Giuseppe Momigliano,
rabbino
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In
relazione alla Parashà di Noach, nella quale si narra l’evento del
diluvio e il ruolo che il Signore affida a Noè per rinnovare la vita
sulla terra, si legge come brano profetico – Haftarà - un passo del
profeta Isaia (54, 1-10) nel quale il Signore rivolge a Israele parole
di conforto e di rassicurazione, promettendo che, al pari della
promessa fatta a Noè di non sconvolgere più la terra con un nuovo
diluvio, così giungerà il tempo cui avrà fine la collera del Signore
contro Israele: “Come giurai che le acque di Noach non avrebbero più
sommerso la terra così giuro che non mi infurierò con te (Israele) e
non ti rimprovererò più”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Eppur si muove! Quando, nel 2011, fui come molti coinvolto nell’entusiasmo per le rivolte arabe, mi ricordo di un pezzo su queste pagine
di Sergio Della Pergola che ricordava i tassi di analfabetismo in
Egitto, che già è un Paese arabo avanzato rispetto ad altri. A
posteriori, ho pensato che proprio l’assenza di una società civile
adeguata ha comportato il sostanziale fallimento di quelle rivolte e
costituisce ad oggi il più grande ostacolo per un’emancipazione verso
la modernità dei Paesi arabi.
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Diplomazia americana,
lascia a sorpresa Haley
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L’ambasciatrice
americana all’Onu Nikky Haley lascerà l’incarico alla fine dell’anno. A
confermarlo, il presidente Usa Donald Trump dopo che il New York Times
aveva dato per prima la notizia. Haley ha sottolineato che la decisione
di lasciare – che ha stupito molti – non è legata alla volontà di
correre per la Casa Bianca alle presidenziali del 2020. “Nel 2016 non
era ‘trumpista’ – scrive Repubblica – e non lo è mai diventata fino in
fondo. Ha marcato una certa indipendenza, cercando di limitare le
ondivaghe scelte di The Donald e provando a mantenersi nel solco della
più classica politica estera repubblicana. E ha avuto il coraggio – che
pochi uomini alla Casa Bianca hanno avuto – di schierarsi apertamente
(quando lo riteneva giusto) contro The Donald, come sull’immigrazione o
dopo i sanguinosi raid razzisti di Charlottesville”. Haley era
considerata una voce fortemente a favore d’Israele all’interno delle
Nazioni Unite, ricorda invece il Giornale: “in genere ha fatto da
battistrada in battaglie fondamentali, le sanzioni alla Russia per
l’Ucraina, il bando alle armi chimiche di Assad, la sfida all’Iran e
agli hezbollah, il sostegno per Israele e per la scelta di Trump di
portare l’ambasciata a Gerusalemme”. Tra i candidati a sostituire la
Haley, Trump starebbe valutando l’ex vice consigliere per la sicurezza
nazionale Dina Powell.
Liliana Segre e la Storia da difendere. Erano 3500 gli studenti che
ieri a Genova hanno ascoltato la senatrice a vita e Testimone della
Shoah Liliana Segre raccontare la propria storia (Repubblica Genova).
“Vi sembro una vecchia signora, ma sono stata e sono ancora quella
bambina cui venne chiusa in faccia la porta della scuola, senza un
perché”, ha affermato Segre, riferendosi alle Leggi razziste.
Intervistata da Repubblica, la senatrice sottolinea la sua contrarietà
alla decisione del Miur di modificare la prova di italiano: “Pensare
che volevo proporre al Miur di introdurre approfondimenti sul Novecento
nell’ultimo anno delle superiori, invece tolgono proprio la traccia di
Storia dall’esame. È un modo per ridimensionarne, anche durante l’anno,
lo studio. Ce la metterò tutta per cambiarla”.
Miller, il consigliere di Trump. Su Repubblica compare un articolo
fortemente critico nei confronti di Stephen Miller, consigliere del
presidente Usa Donald Trump, a firma di Ian Buruma, direttore del New
York Review of Books. Buruma considera Miller un abile agitatore di
folle,”ricorda una tipologia di estremista di destra che è molto più
comune in Europa che negli Stati Uniti. “Quel che è strano è che Miller
nutre simili opinioni sugli immigrati, i rifugiati e le minoranze pur
essendo a sua volta ebreo e discendendo da ebrei che giunsero negli Usa
dalla Bielorussia per sfuggire ai pogrom”, scrive Buruma, a sua volta
di origine ebraiche. Secondo il direttore, Miller è un navitista e
afferma “i movimenti nativisti che insistono sugli speciali privilegi
di sangue e suolo hanno invariabilmente nuociuto alle minoranze (ebrei
compresi), sfociando nel tipo di violenza che ha indotto gli antenati
di Miller a lasciare il proprio Paese”.
Yerushalaim. Una rara scritta in caratteri ebraici del nome esteso di
Gerusalemme (Yerushalaim) incisa su una pietra cilindrica è stata
scoperta da archeologi israeliani all’ingresso occidentale della città.
“È raro trovare in reperti di quell’epoca la scrittura completa del
nome”, ha affermato l’archeologo Han Baruch. Secondo gli studiosi, come
spiega il Quotidiano nazionale riportando la notizia, la scritta
risalirebbe a circa duemila anni fa.
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IL NUOVO PRESIDENTE FOA A PAGINE EBRAICHE
"Rai, adesso si cambia"
Gli
è stata affidata la guida di un gigante difficile come la Rai, ma il
suo primo amore resta la carta stampata. Forse anche per questo,
nonostante le responsabilità enormi che si è appena assunto, Marcello
Foa, da poco insediato alla presidenza dell’ente televisivo, trova il
tempo per ricevere in amicizia Pagine Ebraiche al settimo piano del
quartier generale di viale Mazzini. Per il giornale dell’ebraismo
italiano è uno scambio di vedute e un incontro fra colleghi giornalisti
molto importante.
Una mattina di primavera di dieci anni fa Guido Vitale, direttore della
Comunicazione e della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche,
passa i controlli di sicurezza all’aeroporto della Malpensa e raggiunge
un gruppo di viaggiatori in attesa di imbarcarsi sul volo ElAl per Tel
Aviv. Non ha un biglietto in tasca, ma sotto il braccio porta
all’appuntamento improvvisato un voluminoso fascio di fogli, la prima
prova e il numero zero di Pagine Ebraiche. A esaminare le bozze un
vecchio amico che è anche il giudice più implacabile e autorevole, il
politologo e diplomatico Vittorio Dan Segre. In una recente lezione
all’Università di Firenze dedicata a Segre, Vitale ha ricordato le
parole del grande ebreo piemontese che fu fra i protagonisti della
nascita di Israele. “Congratulazioni – commentò Segre – avete rimesso
in piedi un cadavere”. Pagine Ebraiche è nato allora, in quell’incontro
fulmineo alle prime luci dell’alba. E accanto a Segre, in attesa di
partire per Israele, c’è un altro giornalista e un altro amico:
Marcello Foa.
Negli anni che ci separano da quell’incontro il giornale dell’ebraismo
italiano è cresciuto. E Foa ha lasciato la guida degli Esteri del
Giornale, si è occupato dell’autorevole Gruppo elvetico Corriere del
Ticino, infine gli è stata affidata la guida dell’emittenza pubblica.
“Su di me – si confida – in queste settimane è stato scritto di tutto e
spesso con una violenza verbale che altri con spalle meno larghe delle
mie non avrebbero saputo affrontare. Sono stato dipinto come un mostro.
Si è voluta attaccare e distruggere la mia reputazione per via di
alcuni tweet. Chi mi conosce sa quanto ciò che è stato raccontato sia
lontano dalla realtà. E quanto io ponga al centro di tutto la dignità e
il rispetto della persona, qualunque sia la sua opinione. Una lezione
che ho appreso anche del ramo ebraico della mia famiglia, storicamente
radicato in Piemonte. Origini in cui mi riconosco e di cui vado
orgoglioso”.
Il nuovo presidente della Rai ci apre le porte del suo ufficio.
Polemiche e conflittualità legate alla nomina restano fuori dalla
conversazione.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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qui roma - fondazione museo della shoah
La razzia del 16 ottobre 1943,
un film per non dimenticare
“Dalla
finestra di casa, che dava su piazza Mattei, vidi che i tedeschi
caricavano mia madre su un camion. Corsi giù e le andai incontro.
'Vattene' mi diceva, ma io non me ne andai. Un tedesco se ne accorse e
mi prese. 'Ti avevo detto di andartene', disse mia madre che poi in
tedesco disse 'nicht jude' (non è ebreo). Fui spinto giù dal camion e
continuai a camminare, senza voltarmi. Ad un certo punto salii su di un
tram e dissi al bigliettaio 'io so ebreo, me stanno a cerca i
tedeschi'. Lui mi disse 'mettiti qua vicino a me' e poi mi diede mezzo
sfilatino”. Per due giorni Emanuele Di Porto rimase su quel tram,
dormendo alla stazione degli autobus la notte e poi riprendendo il giro
con i macchinisti, al riparo dallo sguardo dei nazisti. Proprio quel
tram e il racconto di Di Porto sono i binari su cui si incammina il
racconto del film documentario La razzia – Roma, 16 ottobre 1943, che
sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma e alla Camera dei
deputati il prossimo 16 ottobre. Pochi minuti della pellicola, diretta
dal regista Ruggero Gabbai e scritto da Marcello Pezzetti e Liliana
Picciotto, sono stati proiettati in anteprima nelle scorse ore alla
Casina dei Vallati, sede della Fondazione del Museo della Shoah di
Roma. Un'occasione per porre l'accento sull'importanza di questo lavoro
e per ricordare, a distanza di 75 anni, quel terribile giorno. Leggi
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qui torino - la proiezione di "1938. Diversi"
1938, sul grande schermo
la storia del tradimento
Continua
il viaggio lungo l'Italia del film documentario "1938. Diversi"
di Giorgio Treves. Dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di
Venezia, l’opera di Treves è arrivato infatti a Torino, con la
proiezione al cinema Massimo, in una serata organizzata dai principali
sostenitori del progetto, Film Commission Torino Piemonte e Museo
Nazionale del Cinema, con Tangram Film e Mariposa Cinematografica. In
apertura i saluti di Nino Boeti, presidente del Consiglio Regionale del
Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione; di Antonella Parigi,
assessore alla Cultura della Regione Piemonte, seguita da Francesca
Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino e da Dario Disegni,
presidente della Comunità ebraica di Torino. Leggi
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Ticketless - Milanesi a Napoli
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L’altra
sera al tg seguivo la cronaca della visita di Salvini a Napoli. Conosco
bene quella città per averci abitato due anni. La considero la città
dove ogni ebreo può sentirsi a suo agio. Su questo portale rav
Punturello ha scritto righe memorabili in proposito. Non amo invece
moltissimo il fotografo Oliviero Toscani, che però, debbo ammetterlo,
nelle settimane scorse - a proposito del contratto giallo-verde - ha
avuto una giusta intuizione. Per come si stanno mettendo le cose per i
pentastellati, sarebbe la prima volta nella storia che i napoletani si
fanno fregare da un milanese.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Wilhelm Reiter
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È
stato presentato, lo scorso giovedì 5 ottobre, presso il Museo e Bosco
di Capodimonte di Napoli, nel corso di un'affollata e stimolante
manifestazione (promossa, oltre che dal Museo, anche dal Comune di
Napoli, dalla Fondazione Valenzi e dalla Fondazione Premio Napoli) -
alla quale hanno partecipato, oltre all’autore, Sylvain Bellenger
(Direttore del Museo), Lucia Valenzi (Presidente della Fondazione
Valenzi), Domenico Ciruzzi (Presidente della Fondazione Premio Napoli),
Mary Ellen Countryman (Console Generale degli Stati Uniti a Napoli),
Gaetano Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di
Napoli), Riccardo Notte e il sottoscritto – un libro di grande eleganza
grafica (ricco di molte bellissime immagini) e alto interesse culturale
e artistico, appena pubblicato dall’editore internazionale Edgewise
(New York, Paris, Savignano sul Panaro): Seeing Naples. Reports from
the Shadow of the Vesuvius.
Francesco Lucrezi, storico
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