Visita al Museo Yad Vashem
Intervento dell’Avv. Alessandro Ruben, Presidente Anti Defamation League Italia
Diifficile parlare quando si è a Yad Vashem.
In questo luogo, forse come mai in nessun altro posto, le parole sono terribilmente inadeguate e scopriamo che solo il silenzio è in grado di raccogliere i pensieri, le sensazioni, lo stato d’animo che suscita la visita al memoriale del popolo ebraico perito nella Shoah.
Il mio non sarà quindi un discorso tradizionale ma un messaggio di saluto – alle Autorità e agli ospiti intervenuti e – un ringraziamento per aver colto il significato di questo viaggio in Israele, promosso e sostenuto dall’Anti Defamation League Italia.
Yad Vashem è il luogo per eccellenza della Memoria: qui hanno trovato un nome e una storia milioni di ebrei scomparsi e bruciati dalla follia nazi-fascista; qui per ogni vittima perita esiste un preciso esecutore materiale, un mandante morale, un semplice indifferente che voltò il viso per non vedere.
Ma Yad Vashem è anche il luogo in cui si ricordano anche centinaia di Giusti che in diversi Paesi si impegnarono per sottrarre alla deportazione e alla morte migliaia di ebrei.
Siamo qui oggi per ricordare Giovanni Palatucci, un uomo nato come servitore dello Stato che, di fronte alla propria coscienza, non esitò a violare una legislazione infame e persecutoria pur di salvare vite umane.
Un italiano che in un periodo storico in cui gli ebrei venivamo venduti per cinquemila lire, ebbe il coraggio di non svendere la propria coscienza e la propria fede religiosa.
Nei suoi confronti abbiamo un doppio obbligo: ringraziarlo per ciò che coraggiosamente fece per salvare migliaia di ebrei; ma soprattutto elevare il suo ricordo e le sue gesta ad esempio di fratellanza e di solidarietà verso tutti coloro che soffrono e che sono ingiustamente perseguitati.
Un esempio, quello di Palatucci, che ispira ogni giorno l’opera della Polizia di Stato la cui presenza oggi – attraverso i Suoi massimi responsabili – è la dimostrazione dell’impegno e della determinazione che essi stessi a loro volta hanno assunto nella difesa dei valori e dell’identità dell’ebraismo italiano.
L’Italia – e lo dico con orgoglio e riconoscenza – merita di essere portata ad esempio in Europa per l’impegno che tutte le nostre Istituzioni prestano nella lotta all’antisemitismo, al razzismo, all’intolleranza in genere.
Nel nostro Paese non c’è spazio – in termini politici, culturali ma anche solo propagandistici – per chi propugna aberranti idee di discriminazione e di intolleranza di qualsiasi natura: politica, razziale, religiosa o etnica.
E’ questa l’occasione per ringraziare il Ministro Pisanu per il suo cosante impegno su questi temi e in particolare per aver istituito in Italia un Comitato interministeriale che monitorizzi gli episodi di razzismo, di xenofobia e di antisemitismo.
Ritengo opportuno anche citare l’azione a livello europeo del nostro Commissario alla giustizia, sicurezza e libertà, Franco Frattini, che si sta facendo promotore dell’approvazione di una legge che vieti in tutta Europa l’esposizione di simboli di stampo nazista.
Anche in Italia esistono, però, rigurgiti di intolleranza e di antisemitismo che tentano con azioni provocatorie – come le recenti scritte ingiuriose davanti a due sinagoghe di Roma e di Ancona – di trovare visibilità e pubblicità, e esistono anche coloro che –da posizioni culturali elevate come dalle Università o dalle pagine di importanti giornali italiani – minimizzano la Shoah, relativizzano l’Olocausto, cercano di snaturare il significato del ‘Giorno della Memoria’.
Dobbiamo inoltre vigilare su un diverso e più subdolo antisemitismo di matrice politico-culturale.
Come è emerso dal recente convegno organizzato a Roma dall’ADL sotto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri sul tema “L’antisemitismo, una minaccia alla democrazia” – a cui hanno partecipato decine di illustri personalità (dal Ministro Fini al Presidente del Senato Marcello Pera, al Presidente della Camera dei Deputati Pier Ferdinando Casini, al Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, al vice presidente della Commissione europea Franco Frattini) – esistono ampi settori della società italiana ed europea che metodicamente e ferocemente attaccano le scelte politiche dei Governi israeliani.
Non si tratta di ‘critica’ ma di sistematica delegittimazione all’esistenza stessa dello Stato ebraico, sobillando la vergognosa idea che la nascita di Israele sia stato un errore e la causa di tutte le tensioni e i conflitti dell’intero Medio Oriente.
Identificare sempre e comunque gli israeliani come colpevoli è un nuovo antisemitismo che bisogna smascherare e denunciare.
Lo ha detto con parole chiare e nette il Presidente del Senato Marcello Pera all’Onu, in occasione della sessione dell´assemblea generale dedicata al 60mo anniversario della liberazione di Auschwitz.
“Abbiamo il dovere – ha detto il Presidente Pera – di ammettere che l’antisemitismo è ancora fra noi. Esso si manifesta sotto nuove forme sottili e insidiose, quali la distinzione fra Israele e lo Stato ebraico, fra Israele e i suoi governi, fra Sionismo e Semitismo. Oppure rispunta quando la lotta di Israele per la sua esistenza è considerata ‘terrorismo di Stato’”.
Per concludere è un onore annunciare che l’ADL, insieme alle Autorità italiane e americane, celebreranno a New York, il prossimo 16 maggio, la figura di Giovanni Palatucci, in un ideale gemellaggio sui comuni e condivisi valori della solidarietà, dell’uguaglianza tra gli uomini, del rispetto per la vita.
Valori sui quali si fondano i pilastri della democrazia italiana, statunitense e israeliana.
Grazie.
Israele, Gerusalemme
10 febbraio 2005