LA VISITA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO HEIKO MAAS
Germania, Israele e gli interrogativi sull'annessione

La Germania, oltre ad essere il paese più influente dell'Unione europea, è anche una delle nazioni considerate più vicine a Israele. Sotto la guida della cancelliera Angela Merkel i rapporti si sono ulteriormente consolidati e i segnali che arrivano da Berlino sono tenuti in grande considerazione a Gerusalemme. Ed è alla luce di questa premessa che bisogna leggere l'importanza della visita odierna del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas in Israele. Primo viaggio fuori dall'Europa da inizio pandemia, il capo della diplomazia tedesca ha scelto Gerusalemme come prima meta per conoscere il suo alter ego Gabi Ashkenazi ma anche per capire quale è il piano del governo israeliano rispetto all'annessione di alcuni territori della Cisgiordania. “Molte persone in Israele - e anche nell'Unione Europea - sono preoccupate per gli attuali sviluppi del processo di pace in Medio Oriente e per i possibili piani di annessione”, ha detto Maas alla vigilia della sua visita. “La Germania rimane impegnata per raggiungere l'obiettivo di una soluzione negoziata a due Stati. Parleremo anche di questo e sottolineo che siamo pronti a sostenere tutte le iniziative per rilanciare i colloqui tra israeliani e palestinesi”. Secondo i media israeliani il ministro tedesco ha apertamente criticato la scelta di procedere con l'annessione annunciata dal Premier Benjamin Netanyahu ma non ha chiarito quale potrebbe essere la reazione di Germania o Europa in merito. Per parte sua, il capo della diplomazia israeliana, l'ex generale Ashkenazi, ha spiegato che Israele procederà con il piano di pace Trump.
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MELAMED
Riapertura delle scuole, spazi e tempi da definire
per riorganizzare il lavoro educativo
La riapertura delle scuole è oggetto di un dibattito importante.
Le variabili sui quali è concentrata l’attenzione sono gli spazi e i tempi della formazione: ci si educa (o diseduca) in ogni luogo, non solo in un’aula scolastica, ci si forma in qualunque orario e a qualunque età, lo si voglia o no. Se ci si educa in ogni luogo, può essere utile, passando dalla teoria alla pratica, vedere quali possono essere gli spazi dell’educazione.
La scuola lo è certamente ed è utile, innanzitutto, verificare - come le direzioni didattiche stanno in parte facendo - che tutti gli spazi a disposizione siano utilizzati. Alcuni (per esempio la biblioteca, la sala dei docenti, parte dei corridoi, l’aula magna, dove c’è, la palestra, gli uffici, se non sono totalmente occupati…) possono essere, in alcuni casi, utilizzati in alternativa alle aule. Nel ragionare sugli spazi è indispensabile pensare alla piena funzionalità dei servizi (spesso chiusi quando guasti) e alla sicurezza degli allievi. È altresì indispensabile valutare di quale personale ausiliario si potrebbe avere bisogno per una mobilità dei giovani in tutta la scuola. Ampliando il riferimento agli spazi, va considerato che il contesto socio territoriale lo è, se visto nella sua potenzialità educativa (dalla biblioteca di quartiere a un museo, da un centro sociale a un locale normalmente adibito ad altro. Si pensi, quale caso estremo, ai luoghi di culto).
Saul Meghnagi, Consigliere UCEI
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IL MESSAGGIO DI FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI E UCEI
"Governo non dimentichi le scuole paritarie"
“L’emergenza covid19 sta mettendo a dura prova le famiglie italiane, e quelle che hanno fatto la scelta di un percorso educativo nelle scuole paritarie, anche per ragioni religiose parimenti tutelate costituzionalmente, rischiano di non poter più confermare questa loro scelta, costretti dalle difficoltà economiche: le scuole paritarie rischiano così di chiudere o limitare le attività mettendo a rischio un patrimonio culturale che è di tutto il Paese”.
È quanto si legge in un messaggio inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina dal Forum delle Associazioni Familiari e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Tra i firmatari del documento, in cui si esprimono “profondo apprezzamento, ma anche preoccupazione per lo sforzo che il Governo e il comparto scolastico stanno compiendo in questi difficili mesi”, la Presidente UCEI Noemi Di Segni, l’assessore Educazione e Giovani dell’Unione Livia Ottolenghi e i quattro presidenti di Comunità dove è attiva una scuola ebraica: Ruth Dureghello (Roma), Milo Hasbani (Milano), Dario Disegni (Torino) e Alessandro Salonichio (Trieste). Primo firmatario è Gianluigi De Palo, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari.
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LA RUBRICA AUDIO "PAGINE E SVOLTE" CON DAVID BIDUSSA
Roland Barthes e i significati del testo

“Dall'opera al testo” è un breve saggio di Roland Barthes, parte della raccolta Il brusio della lingua (Einaudi editore). Poche pagine rimaste impresse nella memoria dello storico sociale delle idee David Bidussa. “A consigliarmi questo breve testo fu, durante i miei studi all'Università Ebraica di Gerusalemme, il professore di teoria della letteratura Tuvia Shlonsky”, spiega Bidussa nel nuovo appuntamento di “pagine e svolte”, la rubrica dedicata a libri e idee curata dalla redazione di Pagine Ebraiche. In questa puntata lo storico accompagna gli ascoltatori, come fece allora con lui il suo professore, nella scoperta del testo di Barthes. Poche pagine che però portano una riflessione profonda sul nostro modo di leggere un testo.
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QUESTA SERA IL NUOVO APPUNTAMENTO CON "DIRITTI E LIBERTÀ"
Lodovico Mortara, giurista del Regno d'Italia

Senatore, ministro della Giustizia, presidente della Corte di Cassazione romana. Una brillante carriera che è impossibile scindere dalla sua identità ebraica.
Ne Il figlio del rabbino, recentemente pubblicato da Viella, Massimiliano Boni ben tratteggia la figura di Lodovico Mortara e la sua storia di “ebreo ai vertici del Regno d’Italia”.
Una storia che sarà al centro del nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Diritti e libertà” promosso dall’Associazione Avvocati e Giuristi Ebrei Italiani in collaborazione con l’UCEI.
Ad intervenire saranno il presidente dell’Age Giorgio Sacerdoti, assieme al direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera e allo stesso Boni.
Durante l’incontro, moderato dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale, sarà compiuta un’analisi storico-giuridica con particolare attenzione che sarà data all’ascesa di Mortara nel panorama istituzionale e alla sua caduta per colpa del fascismo.
La conversazione sarà trasmessa questa sera alle 22.30 sui canali social Pagine Ebraiche e UCEI e, in versione audio, nella sezione Pagine Ebraiche da ascoltare del portale www.moked.it.
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NEL VIDEOPILPUL DI IERI SERA
“Impariamo dai fratelli Rosselli”
Carlo e Nello Rosselli hanno molto da dire anche all’Italia di oggi. Ne è convinto l’ex ministro Valdo Spini, presidente e anima della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli. In sua compagnia abbiamo ripercorso le tappe più significative delle loro vite, brutalmente spezzate dal fascismo il 9 giugno di 83 anni fa.
L’impegno intellettuale, la dottrina politica, il coraggio di due luminose figure dell’ebraismo italiano novecentesco. Questo e molto altro nel videopilpul trasmesso ieri sera (qui la versione audio).
(Nell’immagine la cerimonia svoltasi ieri a Firenze, in ricordo dei Fratelli Rosselli, cui ha partecipato anche Valdo Spini)
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AL VIA I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO DEL TEMPIO
La sinagoga di Firenze cura le sue ferite
Al via in queste ore un primo lotto di lavori di consolidamento su tutto il piano centrale della sinagoga di Firenze. Un intervento necessario per tutelare la struttura e la sua piena fruibilità.
Recenti indagini, rende infatti noto il presidente dell’Opera del Tempio Ebraico, l’architetto Renzo Funaro, hanno messo in luce “lo stato dei cedimenti della massicciata con diffusi vuoti in varie zone, con evidenti avvallamenti diffusi e con possibile rischio di crollo di alcuni settori del pavimento”. Un delicato intervento di consolidamento che sarà completato con il restauro del pavimento così “da ricostituire l’assetto originario, con le adeguate stuccature dei vari e diffusi punti di infiltrazione”. Come fa notare Funaro, la sinagoga risente ancora oggi dei danni subiti nell’agosto del 1944 per mano nazista (le truppe tedesche in fuga fecero saltare vari colonnati del Tempio). Purtroppo, sottolinea con amarezza l’architetto, la Germania dal dopoguerra “mai si è posta l’obbligo di un intervento riparatore”.
L’intervento, che si protrarrà per alcune settimane, sarà esteso su una superficie di oltre 400 metri quadrati.
(Nell’immagine Renzo Funaro mentre sovrintende l’esecuzione dei lavori, avviati nelle scorse ore)
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IL DOCUFILM IN ONDA QUESTA SERA
Dalla ferita del 1938 al ritorno a casa,
un documentario sull’Italia e la guerra

Nella primavera del 1938 il dittatore nazista Hitler arriva in Italia: l’accoglienza è trionfale. Anche gli ebrei sono costretti a scendere in strada e a sventolare le bandiere con la croce uncinata. Per raccontarlo le riprese dell’Istituto Luce fanno da sfondo ai ricordi di Silvana Ajò, che era in piazza a Roma al pari di molti correligionari. Quattro mesi dopo, con l’introduzione delle Leggi razziste, sarà cacciata dalle scuole del Regno.
Inizia con le sue parole il docufilm “Lili Marlene – 1940/1945: le mille guerre degli italiani” in onda questa sera e domani alle 21.15 su Focus (canale 35 del digitale terrestre). Firmato da Pietro Suber, con la collaborazione di Amedeo Osti Guerrazzi, storico del fascismo e collaboratore della Fondazione Museo della Shoah di Roma, e Donatella Scuderi, autrice di soggetti e sceneggiature, il docufilm mette in luce storie poco conosciute intrecciando testimonianze di persone abituate a stare poco sotto i riflettori ed altre invece più conosciute (a parlare è, tra gli altri, l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano).
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Rassegna stampa
“È l’ora della giustizia razziale”
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L’uso corretto della parola

A conclusione della Parashà di Behaalotechà, che leggeremo questo Sabato, troviamo l’episodio (Numeri 12, 1-14) che si sviluppa a partire da alcune malevoli insinuazioni sorprendentemente sollevate a proposito di Mosè da parte di Miriam e Aron, fratello e sorella del profeta, proprio le persone a lui più vicine, non solo per relazione di parentela ma per condivisione di sentimenti.
Rav Giuseppe Momigliano
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Ticketless - Il Covid si è fermato a Eboli
 Durante il lockdown, la regressione ha colpito gli individui, ma anche la memoria storica ha fatto passi indietro. Si pone adesso una questione settentrionale. Da Milano, non da Reggio Calabria sono partiti i treni del sole. Il Covid s’è fermato a Eboli: la Basilicata, terra del rimorso di Ernesto De Martino e Carlo Levi, non è stata quasi toccata dal virus. Altri ritorni al passato in ordine sparso. Il lombardo-veneto è tornato in guerra con l’Austria: Sebastian Kurz, cancelliere austriaco, è il nuovo Radetzky. Milano ha vissuto nel terrore per un periodo più lungo delle Cinque Giornate. I confini regionali hanno ridisegnato la carta d’Italia, poco è mancato che tornassimo al 1815: una decina di lasciapassare sanitari per l’ignaro viaggiatore che da Torino si fosse messo in cammino per Palermo.
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Owens e la cultura del razzismo
 Il grande Jesse Owens, l’uomo che vinse quattro medaglie d’oro nell’olimpiade berlinese del ’36 davanti ad Adolf Hitler, quando tornò in patria non trovò una nazione ad accoglierlo. Sbarcato a New York fece fatica a trovare un albergo che lo ospitasse. Quando lo trovò, gli fu imposto di entrare dalla porta di servizio per non mischiarsi con la clientela bianca. Isolato da tutti i circuiti professionisti degli Stati Uniti, finirà la sua avventura sportiva guadagnandosi da vivere come fenomeno da baraccone, facendo gare di corsa con i cavalli.
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Periscopio - L'epoca dei capi
 Questa è, senza dubbio, l'epoca dei capi. Tutti i Paesi del mondo, democratici o meno, si vedono guidati da capi sicuri di sé, che mostrano di avere le idee molto chiare su quale debba essere il futuro migliore dei popoli su cui sono chiamati a comandare. Non tutti i loro governati li amano, ovviamente, ma ciò non sembra importare loro granché. Anzi, il fatto di avere degli oppositori - laddove, ovviamente, il sistema permetta a questi di manifestare il loro dissenso - non fa che accrescere, nei capi, la convinzione che sono loro, e solo loro, ad avere ragione. La palese pochezza e miseria degli avversari ne è una prova lampante: non è forse evidente che sono mossi unicamente da invidia e livore? Vorrebbero essere loro a prendere il posto dei capi, è chiaro. Ma tranquilli, non c'è pericolo. Non ci riusciranno mai.
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