rinuncia …

Chi trova un oggetto perduto, senza segni specifici che permettano di renderlo ad un legittimo proprietario, può prenderne possesso. Ci si basa sull’idea che il proprietario sia consapevole di non avere più speranza di ritrovare l’oggetto, e dunque rinunci alla proprietà. Se questo è un ragionamento chiaro per quanto riguarda i beni materiali, più difficile è traslarlo in ambito emotivo o sprituale: da che momento possiamo dire di aver rinunciato ad un sentimento, in modo che qualcun altro subentri al nostro posto? e a partire da cosa è legittimo sostenere che un ebreo abbia rinunciato al suo ebraismo?

Benedetto Carucci Viterbi, rabbino