“Educare alla Memoria,
scuola sia protagonista”

La Memoria come “fatto collettivo” e come strumento attraverso la quale ricercare quell’identità comune di popolo, Paese e Repubblica che si fonda, in prima istanza, sulla Costituzione. Un patrimonio immenso, un patrimonio da non disperdere.
Uno dei tanti concetti richiamati quest’oggi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante la cerimonia istituzionale per il Giorno della Memoria tenutasi eccezionalmente nella sede del ministero e non al Quirinale come consuetudine a causa delle operazioni di voto in corso per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Non è però mancato un sostegno personale del Presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella – cui è andata la gratitudine di tutti gli intervenuti per il suo lavoro e per l’opera di sensibilizzazione di questi sette anni – anche attraverso un messaggio, letto in apertura, in cui si ricorda come la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestano un ruolo fondamentale “nel promuovere una società giusta e solidale”.
Una giornata carica di spunti a partire proprio dal mondo della scuola faro e presidio irrinunciabile di un impegno educativo che metta al centro anche la sfida di insegnare il significato delle parole. Di ciascuna, nessuna esclusa. Perché, ricorda ancora il ministro, “ogni parola ha un senso ed è socialmente rilevante”. In questo senso, ha poi aggiunto, è “vera libertà solo se è di tutti, se tutti possiamo partecipare alla costruzione comune della Repubblica”.
Consapevolezza del passato e assunzione di responsabilità per il futuro. Due compiti ineludibili, ha evidenziato la presidente UCEI Noemi Di Segni. Se si sarà agito correttamente in questo solco, il suo pensiero, “domani, dopodomani e ancora nei prossimi mesi e anni forse potremo dare una risposta dignitosa a chi è qui oggi accanto e assieme a me, a quel milione e mezzo di bambini che sognavano di diventare adulti che ascoltano dall’alto voi ragazzi”. Mai più: una promessa da saper vivere con pienezza “affinché un giorno anche voi possiate agire da testimoni, forse diventare attenti comunicatori, grandi scienziati, coscienziosi giuristi, eccellenti educatori”.
Centrale, nel percorso tracciato quest’anno, il tema della responsabilità degli scienziati e degli uomini di cultura di allora nella diffusione dell’odio antisemita. Un vero e proprio “stravolgimento del metodo scientifico in ragione dell’ideologia”, come ha ricordato in un suo intervento lo psichiatra Filippo Strumia. A caratterizzare la cerimonia anche la premiazione delle scuole che hanno partecipato al concorso “I giovani ricordano la Shoah”, un ricordo del cugino Sergio De Simone nelle parole delle Testimoni della Shoah Andra e Tatiana Bucci, l’esecuzione di alcuni brani musicali da parte del Gabriele Coen Trio.
La giornata di domani sarà invece dedicata a una nuova edizione del Viaggio della Memoria, attraverso un itinerario “diffuso” nei luoghi del ricordo italiano. Ragazze e ragazzi delle scuole di tutto il Paese parteciperanno a una “staffetta” di approfondimento e conoscenza che si snoderà, in cinque tappe, tra il Campo di concentramento di Fossoli, il Binario 1 della Stazione Tiburtina di Roma, il Memoriale della Shoah di Milano, la Risiera di San Sabba, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
Giovani protagonisti, oggi come domani. “Oggi – ha detto il premier Mario Draghi in un messaggio – ricordiamo l’orrore dell’antisemitismo e rinnoviamo il nostro impegno collettivo a contrastare ogni tentativo di cancellare la Memoria. Ricordare è impegno per il presente, fondazione per il futuro”.