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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Quando
gli ebrei sono invitati a leggere o a benedire la lettura di un brano
della Torah, alla fine della lettura stessa sono salutati dal pubblico
presente con l'espressione: "Hazak!" Generalmente si accompagna questa
espressione con "Hazak veEmatz, sii forte e coraggioso". La frase è
presa da Deuteronomio 31,7 utilizzando una raccomandazione di Moshe a
Yehoshua, come a dire da maestro a discepolo.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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"Far
nettamente risaltare che le iniziative italiane in materia di razza
[...] non erano spontanee", e che "il loro carattere formale cessò
[...] quando gli invasori germanici estesero direttamente il loro
controllo all'applicazione delle misure antisemite". "La nostra legge
sulla razza non solo aveva trovato una scarsa applicazione nei singoli
casi concreti, ma il popolo tutto e la quasi totalità degli organi
amministrativi che avrebbero dovuto applicarla, avevano invece
gareggiato per sabotarla completamente o, per lo meno, per mitigarne al
massimo gli effetti".
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Accordo sul nucleare,
Trump sospende l’uscita
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Il
presidente Usa Donald Trump si appresta a prorogare il congelamento
delle sanzioni verso l’Iran previsto nell’accordo sul programma
nucleare di Teheran. Secondo quanto riporta il New York Times, Trump
avrebbe intenzione di imporre una scadenza al Congresso americano e
agli alleati europei per migliorare l’accordo altrimenti gli Stati
Uniti ne usciranno. L’annuncio è atteso nelle prossime ore e dovrebbe
essere accompagnato da sanzioni mirate contro alcuni esponenti del
governo di Teheran per corruzione e abuso dei diritti umani. “Se è
vero, – scrive Federico Rampini su Repubblica – significa che dentro
l’Amministrazione Usa hanno vinto gli esponenti dell’establishment
militar-industriale. A difendere l’accordo con l’Iran sono stati due
generali molto influenti (Mattis segretario alla Difesa, McMaster che
dirige il National Security Council) e il segretario di Stato
Tillerson. Questo trio ha ricevuto un aiuto da Israele. I servizi
segreti israeliani hanno fatto filtrare il loro parere: gli risulta che
Teheran sta rispettando i termini dell’accordo e non ha molto senso
strappare quel patto, dando via libera ai falchi iraniani che vogliono
riprendere i piani di costruzione dell’atomica”. Intanto ieri a Roma il
ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, e il vice ministro
iraniano, Mohammad Khazaee, hanno siglato un intesa che, scrive il
Corriere “mette a disposizione delle banche iraniane 5 miliardi di
dollari per finanziare l’acquisto di servizi o forniture da parte di
imprese italiane per i progetti locali”. Dopo la firma dell’accordo sul
nucleare iraniano (siglato da Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia
e Cina più la Germania e l’Ue), l’Italia ha rilanciato i suoi rapporti
con Teheran e “sono state poste le basi per siglare accordi per un
valore potenziale di 27 miliardi di euro”. E se Roma fa affari con il
regime degli Ayatollah, anche altri Paesi europei non vogliono far
saltare l’accordo con Teheran. Tra questi la Gran Bretagna, come
riporta La Stampa, con il ministro britannico Boris Johnson che avverte
che Londra rispetterà l’intesa: “Noi – ha detto Johnson – pensiamo che
l’intesa sia un considerevole risultato diplomatico. Non credo che
qualcuno abbia avanzato un’idea migliore. Io ritengo che chi si oppone
al Jcpoa abbia la responsabilità di presentare una soluzione più
efficace, perché finora non l’abbiamo vista”.
Milano, approvata la mozione antifascista. Approvato dai due terzi
dell’aula del Consiglio comunale di Milano (31 voti a favore e due
contrari), con la maggioranza di centrosinistra compatta e con il
contributo del Movimento 5 Stelle, il provvedimento che invita “a non
concedere spazi, patrocini, contributi di qualunque natura a coloro che
non garantiscono di rispettare i valori della Costituzione”. “Il via
libera – riporta Repubblica Milano – al provvedimento che mira a
fermare non solo l’onda di saluti romani che dilaga in città, ma ogni
tipo di “fascismo” in senso lato, dalla discriminazione all’omofobia,
dal razzismo all’antisemitismo, è arrivato dopo due sedute molto
accese, con un centrodestra che le ha tentate tutte per fare
ostruzionismo”. “Si tratta di un importante passo avanti per
contrastare la sempre più preoccupante deriva xenofoba, razzista e
neofascista e di una ferma risposta agli odiosi e vergognosi slogan
antisemiti scanditi nel corso della manifestazione svoltasi in piazza
Cavour il 9 dicembre scorso che ha offeso i sentimenti democratici di
tutti i milanesi”, il commento del presidente dell’Anpi Milano. E
riguardo quanto accaduto in piazza Cavour – con slogan antisemiti
urlati in arabo durante una manifestazione propalestinese – interviene
anche Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti di Milano,
appoggiando la scelta dell’assessore alla Cultura della Comunità
ebraica milanese Davide Romano di disertare le iniziative per il 27
gennaio. “II Parenti – spiega Shammah al Corriere Milano – ha sempre
celebrato il Giorno della Memoria ma quest’anno non lo farà. Invece,
prossimamente racconterò la storia dello Stato di Israele. Perché in
questa confusione di antisionismo e antisemitismo bisogna ripartire dai
fatti, dalla storia”.
Le Pietre d’inciampo e il ricordo dei Giusti. A Torino torna, per il
quarto anno, la posa delle pietre d’inciampo in ricordo dei deportati
dal nazifascismo (La Stampa Torino Sette). Il Museo della Resistenza,
con la Comunità ebraica di Torino, il Goethe Institut e Aned, curano il
progetto, sottolinea La Stampa (le pose sono in programma giovedì 18,
dalle 9 alle 11). A Genova invece nascerà una “Associazione nazionale
Giusti tra le nazioni”, frutto della volontà dell’avvocato genovese
Alessandro Comola – unito da legami familiari a uno dei Giusti,
monsignor Carlo Salvi – e delle nipoti di Gino Bartali, racconta il
Secolo XIX. “L’idea ha perso forma, – spiega il quotidiano – lo statuto
dell’associazione è già pronto e oggi Comola lo presenterà a Noemi Di
Segni, presidente dell’Unione ebraica a italiana”. Avvenire racconta
invece la storia di Erich Eder, 21 anni, che a Pesaro nel 1944
“protesse Alfredo Sarano, il quale raccontò la vicende in un diario
scoperto da Roberto Mazzoli, che ha anche rintracciato i figli dei due,
incontratisi ieri sera a Milano”.
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l'iniziativa ucei del 28 gennaio
Run for Mem, a Bologna si corre
anche nel nome di Arpad Weisz
“A
sessant’anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva
vinto più di tutti nella sua epoca, un’epoca gloriosa del pallone,
aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati
oggi. Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A
lui è successo”.
Matteo Marani descriveva così, nel suo Dallo scudetto ad Auschwitz, la
rimozione di cui è stato vittima Arpad Weisz (1896-1944). Uno dei più
grandi allenatori di sempre, uno scudetto con l’Inter e due con il
Bologna, letteralmente cancellato dalla storia del calcio. Prima con la
promulgazione delle Leggi razziste, che nel ’38 lo costrinsero a
lasciare la guida della squadra rossoblu. E quindi con la cattura in
Olanda, la deportazione, l’annientamento nel lager. C’è voluto il suo
libro, frutto di un paziente lavoro di ricerca, per sottrarlo
dall’oblio e farne di nuovo un nome sulla bocca dei tifosi. A partire
dalla città felsinea, dove una curva dello stadio Dall’Ara porta oggi
il suo nome.
La figura di Weisz, dalla traccia profonda lasciata nel pallone al
drammatico epilogo ad Auschwitz, sarà centrale nella prossima Run for
Mem. E cioè la corsa non agonistica nei luoghi della memoria cittadina
organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Bologna.
Appuntamento alle 11 del 28 gennaio, con due diversi percorsi. Uno di
dodici chilometri, l’altra di cinque. Un’iniziativa che si pone in
continuità con la prima edizione, organizzata nel gennaio del 2017 a
Roma. Ancora una volta testimonial d’eccezione Shaul Ladany, marciatore
israeliano sopravvissuto alla Shoah e all’azione terroristica
palestinese ai Giochi olimpici di Monaco. Al suo fianco anche l’ex
maratoneta Franca Fiacconi, vincitrice nel 1998 a New York. Leggi
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il programma del premier israeliano
Tra India, Stati Uniti e Russia
L'agenda 2018 di Netanyahu
Nerendra
Modi, Donald Trump e Vladimir Putin. Sono i tre leader mondiali che il
Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha in agenda di incontrare nei
prossimi mesi. A dirlo, lo stesso Netanyahu nel corso di un forum
economico tenutosi a Gerusalemme. Il Premier ha detto di stare
pianificando colloqui “con i leader di tre dei principali paesi del
mondo”, aggiungendo che si tratta “ovviamente del primo ministro
indiano Narendra Modi, del presidente statunitense Donald Trump, con
cui mi incontrerò a Washington a marzo o forse anche prima, e
certamente con il capo dello Stato russo Vladimir Putin, con cui ho
concordato un incontro nelle prossime settimane”. Prima tappa dunque,
come già ampiamente annunciato, la visita in India programmata dal 14
al 18 gennaio. Un passaggio importante per Gerusalemme, perché
l'economia indiana costituisce un mercato dalle grandi possibilità
nonché un alleato a livello internazionale con cui però nelle ultime
settimane non sono mancati i problemi: ai primi dell'anno, New Delhi ha
annunciato la soppressione di un accordo da 500 milioni di dollari per
l'acquisto di missili prodotti in Israele e ancor prima aveva votato a
favore della risoluzione Onu di condanna del discorso di Trump sul
riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico. Leggi
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il progetto stolpersteine
Torino e le pietre della Memoria
Pietre
d’inciampo 2018: anche quest’anno Torino accoglie e promuove il
progetto Stolpersteine dell’artista tedesco Gunter Demning per
ricordare le vittime della deportazione nazista e fascista. Il progetto
è stato presentato nella sede del Consiglio Regionale del Piemonte,
proprio per sottolineare il coinvolgimento non solo del capoluogo, ma
anche di molte località sparse sul territorio, tra cui Alessandria,
Novi Ligure e Acqui Terme. In Piemonte quindi tra il 14 e il 18 gennaio
verranno posate 37 pietre d’inciampo. A presentare l’iniziativa,
promossa tra gli altri dal Consiglio Regionale nella persona di Nino
Boeti, vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte e del
Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi
della Costituzione e dalla Città di Torino, tramite l’assessore alla
Cultura, Francesca Leon, sono gli enti promotori: il Museo Diffuso
della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della
Libertà; la Comunità Ebraica di Torino, il Goethe Institut Turin e
l’ANED sezione Torino. Presenti anche i sindaci di Collegno, di Condove
e di Lanzo.
Alice Fubini Leggi
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qui venezia - il programma per il 27 gennaio
Anne, il Diario protagonista
Trentanove
iniziative che si estendono a tutto il mese di gennaio e oltre, tra
convegni, attività didattiche, mostre, proiezioni e rappresentazioni,
proponendo diversi tipi di approfondimento, spunti di riflessione e
chiavi di lettura e coinvolgendo l’intero territorio comunale, dal Lido
di Venezia alla terraferma.
Si presenta così il programma del Giorno della Memoria a Venezia,
presentato a Ca’ Farsetti nel corso di una conferenza stampa in cui
sono intervenuti, tra gli altri, la presidente del Consiglio comunale
Ermelinda Damiano, la presidente della Commissione Cultura Giorgia Pea,
il coordinatore del Tavolo delle Associazioni per il Giorno della
Memoria 2018 Paolo Navarro Dina e il direttore dell’Istituto veneziano
per la storia della Resistenza e della società contemporanea Marco
Borghi. Leggi
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qui roma - Grandangolo si presenta
"Un libro da leggere a scuola”
L’identità
ebraica, spiega il rav Benedetto Carucci, oscilla tra una focale molto
stretta e una focale molto ampia. Una prospettiva elastica, dove anche
chi cerca una piena emancipazione non la trova mai fino in fondo.
“Quella dell’identità è la tipica ossessione ebraica e questo libro ha
il merito di portarla al centro attraverso un linguaggio e una trama in
cui molti possono ritrovarsi. Tra i giovani e non solo”. Il libro di
cui si parla è Grandangolo,
romanzo di esordio di Simone Somekh. Racconta la storia di un giovane,
nato e cresciuto in una comunità molto ortodossa che coltiva la
passione per la fotografia. Il richiamo del mondo e la faticosa
definizione di un’identità sessuale lo porteranno ad allontanarsi
dall’ambiente d’origine, a cercare la libertà e la propria affermazione
altrove. Un viaggio costellato di speranze, ma anche di sofferenza e
lacerazioni. A cominciare dall’attrazione, insistentemente evocata nel
romanzo, fra persone dello stesso sesso, certamente problematica dalla
prospettiva dell’ebraismo ortodosso, ma sempre sottaciuta nel corso
degli interventi della serata di presentazione tenutasi ieri al Centro
Pitigliani di Roma. Leggi
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Un albero di carrube |
Il
midrash che narra di “un vecchio che stava piantando un albero di
carrube”, a cui accenna nel suo intervento di ieri Giorgio Berruto,
citandolo da un libro del teologo di origine ebraica Paolo De
Benedetti, è in effetti , nelle sue diverse versioni originali dei
testi rabbinici, un racconto molto più complesso, articolato e ricco di
contenuti di quanto possa, apparire non solo nella citazione di fonte
non ebraica, qui in oggetto, ma anche in altri richiami, anche di parte
ebraica che si limitano a riassumere quello che, a prima vista, appare
il messaggio principale. Innanzitutto si deve premettere che, come
è proprio del midrash narrativo, il senso più profondo va ricercato non
tanto nel significato letterale del racconto, quanto nella comprensione
dei messaggi che il testo intende trasmettere, attraverso un insieme di
immagini ed episodi a valenza simbolica ed emblematica.
Giuseppe Momigliano, rabbino
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Regole strane |
È
largamente noto (anche perché è una delle domande più frequenti ai
concorsi per l’abilitazione all’insegnamento) che lo scrutinio non è
valido se non sono presenti tutti gli insegnanti della classe. È
altrettanto noto che chi sciopera non può essere sostituito. Viceversa
se un docente è malato lo scrutinio può aver luogo chiamando al suo
posto un collega della stessa disciplina. Non è previsto che il docente
malato possa partecipare allo scrutinio telefonicamente o via mail: dal
punto di vista legale chi è a casa con l’influenza non esiste. Al suo
posto, una persona che certamente non insegna in quella classe ha
legalmente il diritto (anzi, il dovere) di esprimersi su voti di
condotta, promozioni e bocciature di ragazzi di cui quasi sicuramente
non sa nulla e di cui - a parte il caso assai improbabile che abbia
insegnato in quella classe negli anni precedenti - non conosce neppure
i nomi.
Anna Segre, insegnante
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Segnali di odio |
Dopo
la manifestazione d'odio avvenuta qualche settimana fa a Milano, a
Parigi nell'anniversario della strage dell'Hypercacher alcuni negozi
ebraici vengono vandalizzati o dati alle fiamme – tra cui uno di
proprietà di un musulmano! -, a Djerba in Tunisia durante le proteste
antigovernative di questi giorni vengono attaccate le sinagoghe locali,
in West Bank un cittadino israeliano viene assassinato mentre era alla
guida della propria auto. Potrei aggiungere altri fatti recenti anche
per controbilanciare l'antisemitismo arabo, come per esempio il
principale giornale di Puerto Rico, El Nuevo Dìa, il quale asserisce
che se gli Usa non hanno aiutato abbastanza la propria colonia dopo le
devastazioni dell'uragano Maria è a causa degli ebrei di Wall Street e
della politica filo-israeliana di Trump.
Francesco Moises Bassano
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