Il 25 aprile, un valore storico comune

In piazza, a Milano, la contestazione del 25 aprile ha riguardato oltre istituzioni pubbliche, anche lo striscione della Brigata ebraica. Questo significa che gli ebrei, in quanto tali e non in quanto cittadini italiani, non sono a casa loro nella piazza in cui la sinistra estrema e istituzionale celebra i propri riti salvifici e il suo schieramento terzomondista.
Il processo attraverso il quale la sinistra comunista (oggi in parte ex e post-comunista) si è appropriata dell 25 aprile comporta una resistenza al tentativo di coloro a cui questa celebrazione è stata sottratta di riappropriarsene. La perdita del monopolio dell’antifascismo sembra a questi signori intollerabile; forse perché renderebbe necessario il dover fare i conti fino in fondo con il passato di un totalitarismo, quello comunista, che ha insanguinato buona parte del 900.
Ma se la liberazione, materiale e spirituale riguarda ciascuno di noi in ogni generazione, come ci insegna l’Haggadà di Pesach allora bisognerà trovare una piazza comune a tutti gli uomini di buona volontà, escludendo una volta per tutte coloro che questa buona volontà dimostrano di non avere, pretendendo di appropriarsi di principi e valori storici che appartengono a tutti.

Guido Guastalla