Appello accademici contro antisemitismo
(ANSA) – ROMA, 13 MAG – “Facciamo appello alla comunità scientifica perchè respinga ogni forma d’antisemitismo vecchio e nuovo”. Questo il nucleo centrale di un appello promosso da Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e da David Meghnagi dell’Università di Roma Tre. L’appello – a cui hanno aderito per ora circa 160 accademici dell’Università italiane – fa seguito ad alcuni recenti episodi avvenuti nel mondo universitario italiano e straniero.
In apertura l’appello denuncia “il grave episodio di boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane, promosso da un’associazione accademica britannica, ultimo di una serie di episodi di intolleranza, in diversi atenei europei: l’espulsione di un collega da una rivista scientifica britannica solo perché israeliano, la richiesta di congelare gli accordi di cooperazione scientifica con gli atenei israeliani votata dal Consiglio di amministrazione di Parigi VI nel 2002, gli episodi di intolleranza verificatisi di recente in Italià”. Dopo aver espresso la solidarietà “ai colleghi respinti per il solo fatto d’essere israeliani” e ricordato che le origini politiche e sociali dell’antisemitismo classico sono state largamente studiate, l’appello spiega che “diversa è la situazione di fronte al nuovo antisemitismo, che si alimenta della tragedia mediorientale e del conflitto israelo-palestinese, che ha come sfondo un’ostilità irriducibile nei confronti degli ebrei come stato e nazione”.
“Non si discute, sia chiaro, la libera critica delle scelte dei governi dello Stato d’Israele – sottolineano i firmatari- Ad essere in discussione è la forma che spesso assume la critica nei confronti dello Stato d’Israele, i diversi pesi e misure utilizzati per argomentarla, i luoghi comuni che animano la scena del discorso, il gioco perverso dei simboli, con le vittime che si trasformano in “carneficì”. Per non parlare della falsificazione dei fatti, la demonizzazione di una parte rispetto l’altra, quando invece le parti avrebbero bisogno di essere aiutate a riscoprire la comune tragedia, attraverso la ricerca del dialogo per una soluzione pacifica e politica del conflitto”.
“Negli anni della guerra fredda il conflitto arabo israeliano – spiegano ancora – ha assunto il carattere di una metafora di scontro tra occidente e comunismo, democrazia e totalitarismo, imperialismo e antimperialismo, colonialismo e anticolonialismo. Il conflitto rischia oggi di essere avvolto nella spirale di uno scontro radicale d’identità e di simboli religiosi dalle conseguenze devastanti per l’intero bacino Mediterraneo”. “Nel medioevo – aggiungono – gli ebrei trovarono rifugio in un oriente più ospitale, oggi il rifugio è in occidente. Oggi come allora si trovano in mezzo, essi si trovano nel bel mezzo, come tramite e ponte tra civiltà e culture, con il rischio di diventare ostaggi se il dialogo tra le civiltà si spezza. passi ad un nuovo ordine economico basato sulluso dell’idrogeno.
“Nell’ostilità contro Israele, l’antisemitismo arabo e islamico – spiega l’appello – proiettano le angosce di un futuro incerto quando le risorse petrolifere saranno esaurite. Il terrorista che si fa saltare in aria uccidendo indiscriminatamente il più ampio numero di persone, rischia di diventare una metafora del destino tragico che attende una grande civiltà in una logica di cupio dissolvi, se non si affronterà con saggezza e lungimiranza, la transizione verso il nuovo, sapendo che siamo tutti interdipendenti e bisognosi l’uno dell’altro.
“La questione va oltre il conflitto arabo israeliano e la tragedia israelo-palestinese. E’ in gioco qualcosa di più ampio, ed è terribile solo pensarci. Memori del debito profondo, che l’Europa ha verso Israele e dell’intero bacino Mediterraneo, riaffermiamo il nostro impegno come studiosi e educatori – dice l’appello – a favore del dialogo fra culture e civiltà per una composizione politica dei conflitti che lacerano il bacino Mediterraneo”.
“Dalla tragedia del conflitto mediorientale si esce con una composizione politica fondata sul riconoscimento dei rispettivi diritti, riparando i torti, riscoprendo i valori comuni e della pietas, ridando voce alla speranza di una riconciliazione profonda, politica e religiosa, facendo appello alla fratellanza, rifiutando – conclude l’appello – la deriva dell’antisemitismo”.
All’appello hanno aderito, tra gli altri, Fouad Khaled Allam(Università di Trieste); Anna Bravo (Università di Torino); Marina Caffiero (Università ‘La Sapienzà, Roma); Dario Calimani (Università di Venezia), Enzo Campelli Enzo (Università’ La Sapienzà, Roma), Simona Colarizi (Università ‘La Sapienzà,Roma), Ilvo Diamanti (Università di Urbino),Ernesto Galli della Loggia (Università di Perugia), Sebastiano Maffettone(Università Luiss-Guido Carli, Roma), Renato Mannheimer(Università Bicocca, Milano), Giacomo Marramao (Università diRoma Tre), Silvio Pons (Università ‘Tor Vergatà Roma), GianEnrico Rusconi (Università di Torino) Lucetta Scaraffia(Università di Roma ‘La Sapienzà), Massimo Teodori (Universitàdi Perugia), Nicola Tranfaglia (Università di Torino), Salvatore Veca (Università di Pavia), Ugo Volli (Università diTorino).(ANSA).
16 maggio 2005