Zanette, studentesse della Scuola Superiore Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste, tirocinanti presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane)
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qui roma
Memoria, viaggio con i giovani
È in svolgimento il Viaggio della Memoria in Polonia per le scuole organizzato da Comune di Roma, Comunità ebraica e Fondazione Museo della Shoah. A guidare 128 studenti di 32 istituti romani nei luoghi dell’orrore i Testimoni della Shoah Sami Modiano e Tatiana Bucci, insieme allo storico Marcello Pezzetti.
Con la sindaca Virginia Raggi, una delegazione del Comune costituita dal presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, il capogruppo M5S Paolo Ferrara, l’assessore al Sociale Laura Baldassarre e due dei capigruppo di opposizione, del Pd Michela Di Biase e di Sinistra x Roma Stefano Fassina.
In Polonia tra gli altri anche il presidente della Fondazione Mario Venezia, il vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca e il consigliere Daniel Funaro, oltre al presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi e al responsabile Dipartimento Junior dell’AIC Simone Perrotta.
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qui genova 
In corteo per non dimenticare,
in compagnia di David Grossman

Ancora una volta una risposta forte di tutta la città. Migliaia di persone in corteo, per ricordare la deportazione nazifascista degli ebrei genovesi e per lanciare un messaggio rivolto al futuro. Uniti, coesi, consapevoli. Le diverse anime della società in relazione per difendere i valori di inclusione e rispetto di ogni vita umana essenziali in una società progredita. E un ospite a sorpresa, tra i tanti partecipanti all’iniziativa: lo scrittore israeliano David Grossman, che stasera riceverà il premio annuale del Centro Culturale Primo Levi. Comunità ebraica di Genova, Comunità di Sant’Egidio e Centro Culturale Primo Levi hanno rinnovato l’invito a marciare compatti, da Galleria Mazzini fino alla sinagoga di via Bertora. E all’appello hanno risposto davvero un po’ tutti e a tutti i livelli: le istituzioni, rappresentate tra le altre dal sindaco Marco Bucci, le diverse comunità religiose, tanti comuni cittadini.
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l'iniziativa dell'ucei
Livorno, lo Shabbat dei ragazzi
“L’iniziativa si è rivelata nel suo insieme un grande successo. Tanti giovani a confronto, di diverse Comunità, e i nostri spazi costantemente gremiti. Un’esperienza che lascerà il segno e per cui voglio ringraziare tutti: professionali e volontari”.
È grande l’entusiasmo di Vittorio Mosseri, presidente della Comunità ebraica livornese. Per tutto il fine settimana i locali di Piazza Benamozegh hanno ospitato l’incontro di molte decine di ragazzi da tutta Italia per uno Shabbaton davvero speciale. Un’occasione di divertimento e crescita identitaria, rivolta in particolare a giovani che stanno preparando il Bar e il Bat Mitzvà (la maggiorità religiosa), ma che inevitabilmente si è estesa anche a coloro che li hanno accompagnati.
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qui roma
Rav Hazan, 40 anni di impegno
Quarant’anni da “inviato speciale” a Roma per il rabbino chabad Itzchak Hazan, una delle anime del Tempio ashkenazita della Capitale. Un impegno esteso nel tempo e denso di significati, segnato da tanti momenti che in questi otto lustri hanno contribuito a rafforzare spirito di comunità e crescita di consapevolezza ebraica.
Di questo si è parlato ieri in via Balbo. Di risultati, ma anche di propositi e iniziative rivolte al futuro. L’occasione è stata proprio la celebrazione dell’anniversario, fortemente voluta dal presidente del Tempio Alberto Heimler. È stato proprio Heimler a introdurre la serata, svoltasi davanti a un folto pubblico. Ma anche a fare omaggio al rav Hazan di un dono straordinario e inaspettato: la raccolta delle sue derashot, personalmente curate e pubblicate ora in un volume.
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qui casale monferrato
La magia al servizio del calcio
Ricordando Raffaele Jaffe

“Una storia ebraica da un punto di vista diverso, dove si parla sì di calcio, ma soprattutto di come il calcio abbia dato un contributo alla società”. Claudia De Benedetti introduce così l’ospite di una presentazione che ha portato, in Comunità ebraica, un libro e un pubblico insolito. Si è parlato infatti di Presidenti, scritto da Adam Smulevich, giornalista dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che ha contribuito a far conoscere l’impegno di Gino Bartali in favore degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

Alberto Angelino
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qui venezia
Pensieri nella vecchiaia
Un pomeriggio che resterà nel cuore dei presenti, quello del 25 ottobre scorso. Si è trattato di un mercoledì straordinario, trascorso al Ghimel Garden. Pensieri nella vecchiaia è il titolo del piccolo, prezioso libro di Virginia Gattegno, presentato e letto al pubblico negli spazi dell’accogliente Ghimel Garden.

Renato Jona
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Leggere per combattere l’odio 
Intolleranza, razzismo, antisemitismo sembrano riemergere prepotentemente da un passato che si sperava rimasto nel XX secolo. Uno degli strumenti per combatterli è conoscere e comprendere i meccanismi malati che li portarono a contaminare e poi conquistare intere nazioni. L’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition apre con l’intervista dello storico Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, allo studioso Vincenzo Pinto, curatore di una nuova edizione critica del Mein Kampf di Adolf Hitler.
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pilpul
Oltremare -  "Spirito"
Non abbiamo ancora finito di congratularci con noi stessi per l'apparizione al Saturday Night Live show della divina Gal Gadot, che già Larry David ci rovina la festa. La divina, o perlomeno supereroica Gadot aveva causato due eventi mai avvenuti prima nella storia del mondo: la trasmissione in tempo reale del SNL in Israele, seppure ad ore antelucane; e la presenza di una lingua straniera in diretta, e per giunta il fatto che tale lingua straniera fosse l'ebraico, cosa che ha fatto andare in brodo di giuggiole qualunque buon ebreo all'ascolto ovunque nel mondo, che capisse anche solo "shalom". Non esiste un israeliano che non abbia visto (ripetutamente) il clip di Gal che parlando solo al pubblico israeliano scherza sul fatto che la produzione la teneva a dieta di hummus. Non molto raffinati, aggiunge. Ecco, le cose che persino un israeliano può dire degli americani.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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