Pagine Ebraiche luglio 2020
Dai musei al grande schermo:
l’identità ancora protagonista

Passata l’emergenza, torneremo al cinema? Torneremo a prendere posto nei festival, da Locarno a Gerusalemme? Gli addetti ai lavori guardano con preoccupazione al futuro. Un’evidenza si fa intanto strada. Tutti noi abbiamo ancora bisogno di cinema, non solo come intrattenimento ma anche come racconto di identità. Per questo il dossier del numero di luglio di Pagine Ebraiche in distribuzione (è possibile abbonarsi qui) è dedicato proprio a questo tema e in particolare alla capacità del grande schermo di portare alla luce le complessità di una delle società più eterogenee, affascinanti e conflittuali: quella d’Israele. Nel dossier lo facciamo anche presentandovi i film che animeranno la prossima edizione del festival del Nuovo cinema ebraico e israeliano a cura della Fondazione Cdec. Un’edizione interamente in rete. 
“Islam ed ebraismo, rafforziamo il dialogo”. È l’auspicio formulato da Muhammad bin Abdul Karim Issa, il segretario della Lega musulmana mondiale, protagonista dell’intervista del mese. Recentemente premiato per il suo impegno contro l’antisemitismo, l’alto esponente islamico (già ministro della Giustizia del suo Paese, l’Arabia Saudita) ha accettato di confrontarsi con Pagine Ebraiche su vari temi d’attualità.
Nelle pagine alte del giornale grande attenzione è dedicata al passaggio di consegne alla guida del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara: recente l’insediamento del nuovo direttore, il rav Amedeo Spagnoletto, che ha subito richiamato l’importanza di un impegno sul fronte educativo. Con l’ex direttrice Simonetta Della Seta facciamo un bilancio sui quattro anni di lavoro alle spalle. 
Israele e i propositi di annessione di parte della Cisgiordania: nelle pagine di Eretz cerchiamo di capire le varie posizioni in campo su questo delicatissimo tema. Mentre in Orizzonti guardiamo alla Polonia e alla risicata affermazione del presidente uscente Duda, distintosi in questa campagna elettorale per antisemitismo e violenza verbale. L’altro Paese, come certificato anche dal voto, reclama spazio e rappresentanza.
Ad aprire l’area della Cultura la presentazione di un nuovo libro dedicato all’immenso compositore Gustav Mahler. Di sé era solito dire: “Sono tre volte senza patria: un boemo tra gli austriaci, un austriaco tra i tedeschi e un ebreo tra i popoli di tutto il mondo”.
Sempre in Cultura alcune pagine sono dedicate a un progetto accademico che rompe il silenzio sull’amnesia collettiva ha finora avvolto l’emigrazione degli intellettuali ebrei innescata dalle politiche razziste del fascismo. 
Questo e molto altro nel giornale in distribuzione.

(16 luglio 2020)