Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui                16 Luglio 2020 - 24 Tamuz 5780
PAGINE EBRAICHE - LUGLIO 2020

Dai musei al grande schermo:
l’identità ancora protagonista

Passata l’emergenza, torneremo al cinema? Torneremo a prendere posto nei festival, da Locarno a Gerusalemme? Gli addetti ai lavori guardano con preoccupazione al futuro. Un’evidenza si fa intanto strada. Tutti noi abbiamo ancora bisogno di cinema, non solo come intrattenimento ma anche come racconto di identità. Per questo il dossier del numero di luglio di Pagine Ebraiche in distribuzione (è possibile abbonarsi qui) è dedicato proprio a questo tema e in particolare alla capacità del grande schermo di portare alla luce le complessità di una delle società più eterogenee, affascinanti e conflittuali: quella d’Israele. Nel dossier lo facciamo anche presentandovi i film che animeranno la prossima edizione del festival del Nuovo cinema ebraico e israeliano a cura della Fondazione Cdec. Un’edizione interamente in rete. 
“Islam ed ebraismo, rafforziamo il dialogo”. È l’auspicio formulato da Muhammad bin Abdul Karim Issa, il segretario della Lega musulmana mondiale, protagonista dell’intervista del mese. Recentemente premiato per il suo impegno contro l’antisemitismo, l’alto esponente islamico (già ministro della Giustizia del suo Paese, l’Arabia Saudita) ha accettato di confrontarsi con Pagine Ebraiche su vari temi d’attualità.

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LA DECISIONE DELLA COMPAGNIA DI BANDIERA ISRAELIANA

El Al, per tutto agosto non si vola

La compagnia di bandiera israeliana El Al Israel Airlines ha esteso in queste ore la sospensione dei voli fino alla fine di agosto e ha detto di aver raggiunto accordi di riduzione dei costi con l'Histadrut, il principale sindacato del paese che faciliteranno il salvataggio da parte del governo. Senza l'assistenza dello Stato, hanno dichiarato i vertici di El Al, il destino è la bancarotta. A far precipitare i conti della compagnia, i mesi di pandemia che hanno praticamente azzerato voli e profitti. I dipendenti messi in congedo non pagato in questo periodo sono stati 6500 e nell'accordo con il sindacato è stata prevista una significativa riduzione del personale: circa duemila persone rischiano di rimanere a casa. Il governo israeliano si è offerto di garantire prestiti bancari e persino di acquistare una quota di maggioranza, ma chiedendo in cambio una revisione dei bilanci, compresi circa quattrocento milioni di dollari di tagli.

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L'AVVOCATO TORINESE RACCONTA LE BATTAGLIE DI UNA VITA

Bruno Segre, un secolo di lotta

Non arrendersi mai, anche dopo un secolo di vita passata a combattere, prima il nazifascismo e poi per il riconoscimento dei diritti civili nell’Italia repubblicana. L’avvocato Bruno Segre, partigiano, scrittore, giornalista, viaggia verso il suo 102esimo compleanno con la combattività e l’ironia che l’ha accompagnato per tutta la vita. A Pagine Ebraiche ha aperto di recente il suo studio di Torino per fare una conversazione sul suo passato ma anche sul suo presente. Tra libri e faldoni di documenti delle tante cause portate avanti negli anni, tra pile del giornale L’incontro da lui fondato nel 1949, Segre racconta diversi aneddoti della sua vita: da quando ragazzino ribelle per le strade della sua Torino aggiungeva alle scritte “viva il re” una “o” finale (“reo”) per dissacrare quell’autorità mai apprezzata; o quando si salvò per il rotto della cuffia dal colpi di pistola fascisti, la cui corsa si fermò sul suo portasigarette di metallo; e ancora di quando in parlamento vide l’approvazione della legge sul divorzio, per cui aveva combattuto per anni. 

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QUI FERRARA - LA RASSEGNA DEL MUSEO DELL'EBRAISMO ITALIANO

Meis, il cinema come racconto identitario

Grande partecipazione per l’inaugurazione dell’arena estiva del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara “Ebreo chi? Una, nessuna, centomila identità” che ha registrato il tutto esaurito. In pochi minuti, nel pieno rispetto delle normative anti-covid, si sono riempite le sedie e i plaid disposti sul prato del museo davanti allo schermo.
Il primo appuntamento era dedicato a “La sposa promessa”, il film d’esordio di Rama Burshtein, per cui la protagonista Hadas Yaron ha vinto la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ad introdurre la pellicola, il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto e il rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara rav Luciano Caro. 

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IL LUTTO NELLA COMUNITÀ DI TORINO

Marcello Tedeschi (1925-2020)

Conosciuto da molti ebrei torinesi come il medico di riferimento della locale casa di riposo ebraica, incarico svolto con passione per numerosi anni, Marcello Tedeschi era nato a Ferrara e aveva raggiunto il capoluogo piemontese, dal dopoguerra, per specializzarsi ed esercitare la professione.
Una storia emblematica di quella generazione e delle difficili prove cui fu sottoposta. Ma anche della straordinaria determinazione mostrata nel rialzare la testa.
Tedeschi l’aveva elaborata in una intervista di qualche anno fa con Hakeillah, l’organo del Gruppo di Studi ebraici della Comunità di Torino. Dalla gioventù ferrarese nella scuola in cui furono costretti gli studenti ebrei colpiti dalle Leggi razziste, con Giorgio Bassani tra i suoi insegnanti, alla rocambolesca fuga in Svizzera, dalla sfida di rimboccarsi le maniche per contribuire alla ripartenza del Paese, alle prime funzioni nella sua nuova città con davanti a sé la “ieratica figura” del rabbino Disegni. E ancora l’immersione negli studi, la carriera, gli affetti.

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L'INIZIATIVA DELL'ORGANIZZAZIONE ISRAELIANA MAHUT CON L'UCEI

Affrontare le criticità nel sociale,
un seminario per la resilienza

Fondata negli Anni Novanta in Israele, Mahut è un’organizzazione senza fini di lucro che ha lo scopo di aiutare enti e associazioni ad affrontare situazioni di forte criticità. In questo senso prezioso il lavoro svolto nelle scorse settimane al fianco dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di alcune realtà impegnate nel sociale, con un seminario in più lezioni che ha portato al centro diversi argomenti.

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Setirot - Lo strappo alla laicità
La ri-riconversione in moschea di quello splendido complesso architettonico bizantino che forse tutti abbiamo visitato e ammirato in piazza Sultanahmet a Istanbul, altro non è che l’ultima sfida di Recep Tayyip Erdoğan alla laicità della Turchia. Oltre che una voluta e calcolata provocazione al mondo per sviare l’attenzione dalla crisi economica che cresce di giorno in giorno nel suo paese.
Stefano Jesurum
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Letture facoltative - Dalla corte al ghetto
La biografia del marrano Cardoso – Dalla corte al ghetto. La vita, le opere, le peregrinazioni del marrano Cardoso nell’Europa del Seicento (Garzanti) – scritta da Yosef Hayim Yerushalmi è un classico appassionante e appassionato, tanta è l’immedesimazione con cui lo storico autore di Zakhor (Giuntina) si cala nelle vesti del suo protagonista. Fernando Cardoso, intellettuale e medico fuggito a metà Seicento dalla corte spagnola in Italia, a Verona, riscopre la pratica dell’ebraismo e di questo diventa apologeta.
Giorgio Berruto
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Machshevet Israel - Misoginia e antisemitismo
Nei prossimi giorni avrebbe dovuto tenersi, a Camaldoli, la prima Settimana di studi internazionali sull’ebraismo italiano, promossa tra le altre istituzioni dal Cdec di Milano e dedicata al tema del contributo delle donne ebree. La situazione sanitaria ha costretto a rimandare di un anno il progetto ma in forma ridotta le sessioni tratteranno ugualmente di storia ebraica italiana. Nondimeno la questione femminile, da qualunque punto di vista la si consideri, resta una frontiera del pensiero ebraico contemporaneo proprio perché le ‘voci’ delle donne sono per lo più sotto-udite e sotto-stimate nella tradizione ebraica.
Massimo Giuliani
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La tattica di Erdogan
Che la reazione del mondo occidentale alla decisione di Recep Tayyp Erdogan di riportare la Basilica di Santa Sofia allo stato di moschea sia stata del tutto inadeguata è sotto gli occhi di tutti. D’altra parte una diversa reazione avrebbe presupposto un’analisi e una riflessione non solo sul regime di Erdogan ma anche sull’Islam del nostro tempo, un’analisi e una riflessione che le classi dirigenti del mondo occidentale rifiutano da tempo di fare.
 
Valentino Baldacci
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