Ephraim Mirvis, rabbino capo d'Inghilterra
|
Nostro compito, fino all'ultima energia, è anche quello di contrastare i perpetratori di odio, crudeltà e violenza.
|
|
Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
|
Il
voto di monito espresso dal Parlamento Europeo nei confronti
dell’Ungheria per le ripetute violazioni dello stato di diritto in quel
paese è un passaggio cruciale di maturazione dell’intera Unione
Europea, ma rischia di arrivare troppo tardi. Siamo infatti a pochi
mesi dalle elezioni che rinnoveranno proprio quel Parlamento, e non c’è
più tempo per far seguire al voto delle efficaci azioni politiche. Al
contrario, questa netta contrapposizione rischia di portare acqua al
mulino dei populismi antieuropeisti alimentandone la campagna
elettorale. Quando un governo come quello di Viktor Orban si
contrappone in maniera così netta ai più elementari principi di
democrazia liberale e viene isolato a livello internazionale, il
rischio di derive sempre più estreme è dietro l’angolo. Quando
Mussolini decise di imbarcarsi nell’impresa coloniale africana muovendo
guerra all’Etiopia, la Società delle Nazioni decretò le famose sanzioni
all’Italia che ebbero come effetto da un lato una decisiva spinta verso
l’alleanza del fascismo italiano con la Germania nazista, e dall’altro
una moltiplicazione delle retoriche nazionaliste che sfociarono – fra
l’altro – nella promulgazione delle leggi antiebraiche del 1938.
Leggi
|
|
|
L'Iron Dome a Riad?
|
L’Arabia
Saudita sarebbe pronta ad acquistare da Israele il sistema anti-missile
Iron Dome per proteggere la sua frontiera meridionale dall’attacco
(tramite Scud) dei ribelli sciiti in Yemen. L’annuncio dell’accordo,
sottolinea La Stampa, è stato dato dai media del Golfo. E se
confermato, viene spiegato, “segnerebbe un balzo storico nelle
relazioni fra il Regno saudita e lo Stato ebraico, due Paesi che
collaborano in segreto da anni nel campo dell’Intelligence e della
sicurezza ma che non hanno ancora relazioni diplomatiche”. Sempre a
proposito di Israele, il Corriere segnala in breve il congedo del
portavoce del Primo ministro per la stampa estera David Keyes, accusato
di molestie da dodici donne. “Alla luce delle accuse false e menzognere
nei miei confronti – le sue parole – ho chiesto di prendere una pausa
per ristabilire il mio buon nome. Sono certo che la verità verrà alla
luce”.
“In giro non c’è Hitler ma forse dei piccoli Mussolini”. Le parole del
commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ieri ha
espresso preoccupazione per la situazione europea e in particolare per
quella italiana, anche su questioni economico-finanziarie, hanno
suscitato forti reazioni nel governo. A partire dai ministri Di Maio e
Salvini, con quest’ultimo che ha commentato: “Si deve sciacquare la
bocca”. Il governo gialloverde, scrive il Corriere, “è visto da molte
cancellerie come populista e pericoloso”.
| |
Leggi
|
|
|
il ricordo delle leggi razziste al senato "1938, una ferita sempre aperta
Costituzione nostra garanzia" “Da
Auschwitz non si esce mai. La missione che mi sono posta mi
accompagnerà pertanto fin quando avrò le energie necessarie, con una
particolare attenzione al mondo della scuola. Senso della storia e
valori costituzionali sono il nostro più importante baluardo contro
coloro che hanno la forza, ma non la ragione”.
Un lungo applauso della platea saluta le parole della senatrice a vita
Liliana Segre, intervenuta stamane con una nuova straordinaria
testimonianza su quei giorni, nell’aula Koch di Palazzo Madama, in
occasione della presentazione del volume Razza e inGiustizia, curato da
Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti, che rappresenta il contributo
congiunto di Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio
Nazionale Forense e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per una
riflessione su legalità e responsabilità nell’80esimo anniversario
dalla promulgazione delle Leggi razziste.
Anniversario che, ha esordito la presidente Maria Elisabetta Alberti
Casellati, impone l’obbligo morale di fare i conti con la propria
storia. “A maggior ragione – spiega – questo vale per i rappresentanti
delle istituzioni di questo paese”. Una stringente responsabilità, la
chiama: l’obbligo di affiancare all’indignazione e alla condanna legate
alla memoria di avvenimenti e di comportamenti intollerabili, il
coraggio dello studio, dell’approfondimento, della ricerca”.
Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, ha parlato di pubblicazione
“unica” e “polifonica”. E ciò in ragione della varietà di contributi
che hanno coinvolto storici, studiosi, esperti di diritto. “Uno dei
momenti più alti e significativi – ha sottolineato – del nostro
mandato”.
Andrea Mascherin, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha
sottolineato l’urgenza di una riflessione sul presente, a difesa dello
Stato di diritto. “Si parla spesso di linguaggio dell’odio, ma – il suo
allarme – non ci si sofferma forse a sufficienza sulla sua
pericolosità. I segnali purtroppo non sono soltanto degli ultimi
quattro, cinque mesi. È qualcosa che sta maturando da tempo e contro il
quale dobbiamo reagire”.
Un anniversario, il messaggio della presidente UCEI Noemi Di Segni, “da
tenere a mente con molta lucidità, così come teniamo a mente attraverso
altri momenti del calendario ebraico i tentativi di annientamento del
nostro popolo e della nostra cultura avvenuti nei secoli e nei
millenni”. Una Memoria che non deve affievolirsi, “nonostante le grida
e le pretese di chi oggi pensa di poter imporne l’oblio”.
A concludere la prima sessione di interventi Esther Hayut, presidente
della Corte Suprema di Israele. “La Shoah – ha detto – è un evento
senza precedenti nella storia, ma non nasce in uno spazio vuoto. È
infatti l’esito di un odio radicato, che nei secoli cambia forma ma che
da sempre accompagna le vicende del popolo ebraico. L’odio più antico
che esista”. Ad essere ricordata la figura di Guido Tedeschi, cacciato
nel ’38 dall’Università di Siena e quindi protagonista delle
istituzioni giuridiche israeliane. Per quanto concerne il tradimento
subito dagli ebrei italiani con l’entrata in vigore delle Leggi, Hayut
ha inoltre invitato alla lettura degli scritti di Primo Levi e Giorgio
Bassani. “Tra tanta indifferenza e complicità – ha poi aggiunto –
voglio ricordare anche i meriti di chi si oppose: tra gli altri il
ciclista Gino Bartali, che lo Yad Vashem ha voluto tra i suoi Giusti”. Leggi
|
il ricordo delle quattro giornate "Napoli, una lezione di libertà" “Pizza,
spaghetti e mandolino è lo stereotipo per i napoletani e per estensione
degli italiani, ma in quei giorni i napoletani non avevano niente
eppure sono il popolo che si è liberato da sé dell’occupazione, prima
dell’arrivo degli Alleati”.
È il messaggio che Giovanni Nistri, Comandante generale dell’Arma dei
carabinieri, ha voluto trasmettere alla platea in occasione
dell’incontro ‘L’eccidio dei carabinieri della stazione Porto e la
liberazione della città’ organizzato nel 75esimo anniversario delle
Quattro Giornate di Napoli nell’aula magna dell’Università Federico II.
Un momento di confronto tra storia, necessità del ricordo e impegno
proiettato al futuro che ha raccolto un significativo interesse.
“L’8 settembre del ’43 – ha osservato la Presidente UCEI Noemi Di Segni
– rappresenta uno spartiacque. Tra un’Italia che ha scelto di resistere
e un’Italia che ha scelto di assistere e subire l’occupazione tedesca.
Napoli, città medaglia d’oro al valore militare, sperimentò una
precocissima sommossa popolare, di reazione, alle violenze, alla
distruzione e i bombardamenti, ai rastrellamenti, alle deportazioni dei
militari, di civili, di comuni cittadini, tra cui i cittadini ebrei”. Leggi
|
il progetto ucei realizzato dall'ari
Prodotti casher, ecco la lista
Dalle
bevande agli alimentari, la lista dei prodotti casher stilata
dall’Assemblea Rabbinica Italiana in raccordo con l’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, che ha coordinato il progetto, è fruibile
sul sito istituzionale UCEI.
Un utile strumento, sottolinea il presidente dell’Ari rav Alfonso
Arbib, per aiutare i consumatori a orientarsi nelle loro scelte. “Non è
stato facile, c’è stato un grosso lavoro di controllo e di revisione e
la lista dovrà essere costantemente aggiornata. Succede spesso che i
certificati di kashrùt scadano e non vengano rinnovati. Siamo però
convinti dell’utilità di questo sforzo – osserva il rav – e speriamo
che questo possa aiutare più persone a mangiare kasher”.
All’interno della lista, che sarà costantemente aggiornata, si trovano
essenzialmente tre categorie di prodotti: “Quelli che hanno un hekhshèr
ortodosso e in corso di validità; quelli di aziende che pur non
riportando l’hekhshèr sulla confezione, sono stati attentamente
verificati; quelli, infine, per lo più provenienti dall’estero, che
compaiono nelle liste kasher delle Rabbanuiòt locali”.
|
qui roma - la mostra
1938, le storie di famiglia L’impatto
delle Leggi razziste sugli ebrei italiani, e in particolare sulle vite
degli ebrei romani, raccontato attraverso documenti, foto, ritagli di
giornali dell’epoca. A raccontarlo è la mostra Italiani di razza
ebraica: le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma, curata da
Yael Calò e Lia Toaff e inaugurata nelle scorse ore al Museo ebraico
della Capitale.
Presenti tra gli altri, oltre alle curatrici, la direttrice del Museo
Olga Melasecchi, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth
Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la sindaca Virginia
Raggi, il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali
Lucia Borgonzoni. Leggi
|
Maldicenza
|
A
volte durante Kippur, con una mancanza di serietà – ammetto – non
adatta al contesto (ma il digiuno è lungo e le ore da trascorrere sono
molte), giochiamo a scorrere la lista dei peccati che si legge nel
Viddui (confessione) dichiarando per ciascuno “Celo!” / “Manca!”, come
facevamo da piccoli con le figurine. È un gioco poco serio perché la
logica della confessione collettiva consiste appunto nell’assumersi la
responsabilità per tutti i peccati, anche se non li abbiamo commessi
personalmente, in quanto siamo parte di una collettività che li ha
commessi e probabilmente non abbiamo fatto del nostro meglio per
impedirli. Per esempio, anche se personalmente non abbiamo derubato
nessuno, siamo parte di un sistema sociale in cui le ingiustizie non
mancano, siamo cittadini di un’Europa ricca che si permette un certo
tenore di vita probabilmente grazie al fatto che la maggior parte della
popolazione mondiale non se lo può permettere. Quindi, in effetti, i
“manca!” non sarebbero del tutto giustificati.
Il peccato che ottiene sempre il coro più convinto di “Celo!” è la
maldicenza. E non c’è da stupirsi dato che spesso viene esercitata in
tempo reale proprio durante Kippur, che, grazie all’incontro di molte
persone che magari si vedono solo una o due volte all’anno, si rivela
un’occasione straordinaria per scambiare pettegolezzi.
Anna Segre, insegnante
Leggi
|
Costantemente connessi
|
Coloro
nati negli anni correnti o che nasceranno nei prossimi non saranno mai
probabilmente granché consapevoli di com’era il mondo prima
dell’avvento di internet e dei social network. A differenza di quelli
della mia generazione, o delle precedenti, i quali invece hanno ben
avvertito questo passaggio. In futuro saremo forse maggiormente in
grado di confrontare i due casi, e di comprendere i risvolti di
esistenze cresciute a contatto con una realtà virtuale onnipresente.
Considerare le nuove tecnologie con un approccio “apocalittico” o
“neo-luddista” è comunque insensato, se non quasi deleterio. Gli
aspetti potenzialmente positivi di queste, con dei limiti e il dovuto
raziocinio, sono inconfutabili. Ma altrettanto evidente è la demenza
digitale e che ci circonda.
In un viaggio in treno vent’anni fa era più facile incontrare persone
che parlavano col primo sconosciuto, o leggevano un libro o un
quotidiano, adesso lo scenario quasi indistinto e di tanti individui
con davanti il proprio smartphone o laptop.
Francesco Moises Bassano
Leggi
|
|
|
|
|