Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui              27 Gennaio 2022 - 25 Shevat 5782
GIORNO DELLA MEMORIA - LA CERIMONIA ISTITUZIONALE

"Educare alla Memoria, scuola sia protagonista"

La Memoria come “fatto collettivo” e come strumento attraverso la quale ricercare quell’identità comune di popolo, Paese e Repubblica che si fonda, in prima istanza, sulla Costituzione. Un patrimonio immenso, un patrimonio da non disperdere.
Uno dei tanti concetti richiamati quest’oggi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante la cerimonia istituzionale per il Giorno della Memoria tenutasi eccezionalmente nella sede del ministero e non al Quirinale come consuetudine a causa delle operazioni di voto in corso per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Non è però mancato un sostegno personale del Presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella – cui è andata la gratitudine di tutti gli intervenuti per il suo lavoro e per l’opera di sensibilizzazione di questi sette anni – anche attraverso un messaggio, letto in apertura, in cui si ricorda come la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestano un ruolo fondamentale “nel promuovere una società giusta e solidale”.
Una giornata carica di spunti a partire proprio dal mondo della scuola faro e presidio irrinunciabile di un impegno educativo che metta al centro anche la sfida di insegnare il significato delle parole. Di ciascuna, nessuna esclusa. Perché, ricorda ancora il ministro, “ogni parola ha un senso ed è socialmente rilevante”. In questo senso, ha poi aggiunto, è “vera libertà solo se è di tutti, se tutti possiamo partecipare alla costruzione comune della Repubblica”.


Consapevolezza del passato e assunzione di responsabilità per il futuro. Due compiti ineludibili, ha evidenziato la presidente UCEI Noemi Di Segni. Se si sarà agito correttamente in questo solco, il suo pensiero, “domani, dopodomani e ancora nei prossimi mesi e anni forse potremo dare una risposta dignitosa a chi è qui oggi accanto e assieme a me, a quel milione e mezzo di bambini che sognavano di diventare adulti che ascoltano dall’alto voi ragazzi”. Mai più: una promessa da saper vivere con pienezza “affinché un giorno anche voi possiate agire da testimoni, forse diventare attenti comunicatori, grandi scienziati, coscienziosi giuristi, eccellenti educatori”.
Centrale, nel percorso tracciato quest’anno, il tema della responsabilità degli scienziati e degli uomini di cultura di allora nella diffusione dell’odio antisemita. Un vero e proprio “stravolgimento del metodo scientifico in ragione dell’ideologia”, come ha ricordato in un suo intervento lo psichiatra Filippo Strumia. A caratterizzare la cerimonia anche la premiazione delle scuole che hanno partecipato al concorso “I giovani ricordano la Shoah”, un ricordo del cugino Sergio De Simone nelle parole delle Testimoni della Shoah Andra e Tatiana Bucci, l’esecuzione di alcuni brani musicali da parte del Gabriele Coen Trio.
La giornata di domani sarà invece dedicata a una nuova edizione del Viaggio della Memoria, attraverso un itinerario “diffuso” nei luoghi del ricordo italiano. Ragazze e ragazzi delle scuole di tutto il Paese parteciperanno a una “staffetta” di approfondimento e conoscenza che si snoderà, in cinque tappe, tra il Campo di concentramento di Fossoli, il Binario 1 della Stazione Tiburtina di Roma, il Memoriale della Shoah di Milano, la Risiera di San Sabba, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
Giovani protagonisti, oggi come domani. “Oggi – ha detto il premier Mario Draghi in un messaggio – ricordiamo l’orrore dell’antisemitismo e rinnoviamo il nostro impegno collettivo a contrastare ogni tentativo di cancellare la Memoria. Ricordare è impegno per il presente, fondazione per il futuro”.

Leggi

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

"Non abbassiamo mai la guardia"

Signor ministro dell’Istruzione, gentile presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nel Giorno della Memoria, che ricorda le vittime dei campi di sterminio nazisti e il folle e criminale progetto di genocidio degli ebrei d’Europa, voglio far giungere a tutti i partecipanti alla cerimonia ufficiale – che si svolge quest’anno al Ministero dell’Istruzione – agli studenti, ai telespettatori la mia vicinanza e il mio sostegno.
Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz – la più imponente e sciagurata macchina di morte mai costruita nella storia dell’umanità – si spalancarono di fronte ai loro occhi le porte dell’Inferno.
Nel cuore dell’Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione.
La storia aveva subito, in meno di un ventennio, un tragico stravolgimento, tornando a concezioni e pratiche barbare e crudeli, che si pensava fossero retaggio di un passato ormai remoto. Guerra, stermini, eccidi ne furono le tragiche ma inesorabili conseguenze.
La giornata della Memoria, che si celebra oggi in tutto il mondo, non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia
Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas, è diventato il simbolo dell’orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l’uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

Leggi

L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI NOEMI DI SEGNI

Consapevolezza, l'imperativo da raccogliere

Illustre signor ministro, carissimi ragazzi, sopravvissuti e amici,
In queste giornate e ore convulse per il futuro dell’Italia ci fermiamo doverosamente per un giorno di Memoria dedicato alle vittime della Shoah. Memoria di un popolo, memoria di un intero Paese con le sue istituzioni, di un’intera Europa, di un’intera umanità.
Nello scadere del suo settennato, desidero esprimere profonda riconoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua attenta e partecipe vicinanza alle Comunità ebraiche, per l’attenzione costante per le tematiche della Memoria e per tutto quanto ha fatto per il Paese durante il suo mandato.
Vorrei che immaginaste ora qui accanto a me idealmente tutti i 30mila ebrei che vivono oggi in Italia, tutti gli ottomila ebrei italiani sterminati, tutti i loro discendenti mai nati, tutti i sopravvissuti. Mentre siamo qui anche in altre sedi autorevoli e città europee si stanno svolgendo cerimonie per il Giorno della Memoria. Sono sei milioni di ebrei sterminati, con le altre minoranze e categorie perseguitate con le loro anime ridotte in cenere che ascoltano quello che oggi diciamo. In loro nome, noi non dobbiamo tacere e continuare nel nostro impegno. Dobbiamo ribadire con forza alcune verità, gridare nuovamente l’imperativo universale di non dimenticare, e mi rivolgo in particolare a voi ragazzi. Perché la Shoah non è solo un racconto di parte ebraica che si ascolta (se si ascolta!) con pietà e vicinanza. È la storia vostra, di tutta l’Italia e tocca l’identità, quindi la responsabilità, di ciascuno di noi.
Se il Giorno della Memoria, ancora pochi anni fa, era un giorno di ricordo del passato, per non dimenticare, per omaggiare, per sapere e conoscere quanto avvenuto pur con tutti i perché senza adeguata risposta, oggi questo giorno è un giorno di bruciante attualità. Impossibile disgiungere quanto avvenuto allora da quanto avviene oggi. Un oggi preoccupante che ci fa vivere giorno dopo giorno con più punti interrogativi e più smarrimento. In chi riporre fiducia e cercare salvezza? Alzando gli occhi al cielo al nostro D-o, in noi stessi, nelle parole pronunciate dalle istituzioni? Nel legislatore? Nei vostri insegnanti?
Sistema di comunicazione alle masse, educazione scolastica, scienza e legislazione sono stati i pilastri sui quali si è concatenata la persecuzione e realizzato il disegno di sterminio. Anche in Italia.

Noemi Di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Leggi

LA CERIMONIA AL MINISTERO

I giovani ricordano la Shoah, premiate le scuole

L’Europa unita come dono inestimabile da preservare. Il valore delle parole, ma anche quello della musica, per dare voce al passato. La violazione delle libertà di ieri e oggi. La scelta di una sopravvissuta all’orrore. Un dialogo tra generazioni su diritti, integrazione, futuro.
È l’ampio spettro di temi affrontato nei lavori premiati quest’oggi, prima dell’avvio della cerimonia istituzionale per il Giorno della Memoria, nell’ambito della nuova edizione del concorso “I giovani ricordano la Shoah” bandito dal ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L’iniziativa si è svolta anche quest’anno sotto l’alto patronato del Quirinale.

Leggi

I PRESIDENTI DI SENATO E CAMERA A LARGO 16 OTTOBRE 1943 

Memoria viva, l'impegno delle istituzioni

Il Giorno della Memoria si è aperto a Roma con la deposizione di una corona di fiori a Largo 16 ottobre 1943, con la partecipazione del presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e di quello della Camera Roberto Fico. Con loro anche la senatrice a vita Liliana Segre. Ad accoglierli la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. 
Presenti inoltre, tra gli altri, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e il viceambasciatore israeliano Alon Simhayoff.
Così la presidente Dureghello a margine della cerimonia: "Il Giorno della Memoria serve per riflettere su quello che è stato, ma anche sull'attualità e sui segnali che arrivano dalla società. Bisogna infondere speranza e tassellare di puntello solidi nel contrasto all'antisemitismo e nella lotta alle discriminazioni, qualunque esse siano". 

Leggi

LA MEMORIA DEGLI EBREI DI LIBIA

Giado, un silenzio da squarciare

Si è svolta quest’oggi al Verano, su iniziativa dell’Associazione Salvaguardia Trasmissione Retaggio Ebrei di Libia presieduta da David Gerbi, una cerimonia in ricordo degli ebrei di Libia perseguitati dal nazifascismo. Pubblichiamo l’intervento di Rocco Giansante, responsabile del desk Italia dello Yad Vashem.

La tragica storia del campo di concentramento di Giado non è nota al pubblico. Mentre i nomi di località come Auschwitz, Mauthausen o Majdanek hanno acquisito una familiarità che consente loro di riferire significati e concetti che vanno ben oltre le azioni criminali avvenute in quegli stessi luoghi, il termine Giado non riesce ad evocare, non solo un paesaggio ma, soprattutto, la tragedia disumana che vi si consumò: 562 ebrei di Libia furono uccisi a Giado. Nessuna traccia fisica di quanto accaduto si trova oggi a Giado: le strutture del campo sono state rase al suolo; il cimitero ebraico distrutto. Quello che accadde a Giado — e purtroppo in altri luoghi della Libia—non fu solo un capitolo della Shoah, ma anche un mnemocidio che cancellò, insieme alla storia della locale civiltà ebraica, la Memoria della Shoah in Libia.

Rocco Giansante

Leggi

IL GIORNO DELLA MEMORIA A MILANO

Al Memoriale, contro l'indifferenza

Nel gennaio 2016 ad ascoltare la testimonianza di Liliana Segre al Teatro Arcimboldi di Milano, oltre a duemila studenti, c’erano anche alcuni detenuti della II Casa di Reclusione di Milano Bollate. “Rimasero profondamente colpiti dal racconto di Segre. Dalla sua forza di non cedere, nonostante tutto, alla scelta di vendicarsi sui suoi aguzzini. Dal suo ricordo rispetto all’umanità dei carcerati di San Vittore, unici a esprimere solidarietà agli ebrei nel silenzio indifferente di Milano. E così, alla fine della testimonianza, le chiesero la disponibilità a venire a Bollate per far ascoltare quelle parole anche agli altri detenuti”. Segre accettò l’invito e quella visita lasciò un segno, raccontano oggi Laura Cambri e Chiara Maffioletti della Cooperativa sociale Articolo 3.

Leggi

LE NUOVE COLLOCAZIONI A VENEZIA

"Pietre d'inciampo, un mosaico sempre più ampio"

Ventinove nuove pietre d'inciampo sono a dimora, da qualche ora, per le strade di Venezia. A promuovere l'iniziativa Comune, Centro Tedesco di Studi Veneziani, Comunità ebraica, Consiglio d’Europa Sede italiana – Venezia e Iveser con la collaborazione di Veritas S.p.A. “Un mosaico sempre più ampio per mantenere viva la memoria, che non vuole rappresentare solamente un cerimoniale, ma anche un momento dall’alto valore morale e civile”, il messaggio degli enti organizzatori. 
Le cerimonie hanno preso il via in Campo Santa Maria del Giglio, per un itinerario urbano volto a perpetuare il ricordo di Fanny Finzi, Anna Jona, Angelina Vivante, Achille Perlmutter, Bruno Perlmutter, Gilmo Perlmutter, Ida Aboaf, Adelaide Scaramella Messulam, Anna Scaramella Messulam, Rosetta Scaramella Messulam, Angelo Grassini, Mirna Grassini, Raffaele Grassini, Lina Nacamulli, Anna Forti, Anselmo Giuseppe Forti, Giuditta Forti, Regina Finzi, Davide De Leon, Elena Nacamulli, Mara Nacamulli, Abramo Melli, Ada Melli, Amalia Melli, Enrichetta Melli, Oscar Carli, Benedetta Dina Polacco, Salvatore Vivante, Adolfo Nunes-Vais. Un’ulteriore pietra sarà posta domani a Mestre in memoria di Vittorio Bassi.

Leggi

L'INTITOLAZIONE DEL PARCO

Nel nome di Giorgio Perlasca

"Nel 77° anniversario della liberazione dei sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di una cittadina, Silvia Quartero che, dopo avere letto la storia di Giorgio Perlasca, ha scritto al Comune per chiedere se non ritenessimo opportuno ricordare questa figura esemplare per l’umanità che, a rischio della propria vita, ha salvato centinaia di ebrei dalla soluzione finale programmata dai nazisti. Ci sembra particolarmente significativo realizzare questa idea e ricordare Perlasca, insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni, alla presenza del presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni”. 
Così il sindaco del Comune piemontese di Grugliasco Roberto Montà nel corso della cerimonia per l’intitolazione a Perlasca di un parco che verrà interamente riqualificato nei prossimi mesi.

Leggi

L'INIZIATIVA DELL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE

Intellettuali in fuga, le storie che colmano il vuoto

Un obiettivo ambizioso: richiamare l’attenzione sull’emigrazione intellettuale causata dal regime fascista. Una realtà ad oggi non conosciuta davvero non solo nei numeri ma anche “nelle vicende biografiche, nei percorsi e negli esiti accademici e professionali”. È la sfida del portale bilingue “Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali” lanciato dall’Università di Firenze nel 2018, nell’occasione dell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziste. Oltre 400 le biografie ricostruite dal varo dell’iniziativa, frutto dell’impegno ma anche dalla passione del gruppo di lavoro che da quattro anni ormai si sta dedicando al compito di far luce su un fenomeno che, anche per la proverbiale incapacità italiana di fare i conti con il passato, soprattutto quel passato nelle sue molte ombre dal riverbero purtroppo anche attuale, risulta “ancora in gran parte sommerso”. E ciò malgrado le “durature conseguenze per l’università, la scienza e la cultura del nostro Paese” scaturite da quell’esilio. Un danno immenso, incalcolabile.
“Alcuni famosi, molti dimenticati o sconosciuti, uomini e donne, talvolta bambini partiti con i loro genitori, quasi tutti ebrei” sottolinea la professoressa Patrizia Guarnieri, docente di Storia contemporanea con un passato da Fulbright Visiting Scholar ad Harvard, che è tra le anime di questa e altre iniziative di Memoria al centro delle celebrazioni dell’ateneo per il 27 gennaio. 

Leggi

IL PROGETTO CON IL SOSTEGNO DI LILIANA SEGRE

Cultura perseguitata, il ricordo viaggia sulla rete 

Le testimonianze, le immagini e i documenti familiari, anche multimediali, di chi allora operava e studiava presso gli enti di ricerca, le università e le accademie. È quanto si propone di raccogliere la pagina web “Pagina della Memoria” lanciata in occasione del 27 gennaio dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità ebraica di Roma e del Museo ebraico di Bologna. Moltissimi, si ricorda, furono gli intellettuali, scienziati, professori e studenti espulsi dalle istituzioni culturali italiane; altri riuscirono a continuare la loro opera rifugiandosi all’estero, contribuendo così allo sviluppo culturale del paese che li aveva meritoriamente accolti. Fra le persone allontanate anche “molte donne la cui partecipazione agli studi e alla vita accademica, nella società ebraica, era assolutamente all’avanguardia rispetto alle consuetudini dell’epoca”. L’iniziativa ha tra gli altri il sostegno della senatrice a vita Liliana Segre, che ricorda: “Fare memoria nei luoghi di cultura ha un valore doppio”. 

Leggi

IL FORMAT DI SKY SPORT

Sport e Memoria, la voce dei campioni 

Si calcola che tra i sei milioni di vittime del nazifascismo, abbiano perso la vita anche sessantamila atleti, di cui 220 di alto livello.
Al loro ricordo è dedicato “Un giorno nella memoria. Un legame nel tempo, nel nome dello sport”, format di Sky Sport per il 27 gennaio in cui tre grandi campioni del presente prestano il loro volto e la loro voce a grandi campioni del passato, per ricordarne le vite, prima ancora che i percorsi sportivi.
Protagonisti del format i tre olimpionici Filippo Tortu, Alessandro Miressi e Martina Santandrea. Con il primo che ricorda Franz Orgler, considerato negli anni ’30 la più giovane promessa dell’atletica tedesca sui 400 e gli 800 metri. Unico atleta ebreo ammesso alla preparazione olimpica, “fu estromesso dalle Olimpiadi del 1936 appena prima del loro inizio”. Costretto a fuggire in Svezia sotto altro nome per sopravvivere, continuò a correre e in seguito ad insegnare. Miressi rivive invece la storia di Alfred Nakache, “il nuotatore di Auschwitz”, quarto ai Giochi di Berlino nella finale della staffetta 4x200sl davanti ai tedeschi e detentore del record del mondo nei 200 rana/farfalla, che nel lager nazista perse la moglie e la figlia. Santandrea porta infine in scena la figura di Agnes Keleti, la più anziana campionessa olimpica ancora in vita: 101 anni appena festeggiati, cinque ori e dieci medaglie olimpiche tra Helsinki ’52 e Melbourne ’56, nonostante il nazismo e la successiva invasione sovietica di Budapest.

 

Leggi

IL DOCUMENTARIO RAI

Zachor, la fatica della Memoria

Dal giorno in cui Meir Polacco – aprendo una vecchia scatola di documenti che gli ha lasciato sua mamma prima di morire – scopre che durante la seconda guerra mondiale la sua famiglia è sfuggita miracolosamente ai nazisti, non avrà più pace: deve assolutamente trovare le persone coraggiose che hanno aiutato, la rete clandestina di solidarietà grazie alla quale lui è vivo: nobili e contadini poverissimi, sacerdoti e partigiani ma anche personaggi insospettabili, militari e perfino un podestà fascista. Con la moglie Paola diventa una sorta di “detective della memoria”.
È la storia che racconta “Zachor! La fatica della memoria”, il documentario del Tg1 per il Giorno della Memoria curato dalla giornalista Caterina Doglio.

Leggi

IL DOCUMENTARIO DA OGGI NELLE SALE

Hitler e il fascino del Male

“Si può fare un film del genere senza contribuire a espandere l’universo cinematografico nazista?”. È uno degli interrogativi attorno a cui ruota Il senso di Hitler, il docufilm diretto da Petra Epperlein e Michael Tucker nelle sale italiane dal 27 gennaio con Wanted Cinema. Ispirato dal libro dello storico e giornalista Sebastian Haffner The meaning of Hitler (1978), il lavoro esplora l’intreccio infernale tra politica, personalismi e complicità di massa che ha reso possibile la creazione del regime nazista e la fascinazione che la figura di Adolf Hitler ancora esercita sulla società contemporanea. I registi alternano girati d’epoca, documenti storici e interviste a figure di spicco fra cui gli storici Saul Friendlander, Yehudah Bauer e Deborah Lipstadt, gli scrittori Martin Amis e Francine Prose e i “cacciatori di nazisti” Beate e Serge Klarsfeld, celebri per aver assicurato alla giustizia il boia di Lione Klaus Barbie.

Leggi

IL RICORDO DI UN GRANDE PROTAGONISTA DELLA ROMA EBRAICA

"Moretto", i pugni del coraggio

Una figura indelebile quella di Pacifico Di Consiglio, il pugile dilettante che con incredibile coraggio sfidò i suoi aguzzini nelle strade di Roma occupata. Una trama preparata sapientemente: fece infatti innamorare la nipote di Luigi Roselli, uno dei più spietati collaborazionisti italiani dei nazisti, e, grazie alle informazioni fornite dalla giovane, lanciò una sfida alle bande comandate da Kappler. Arrestato due volte, riuscì a fuggire in entrambi i casi mettendo in atto stratagemmi e altri intrighi. Proseguì poi nella sua lotta, incessante, contro centinaia di spie, delatori e poliziotti fascisti.
Al ricordo del “Moretto”, come è conosciuto tra gli ebrei romani, è stato dedicato un incontro organizzato dall’associazione Il Melograno. Interventi e testimonianze per fare memoria di un grande protagonista della Roma ebraica. 

Leggi

Il pregiudizio e la Costituzione
L’idea e la pratica dell’annientamento del popolo ebraico, nel ventesimo secolo, si sono sviluppate in Europa, nel luogo che ascrive a sé i valori fondamentali della democrazia. La Shoah ha visto la sua realizzazione concreta in un continente che ha contribuito in modo decisivo alla filosofia, alla letteratura, alla musica, all’arte: un ambito unico di studio, di ricerca, di elaborazione sulle forme della convivenza culturale. La scienza – dalla quale si attendeva un decisivo sviluppo delle condizioni di vita e di lavoro di molte popolazioni – è stata asservita a piani di uno sterminio al quale avrebbero collaborato ingegneri, medici, biologi, tecnici, progettisti, impegnati nel fornire ai carnefici i mezzi più raffinati per l’assolvimento del loro compito. Il sapere non impedì la violenza, al contrario ne alimentò la capacità distruttiva. Da ciò molte domande che non possono essere limitate ai soli eventi e al loro succedersi ma al modo con il quale analizzare, decodificare, spiegare quanto accaduto.
 
Saul Meghnagi
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website