Rotschild Boulevard – Accogliere i rifugiati significa aiutarli a trovare lavoro

Il governo ha finalmente cancellato la norma “Hadera Gedera”, una delle più controverse (e forse anche una delle più inutili) leggi israeliane. Come molti ormai sanno, Israele accoglie un discreto numero di rifugiati del Darfur: persone che sfuggono al genocidio raggiungendo con mezzi di fortuna l’Egitto. In Egitto però la polizia li maltratta, in alcuni casi ha persino aperto il fuoco contro di loro. Di conseguenza i poveretti non hanno altre alternative se non attraversare a piedi il confine del Sinai per raggiungere Israele: “E’ l’unica democrazia che conosciamo” aveva raccontato uno di loro, nel documentario israeliano Asylum City. Qui, si sa, nessuno spara contro i rifugiati.
I rifugiati politici, alcuni dei quali sono sotto la protezione dell’Onu, altri del ministero dell’Interno, hanno diritto a rimanere e a lavorare in Israele. Problema: una legge obbligava loro di risiedere a Sud di Gedera o a Nord di Hedera. In altre parole, di stare lontani da Tel Aviv, dove ci sono più posti di lavoro. Organizzazioni israeliane per i diritti civili avevano ripetutamente denunciato come ingiusta questa legge: va bene accogliere le persone in pericolo di vita, ma poi bisogna anche permettergli di trovarsi un lavoro. Infatti molti rifugiati del Darfur ignoravano questa legge, e lavoravano illegalmente a Tel Aviv: spesso le autorità chiudevano un occhio, ma alcune decine di loro sono stati arrestati e incarcerati.
Molti israeliani hanno protestato: sono scese in piazza le organizzazioni per i diritti civili, movimenti giovanili ebraici come Hanoar Haoved, insieme a gente comune. L’esecutivo di conseguenza ha deciso di revocare questa legge. Una vittoria per la società civile israeliana.

Anna Momigliano