Leggi e Memoria

Oggi è la giornata in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. La giornata è stata istituita con la legge 30 marzo 2004, n. 92.
E’ la terza giornata dedicata al ricordo di eventi particolari ad essere stata istituita con legge, a distanza di due anni e mezzo dal giorno della memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (legge 20 luglio 2000, n. 211).
Nel periodo intercorso tra l’approvazione della legge dedicata alla memoria della Shoah e l’approvazione della legge dedicata alle vittime delle foibe è stata approvata la legge 31 luglio 2002, n. 186, in memoria dei marinai scomparsi in mare (da celebrare il 12 novembre di ogni anno), la quale ha avuto anche la funzione di apripista nell’allargare le frontiere del “ricordo istituzionalizzato” ad eventi ulteriori rispetto alla persecuzione del popolo ebraico, commemorata nel giorno dell’apertura dei cancelli di Auschwitz.
Ultima è arrivata la legge 15 aprile 2005, n. 61, istitutiva del “Giorno della libertà” nell’anniversario dell’abbattimento del muro di Berlino (9 novembre, peraltro anniversario anche della notte dei cristalli).

Tra il 2000 ed il 2005, quindi, sono state approvate quattro leggi dedicate alla memoria: una nel corso della XIII legislatura (a maggioranza di centro-sinistra) e tre nel corso della XIV legislatura (a maggioranza di centro-destra). L’esame parlamentare di queste leggi e – ancora di più – di progetti di legge finalizzati, tra l’altro, ad equiparare i combattenti repubblichini ai partigiani (dell’ultimo della serie, che porta il n. 1360, è iniziato l’esame a novembre presso la Commissione Difesa della Camera, senza più riprendere), ha suscitato e continua a suscitare discussioni anche aspre e divisioni, a dimostrazione che manca ancora una memoria condivisa degli snodi più drammatici della nostra storia recente. La legge che ha avuto più attenta attuazione e forse – a quasi nove anni dalla sua approvazione – l’esito migliore anche in termini di condivisione della memoria è proprio la legge in memoria della Shoah.

Roma è da alcuni giorni discretamente tappezzata di manifesti – tutti (a conferma di quanto detto) ad opera di forze politiche collocate nel centro-destra – che richiamano l’attenzione sulla giornata in memoria delle vittime delle foibe, uno dei quali ha uno slogan di grande significato: “vivi il ricordo”.

Vivere il ricordo significa anche attualizzarlo e non ancorare la memoria nel recinto del passato, ma farne guida costante per il presente. Ciò deve valere per tutti gli eventi storici, ma soprattutto per la Shoah, spesso confinata nel recinto della memoria, dal quale deve uscire per fungere da monito permanente nel raffrontarsi con gli accadimenti globali del quotidiano (basti pensare alla notte dei cristalli vissuta a Caracas tra il 30 ed il 31 gennaio di quest’anno).

Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane