…Israele

Israele impiega nel settore dell’educazione l’8 per cento del Prodotto interno lordo – la più alta aliquota fra i paesi sviluppati, anche se a causa della più elevata natalità la spesa per alunno è inferiore a quella di molti altri paesi. Anche l’investimento nella ricerca e sviluppo (4,5 per cento del Pil) è in proporzione il più alto al mondo. Le 2.338.650 persone che nel corso di un anno visitano un museo in Israele costituiscono circa il doppio del totale degli spettatori che hanno assistito a una partita del campionato di calcio di Serie A (a dire il vero, piuttosto modesto). Ma per sapere definitivamente se il Popolo del Libro è ancora tale basta aspettare la Settimana del Libro, inaugurata in questi giorni in Israele, e giudicare. Secondo le previsioni, circa metà della popolazione totale (ossia oltre 3 milioni e mezzo di persone) intende visitare i banconi sparpagliati un po’ dappertutto nel paese. Oltre due terzi degli israeliani leggono libri regolarmente, il 74 per cento delle donne e il 61 per cento degli uomini. Il 50 per cento legge almeno sei libri l’anno, e la stessa percentuale regala libri a parenti e amici. Il 25 per cento (fra cui il sottoscritto) legge più libri in contemporanea. Il 27 per cento comprano libri fidandosi del nome dell’autore e il 33 per cento seguendo il consiglio di amici. Un terzo dei possibili acquirenti ammette che la congiuntura economica ha influenzato gli acquisti. E Dvir Ifergan, di dieci anni, alunno di quinta elementare a Gerusalemme, ha vinto il premio istituito dal Sindaco per avere letto quest’anno 400 libri, più di un libro al giorno. A casa di Dvir non c’è la televisione.

Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme