Jonathan Sacks,
rabbino
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La
saggezza è gratuita ma è anche la cosa più costosa che ci sia, perché
tendiamo ad acquisirla attraverso il fallimento, la delusione o il
dolore. Ecco perché condividiamo la nostra saggezza, in modo che gli
altri non paghino il prezzo che abbiamo pagato noi.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Come
noto, il 27 gennaio, durante le commemorazioni per il Giorno della
memoria, una delegazione di ultranazionalisti polacchi guidata dal già
famoso Piotr Rybak si è diretta verso il lager di Auschwitz per
ricordare che all’interno del campo sono morti anche cittadini polacchi
etc. etc.. Si potrebbe sottolineare quanto tutto ciò rappresenta il
clima diffuso nel Paese, dove il governo, come noto, ha recentemente
proposto una legge che prevedeva il carcere per chi avesse accostato la
Shoah a responsabilità polacche.
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Gantz, la sfida
a Netanyahu
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Personaggio
del giorno, l’ex capo di Stato maggiore d’Israele Benny Gantz,
considerato dopo la sua discesa nell’arena politica, il più temibile
avversario per il Premier Benjamin Netanyahu alle elezioni del 9
aprile. Gantz è intervenuto per la prima volta pubblicamente ieri,
annunciando qualcosa del suo programma e attaccando proprio Netanyahu.
“Non potrà più governare se sarà incriminato”, le parole di Gantz
ricordate da La Stampa, che sottolinea come il generale punti “ai voti
dell’elettorato del Likud a disagio con la svolta conservatrice degli
ultimi anni e inquieto per gli scandali che assediano il primo
ministro”. Il Corriere sottolinea come “i sondaggi dicono che Gantz
possiede il potenziale per insediare Netanyahu (38 punti di gradimento
contro i 41 del premier) ma la sua formazione resta per ora a 14 seggi
pronosticati, ben oltre la metà di quelli attribuiti al Likud”. Gantz,
riporta Repubblica, conferma che cercherà accordi con i vicini “così
come fecero il patriota Begin e il patriota Rabin”. Ma Israele dovrà
negoziare da una posizione di forza perché “nel Medio Oriente non c’è
pietà per i deboli”.
L’Iran non è una minaccia, dice l’intelligence Usa. Il direttore della
National Intelligence Usa Dan Coats ha affermato che l’Iran non sta
“conducendo in questo momento alcuna attività per sviluppare l’arma
atomica” mentre la Corea del Nord difficilmente “rinuncerà alle sue
testate nucleari”. “È un doppio colpo a Donald Trump – scrive La Stampa
– che a giugno, dopo l’incontro con Kim Jong-un a Singapore, aveva
detto che Pyongyang non era più ‘una minaccia nucleare’ e aveva puntato
invece i riflettori su Teheran, accusata di voler continuare di
nascosto il suo programma, nonostante l’intesa firmata nel 2015 con gli
Usa e l’Europa”. Sulla Nord Corea, Gina Haspel, direttrice della Cia,
nominata dallo stesso Trump, ha aggiunto: “I nordcoreani sono impegnati
a sviluppare un missile con testata nucleare a lungo raggio che sarebbe
una minaccia diretta agli Usa”, scrive il Corriere, spiegando che i
report dell’intelligence contraddicono il presidente Usa anche sulla
questione Isis ovvero affermando che non è stato debellato e continua a
costituire una minaccia.
Memoria. “Se qualcuno poteva fare finta di non sapere, oggi ha meno
alibi di ieri. Questo rende ancora più violento e insopportabile il
negazionismo. E ancora più oltraggioso l’antisemitismo, le svastiche,
il razzismo da stadio, la spensieratezza farabutta con la quale
qualcuno ancora gioca politicamente con i simboli del nazifascismo, che
sono i simboli della deportazione e della morte”, la riflessione di
Michele Serra nella sua amaca di oggi (Repubblica). A proposito di
Memoria, Furio Colombo risponde sul Corriere a un lettore con un’idea
un po’ distorta del Giorno della Memoria. Repubblica Torino intervista
invece Ute Lemper, che con Songs of eternity porta a Torino e Cuneo le
melodie composte nei ghetti e Lager nazifascisti.
Sea Watch, storia senza fine. “Sì all’assistenza, no allo sbarco” della
Sea Watch. La Corte di Strasburgo ha chiesto all’Italia di “prendere il
prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti
cure mediche adeguate, cibo e acqua”. La Corte non ha però accolto la
richiesta dell’ong di ordinare all’Italia lo sbarco (Repubblica). La
politica italiana è divisa e il Corriere Bologna riporta il dibattito
nato attorno alle parole di Alessandra Carbonaro, deputata Cinque
Stelle che cita Primo Levi sui social per chiedere che si faccia
sbarcare la nave: “Considerate se questo è un uomo. Fate scendere
questi esseri umani”, scrive Carbonaro.
Roma, sgomberare i neofascisti di CasaPound. L’assemblea capitolina ha
avviato l’iter per mettere fine all’occupazione da parte di CasaPound
di uno stabile della città. Ad innescare il provvedimento, una mozione
del Pd, approvata in aula a maggioranza con l’appoggio del Movimento
Cinque Stelle. Si chiede al sindaco Raggi di “intervenire presso il
ministero degli Interni, il prefetto e il questore” affinché lo stabile
sia immediatamente sgomberato. Secondo il Corriere il ministro degli
Interni Matteo Salvini frena sullo sgombero, affermando che il palazzo
occupato da CasaPound non è tra le priorità al momento. A incalzare il
leader della Lega, Roberta Lombardi, consigliera M5S alla Regione
Lazio, “Ti presenterai anche lì con la ruspa?”.
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l'analisi dei quotidiani israeliani
Gantz, lo sfidante di Netanyahu
L'ex
capo di Stato Maggiore Benny Gantz ha parlato ufficialmente per la
prima volta in pubblico a distanza di settimane dalla sua candidatura
con Hosen LeYisrael, il suo partito. Lo ha fatto da Tel Aviv
presentando a grandi linee il suo programma e il suo alleato alle
elezioni del 9 aprile, Moshe Yaalon, anch'egli ex capo di Stato
Maggiore e già ministro della Difesa del governo di Benjamin Netanyahu.
Gantz è presentato sui quotidiani israeliani come l'alternativa e
principale sfidante del Premier Benjamin Netanyahu. L'ex generale –
stando ai sondaggi – dovrà però lavorare molto in questi mesi per
guadagnarsi la fiducia degli elettori e poter davvero insidiare
Netanyahu. Intanto sul popolare quotidiano Yedioth Ahronoth, Sima
Kadmon valuta positivamente il discorso di Gantz: “C'era qualcosa che
non sentivamo da un po' di tempo nel discorso di Gantz. C'era una buona
atmosfera. Dopo lunghe settimane di discorsi avvelenati, cinici e senza
speranza, ieri sera ci è stato ricordato come le cose possono apparire
e suonare in modo diverso”, l'opinione di Kadmon. “L'alternativa è
salita sul palco del Tel Aviv Convention Center, ha guardato Benjamin
Netanyahu negli occhi e non ha abbassato lo sguardo. Per la prima volta
in un decennio, l'opposizione ha qualcuno con autorità ed esperienza
militare – il tema che finora ha dato a Netanyahu un vantaggio decisivo
rispetto ai suoi rivali - per candidarsi contro il primo ministro”,
scrive il direttore di Haaretz Aluf Benn. C'è chi fa paragoni con altri
politici, come Nahum Barnea, secondo cui Gantz ricorderebbe per carisma
Bill Clinton. “Gantz non ha presentato alcun programma vero e proprio.
Questo è un discorso politico pieno di slogan in opposizione a
Netanyahu. Tutti hanno potuto sentirci quello che volevano”, il
giudizio di Seffi Ovadia, del canale 13, che tocca l'elemento
effettivamente debole del discorso del l'ex generale, la vaghezza. Leggi
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TESSERA ROSSA CON IL PROGETTO MEIS-UCEI
Mazal Tov Daniela
Tesserino
rosso da giornalista professionista per Daniela Modonesi, che ha
superato l'esame di abilitazione professionale e conquista
l'iscrizione all'Albo dei giornalisti professionisti italiani dopo
aver svolto il proprio praticantato giornalistico nell'ambito
della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane. Daniela è impegnata nella struttura del Museo Nazionale
dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e la sua esperienza
professionale si è sviluppata anche grazie al progetto di
collaborazione fra MEIS e redazione giornalistica UCEI. Ferrarese,
laureata in Scienze della comunicazione all’Università di Bologna, una
solida esperienza alle spalle nella comunicazione delle istituzioni
pubbliche, a Daniela un grande Mazal Tov da tutta la redazione per
questa nuova conquista professionale.
(Nell'immagine, Daniela Modonesi, a destra, a fianco del presidente del
Meis Dario Disegni, della direttrice del Museo Simonetta Della Seta e
del direttore della redazione UCEI Guido Vitale).
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qui
padova
L’orrore
nella quotidianità
“Nessuno
disse nulla”. L’orrore e i silenzi della Shoah sono stati al centro
dello spettacolo, tra teatro e musica, tenutosi ieri al Teatro Verdi di
Padova, promosso assieme all’amministrazione cittadina. Assieme al
rabbino capo rav Adolfo Locci e ai Shirè Miqdash, la formazione
musicale di cui è il fondatore, ad esibirsi sono stati anche i maestri
e gli allievi del Conservatorio Pollini, con la direzione artistica di
Salvatore Baronilli. La scelta dei testi e la regia teatrale sono stati
invece curati da Daniele Nigris, della locale Università degli studi.
Un percorso che andava dalle Leggi razziste promulgate dal fascismo nel
’38 allo sterminio, con la recitazione di brani, tra gli altri, di
Levi, Celan, Sahl, Wieseltier a fondersi con musiche klezmer e canti
della tradizione liturgica ebraica.
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qui casale monferrato
Memoria, opinioni a confronto
Noemi
Di Segni e Carla Nespolo. Un’intervista doppia ma fatta in due tempi,
separatamente, nel Giorno della Memoria, a Casale Monferrato. Ne
emergono punti di vista diversi, ugualmente forti, strutturati. Che
donano luce e prospettive diverse agli stessi temi, ma che hanno anche
delle similitudini profonde. Su tutte l’importanza della verità
storica, della conoscenza, il forte senso delle istituzioni e del
dibattito democratico, e infine l’incondizionata fiducia verso il
futuro, verso i giovani, verso i cittadini del domani. Leggi
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Ticketless - Il figlio del Rabbino
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Leggo in ritardo la eccellente monografia che Massimiliano Boni ha dedicato lo scorso anno a Lodovico Mortara (Il figlio del Rabbino. L. Mortara, storia di un ebreo ai vertici del Regno d’Italia,
Viella ed.). È la biografia di un grande vecchio dell’ebraismo, un
personaggio che va avvicinato a Alessandro D’Ancona, Tullo Massarani,
Alberto Cantoni. Avvocato, docente universitario, magistrato, infine
nel primo governo Nitti ministro Guardasigilli. Soprattutto “figlio”
del grande rabbino di Mantova, Marco Mortara.
Boni ci restituisce un profilo completo, ma non trascura di ricordare
il ruolo cruciale di Mortara nella storia degli Ebrei italiani. In
particolare il ruolo scomodo che si trovò a ricoprire nel controverso
capitolo fiorentino-sionista del Comune ebraico.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Fede e Shoah
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Tra
le tante domande che, periodicamente, si ripropongono in occasione del
Giorno della Memoria, riemerge sempre, rinnovando un antico sgomento,
quella del rapporto tra fede e Shoah. Come è possibile conciliare
l'inenarrabile esperienza di ciò che è stato con la fiducia in un Dio
potente, giusto e misericordioso? "C'è Auschwitz, quindi non può
esserci Dio", ha scritto Primo Levi. Ma Elie Wiesel ha aggiunto: "Non
posso concepire Auschwitz pensando che Dio esista, ma neanche pensando
che non esista". Il Dio che salva il suo popolo dall'Egitto, indicando
col braccio disteso la strada della libertà e della redenzione, vede
svanire la sua immagine, spazzata via come un castello di sabbia da una
tempesta. Ma ciò che è accaduto pare anche inconcepibile senza
l'intervento di forze arcane e sovrumane, capaci di stravolgere
qualsiasi legge di natura, di disintegrare l'intero universo.
Francesco Lucrezi, storico
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