L’ambasciatrice Usa all’Onu
lascia a sorpresa l’incarico

rassegnaL’ambasciatrice americana all’Onu Nikky Haley lascerà l’incarico alla fine dell’anno. A confermarlo, il presidente Usa Donald Trump dopo che il New York Times aveva dato per prima la notizia. Haley ha sottolineato che la decisione di lasciare – che ha stupito molti – non è legata alla volontà di correre per la Casa Bianca alle presidenziali del 2020. “Nel 2016 non era ‘trumpista’ – scrive Repubblica – e non lo è mai diventata fino in fondo. Ha marcato una certa indipendenza, cercando di limitare le ondivaghe scelte di The Donald e provando a mantenersi nel solco della più classica politica estera repubblicana. E ha avuto il coraggio – che pochi uomini alla Casa Bianca hanno avuto – di schierarsi apertamente (quando lo riteneva giusto) contro The Donald, come sull’immigrazione o dopo i sanguinosi raid razzisti di Charlottesville”. Haley era considerata una voce fortemente a favore d’Israele all’interno delle Nazioni Unite, ricorda invece il Giornale: “in genere ha fatto da battistrada in battaglie fondamentali, le sanzioni alla Russia per l’Ucraina, il bando alle armi chimiche di Assad, la sfida all’Iran e agli hezbollah, il sostegno per Israele e per la scelta di Trump di portare l’ambasciata a Gerusalemme”. Tra i candidati a sostituire la Haley, Trump starebbe valutando l’ex vice consigliere per la sicurezza nazionale Dina Powell.

Liliana Segre e la Storia da difendere. Erano 3500 gli studenti che ieri a Genova hanno ascoltato la senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre raccontare la propria storia (Repubblica Genova). “Vi sembro una vecchia signora, ma sono stata e sono ancora quella bambina cui venne chiusa in faccia la porta della scuola, senza un perché”, ha affermato Segre, riferendosi alle Leggi razziste. Intervistata da Repubblica, la senatrice sottolinea la sua contrarietà alla decisione del Miur di modificare la prova di italiano: “Pensare che volevo proporre al Miur di introdurre approfondimenti sul Novecento nell’ultimo anno delle superiori, invece tolgono proprio la traccia di Storia dall’esame. È un modo per ridimensionarne, anche durante l’anno, lo studio. Ce la metterò tutta per cambiarla”.

Miller, il consigliere di Trump. Su Repubblica compare un articolo fortemente critico nei confronti di Stephen Miller, consigliere del presidente Usa Donald Trump, a firma di Ian Buruma, direttore del New York Review of Books. Buruma considera Miller un abile agitatore di folle,”ricorda una tipologia di estremista di destra che è molto più comune in Europa che negli Stati Uniti. “Quel che è strano è che Miller nutre simili opinioni sugli immigrati, i rifugiati e le minoranze pur essendo a sua volta ebreo e discendendo da ebrei che giunsero negli Usa dalla Bielorussia per sfuggire ai pogrom”, scrive Buruma, a sua volta di origine ebraiche. Secondo il direttore, Miller è un navitista e afferma “i movimenti nativisti che insistono sugli speciali privilegi di sangue e suolo hanno invariabilmente nuociuto alle minoranze (ebrei compresi), sfociando nel tipo di violenza che ha indotto gli antenati di Miller a lasciare il proprio Paese”.

Yerushalaim. Una rara scritta in caratteri ebraici del nome esteso di Gerusalemme (Yerushalaim) incisa su una pietra cilindrica è stata scoperta da archeologi israeliani all’ingresso occidentale della città. “È raro trovare in reperti di quell’epoca la scrittura completa del nome”, ha affermato l’archeologo Han Baruch. Secondo gli studiosi, come spiega il Quotidiano nazionale riportando la notizia, la scritta risalirebbe a circa duemila anni fa.

Il Sud e la Giornata della Cultura ebraica. Sulla Gazzetta del Mezzogiorno, un approfondimento sugli appuntamenti previsti per domenica 14 ottobre in Puglia in occasione della Giornata della Cultura ebraica. “Un viaggio a ritroso nel passato remoto di Puglia e Basilicata, nel quadrilatero dove nacque la tradizione poetica poi diffusasi in Europa”, racconta la giornalista Maria Pia Scaltrito.

Note sefardite. Il cantante Raiz ha pubblicato un nuovo album con i Radicanto: “Neshama”, dedicato alla produzione paraliturgica della tradizione degli ebrei di origine spagnola. “Un lavoro identitario e cosmopolita e multiculturale, – scrive il Mattino di Napoli – che tiene insieme lingue (l’ebraico, l’arabo, lo spagnolo) e melodie che uniscono il Mediterraneo dall’Andalusia alla Grecia passando per il Sud Italia fino al Levante, dimenticando divisioni e conflitti che proprio in Israele trovano il loro cuore dolente”.

Bologna e la Memoria. A ottant’anni dalle Leggi razziste, il Resto del Carlino, nel suo dorso bolognese, ricorda la figura di Vittorio Putti, alla guida dell’Istituto Rizzoli dal 1915 al 1940, che espresse aperta solidarietà a Maurizio Pincherle, direttore della cattedra di Pediatria del Sant’Orsola, quando fu colpito dall’infame provvedimento fascista. Putti aiutò inoltre un suo allievo ebreo a fuggire dall’Italia e dalle persecuzioni. Diversa la storia di Alessandro Ghigi, rettore dell’Università di Bologna e il cui nome compare nel 1938 tra i sostenitori dei provvedimenti contro gli ebrei: negli scorsi mesi il busto che lo raffigurava è stato rimosso dall’aula omonima dell’università in via San Giacomo 9, aprendo un piccolo caso. In realtà si tratta di un’operazione di restauro voluta dall’accademia e non di una scelta politica. “Non possiamo mica rimuovere tutte le immagini che ricordano l’epoca fascista, o sbaglio?”, sostiene il docente di Ebraismo dell’Alma Mater Mauro Perani, intervistato dal Resto del Carlino. Secondo Perani sarebbe meglio concentrarsi sulla necessità di finanziare lo studio della tradizione ebraica.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked