Il fascismo e la fuga
degli intellettuali,
le storie che colmano il lungo vuoto

Un obiettivo ambizioso: richiamare l’attenzione sull’emigrazione intellettuale causata dal regime fascista. Una realtà ad oggi non conosciuta davvero non solo nei numeri ma anche “nelle vicende biografiche, nei percorsi e negli esiti accademici e professionali”. È la sfida del portale bilingue “Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali” lanciato dall’Università di Firenze nel 2018, nell’occasione dell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziste. Oltre 400 le biografie ricostruite dal varo dell’iniziativa, frutto dell’impegno ma anche dalla passione del gruppo di lavoro che da quattro anni ormai si sta dedicando al compito di far luce su un fenomeno che, anche per la proverbiale incapacità italiana di fare i conti con il passato, soprattutto quel passato nelle sue molte ombre dal riverbero purtroppo anche attuale, risulta “ancora in gran parte sommerso”. E ciò malgrado le “durature conseguenze per l’università, la scienza e la cultura del nostro Paese” scaturite da quell’esilio. Un danno immenso, incalcolabile.
“Alcuni famosi, molti dimenticati o sconosciuti, uomini e donne, talvolta bambini partiti con i loro genitori, quasi tutti ebrei” sottolinea la professoressa Patrizia Guarnieri, docente di Storia contemporanea con un passato da Fulbright Visiting Scholar ad Harvard, che è tra le anime di questa e altre iniziative di Memoria al centro delle celebrazioni dell’ateneo per il 27 gennaio. Molti i contenuti proposti sotto l’egida dell’Università: tra gli altri un colloquio di oltre trenta minuti con la Presidente UCEI Noemi Di Segni da oggi online sul tema “Silenzio, ricerca storica e memorie familiari”, oltre alla testimonianza di Alberto Boralevi sulla famiglia dei nonni e degli zii Meggiboschi, di origine russa, e di Claire Pellettier sugli zii Giselda Biancalani e Carlo Shapira costretti ad emigrare a New York.
L’ateneo fiorentino, ricorda Guarnieri, venne segnato in profondità dalla persecuzione antisemita. I docenti dispensati dal servizio in applicazione delle leggi razziste del ’38 furono infatti 39, come si evince da un elenco diventato di pubblico dominio solo a fine Anni Novanta. Dietro, scavando, affiora però un mondo ancora più esteso e sommerso. “Molti altri – precisa infatti Guarnieri – furono allontanati invisibilmente, privati del loro presente e del loro futuro di studi, di lavoro e di vita: erano neolaureati, liberi docenti non necessariamente in servizio, professionisti, studentesse e studenti, italiani e stranieri”.
“Cosa fecero dopo?”. Un interrogativo che è al centro di questo straordinario work in progress fatto di approfondimenti, mappe, timeline e una collezione di oltre mille fotografie concesse da archivi pubblici e privati. Un cantiere sempre aperto alla ricerca di “vite in movimento” che si vanno a tracciare seguendo percorsi di mobilità, anche piuttosto complessi, “che erano non soltanto geografici ma riguardavano anche qualifiche e posizioni, ambiti professionali e disciplinari, relazioni, idee e comportamenti”. Storie che parlano di sofferenze e perdite, ma anche “di risorse intellettuali e del contributo della cultura italiana ed ebraica all’estero”. Storie che, si attesta ancora, “rivelano responsabilità, razzismo e conformismo”. Ma anche, sull’altro versante, “dignità, talento e determinazione”.
Ad inaugurare il Giorno della Memoria dell’Università di Firenze una commemorazione in ricordo di chi fu allontanato da aule e cattedre da parte della rettrice Alessandra Petrucci, con la deposizione di una corona di alloro insieme all’assessora regionale Alessandra Nardini.
Il Dipartimento di Chimica Ugo Schiff ha scelto poi di intitolare l’aula 186 della sua sede al campus di Sesto fiorentino a Zvi Enrico Jolles (1902-1971), già professore di Chimica, espulso dall’ateneo con i provvedimenti antisemiti. Interverranno la rettrice e la direttrice del Dipartimento Barbara Valtancoli, mentre Pierandrea Lo Nostro presenterà un breve profilo scientifico e storico della figura di Jolles. È inoltre previsto un ricordo della figlia Irene Bainbridge.
Tra i più impegnati anche il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia, che ha organizzato alcune iniziative online.
Negli scorsi giorni il Corso di perfezionamento di Didattica della Shoah, coordinato da Silvia Guetta, ha promosso un incontro sulla realtà del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Un successivo appuntamento è in programma giovedì 3 febbraio, incentrato sul ruolo di Memoriali e Musei. Recentemente si è inoltre tenuto un incontro su “Etty Hillesum. Un senso nuovo dalle profondità della disperazione” con la partecipazione, fra gli altri, di Ida Zatelli, padre Adolfo Lippi, Sara Gomel e Luciana Breggia.

Per segnalazioni e contributi relativi a “Intellettuali in fuga dall’Italia fascista” è possibile contattare la responsabile scientifica del progetto all’indirizzo di posta elettronica: patrizia.guarnieri@unifi.it

Clicca qui per scaricare lo speciale di Pagine Ebraiche pubblicato nel luglio del 2020

(Nell’immagine in alto: il documento di ingresso in Brasile della studiosa di letteratura Bianca Maria Finzi Contini Calabresi)

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(26 gennaio 2021)