Qui Firenze – In piazza con gli studenti iraniani

Anche a Firenze i cittadini iraniani si sono mobilitati per protestare contro i brogli elettorali nel loro paese. Negli ultimi giorni si sono svolte due manifestazioni, una in piazza Ghiberti, l’altra in piazza della Repubblica, con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza fiorentina sulla questione iraniana. Secondo Mohammed, che si trova in Italia da due anni, non tutti coloro che in Iran inneggiano a Moussavi sono suoi sostenitori. “E’ l’unica persona che può sconfiggere Ahmadinejad e pertanto, anche coloro che non lo apprezzano, hanno fatto fronte comune con i suoi sostenitori.”, mi spiega. Alcuni ragazzi ironizzano sulla stampa europea che descrive Moussavi come un riformista. “Moussavi è riformista allo stesso modo in cui lo è il Papa”, dice ridendo Leila. “Vuole fare delle riforme all’interno di uno stato teocratico, non vuole certo trasformare l’Iran in un paese democratico e laico. Però rispetta sua moglie e le ha permesso di tenere dei comizi politici in pubblico. So che queste cose sembrano ovvie in Europa, ma per noi sono segnali di cambiamento.” “L’ho votato, ma conosco la sua storia. Noi iraniani non siamo ingenui. Io stesso ho perso un parente nel 1988, quando furono eliminati migliaia di prigionieri politici. Lui non poteva non sapere, era primo ministro in quel periodo. Però Ahmadinejad è un pericolo, è pazzo, guarda i suoi occhi quando parla.”, dice un ragazzo iraniano con la maglia della Fiorentina. Le manifestazioni in Iran sono l’argomento principale dei tg e dei giornali di tutto il mondo; politici, diplomatici, intellettuali, sono mobilitati in massa, eppure sembra che tutto ciò non porti a nessun risultato concreto. Tutti gli sforzi e i morti sono stati inutili? Omid risponde che una delle virtù principali degli iraniani è la pazienza. “Ci sono voluti molto tempo e molti morti per scacciare lo Scià. Ce la faremo anche adesso. Voi occidentali non ci conoscete bene. Non siamo persone che si arrendono facilmente. Una volta dei poliziotti mi hanno sorpreso mentre bevevo una birra. Mi hanno fatto frustare e i miei genitori hanno dovuto pagare una multa salatissima. Ho dovuto promettere che non l’avrei fatto più. Siccome sono una persona di parola, il giorno dopo, invece della birra, ho bevuto un bicchiere di vino”. Come pensate di vincere? “Siamo un paese di giovani. Non vogliamo scimmiottare gli europei o gli americani, schiavi del consumismo, ma vogliamo conquistarci le nostre libertà. La visione politica di Ahmadinejad non può funzionare con noi. Io prego cinque volte al giorno. Per me la religione è importante, ma voglio anche ballare, ridere, scherzare in pubblico con le ragazze. Adesso l’Iran è così triste. Sto bene in Italia, ma questa non è la mia patria. Ho fiducia in Allah, so che grazie a lui ce la faremo”, il pensiero di Mohammed. E di Israele cosa pensate? Tocca a Leila: “Ho vissuto fino a cinque mesi fa in Iran. Non ero mai uscita dal paese prima. Ho potuto documentarmi oggettivamente sulla questione solo da quando mi trovo in Italia. Non nutro grande simpatia verso la classe politica israeliana, ma non penso che sia giusto scatenare una guerra contro Israele per questo. Inoltre sono persiana e zoroastriana, non ho niente in comune con i palestinesi!”. Sempre Leila: “Leggi il fumetto Persepolis (il film basato sul fumetto ha vinto il premio della giuria al Festival di Cannes del 2007) e vedrai che i persiani non sono dei fanatici ignoranti. Il padre di Marjane (il personaggio principale), pur considerando Israele un nemico dell’Iran, è in buoni rapporti con la famiglia dei Levy, i suoi vicini di casa. Siamo persone dotate di capacità critica. Per noi un ebreo non è automaticamente un nemico”.

Adam Smulevich